Il ritorno con gli altri alla gioia della tavola
Le stagioni rinnovano la tavola. Torna il sole sui piatti, anche se ombreggiati dai fogliami che portano sollievo alla calura. I tavoli sulle piazze e sulle terrazze si riaccendono di gioie e la lunga segregazione che abbiamo subìto renderà più apprezzabili le conviviali. Quest'anno all'aperto non andremo soltanto per godere le atmosfere perdute ma per ritrovare la gioia degli incontri. Dovrebbe essere un'estate delle scoperte e delle riscoperte delle pagine gastronomiche più avvincenti. Le gioie della tavola all'aperto hanno segnato il secondo Ottocento, quando ristoranti e locali popolatissimi divennero anche luoghi di svago. Pensiamo alle immagini degli impressionisti o di Toulouse-lautrec. Vedremo quanto il letargo avrà portato alla fantasia dei piatti e alla loro qualità. Torneremo alla civiltà della tavola con gli sfondi della stagione ed è auspicabile che ogni evento sia per ognuno un'opera d'arte dal vero. Con il ritorno ai ristoranti e ai grotti ritroveremo il brio degli incontri e delle conversazioni allargate, potremo anche riaccorgersi che una buona bottiglia all'insegna della moderazione è un toccasana al grigiore che abbiamo attraversato e potremo ricordare, con prudenza, l'antica canzone che diceva "l'acqua fa male e il vino fa cantare". I sensi si riaccenderanno in una luce dimenticata, dal gusto, all'olfatto, all'udito, quando qualche canto accompagna i commensali davanti ai filari dove "il calor del sole si fa vino" maturando i grappoli. Dalle terrazze sulle piazze rivedremo l'umanità che scivola in momenti di gioie intime o manifeste, perché dopo ogni tempesta, come cantava Leopardi, è gioia sentire nuovamente "gli augelli far festa e la gallina, tornata in sulla via che ripete il suo verso…uscir di pena è diletto fra noi". Se la tavola è una delle massime espressioni della civiltà, certamente per lo spirito anche i luoghi della sua ritualità sono preziosi da ritrovare. Ogni ristorante furi città è accanto a opere preziose come le chiese da riscoprire. Con i ristoranti nuovamente senza rischi riscopriremo il piacere degli incontri, quelli che allietano le soste preziose davanti ai piatti, fra le gente e non nella penombra interiore delle forzature. Con l'oro dei fiori di zucca tornano le luci dei sorrisi, finita la segregazione amareggiante torna la gioia sui chicchi di riso e sulla pasta, su una carne o sui sempre preziosi simbolici pesci. Molti artisti hanno narrato le tavole all'aperto, noi le renderemo presenti e vive.torna la luce.