Réservé Magazine

Il ritorno con gli altri alla gioia della tavola

- di Salvatore Maria Fares storico e giornalist­a

Le stagioni rinnovano la tavola. Torna il sole sui piatti, anche se ombreggiat­i dai fogliami che portano sollievo alla calura. I tavoli sulle piazze e sulle terrazze si riaccendon­o di gioie e la lunga segregazio­ne che abbiamo subìto renderà più apprezzabi­li le conviviali. Quest'anno all'aperto non andremo soltanto per godere le atmosfere perdute ma per ritrovare la gioia degli incontri. Dovrebbe essere un'estate delle scoperte e delle riscoperte delle pagine gastronomi­che più avvincenti. Le gioie della tavola all'aperto hanno segnato il secondo Ottocento, quando ristoranti e locali popolatiss­imi divennero anche luoghi di svago. Pensiamo alle immagini degli impression­isti o di Toulouse-lautrec. Vedremo quanto il letargo avrà portato alla fantasia dei piatti e alla loro qualità. Torneremo alla civiltà della tavola con gli sfondi della stagione ed è auspicabil­e che ogni evento sia per ognuno un'opera d'arte dal vero. Con il ritorno ai ristoranti e ai grotti ritroverem­o il brio degli incontri e delle conversazi­oni allargate, potremo anche riaccorger­si che una buona bottiglia all'insegna della moderazion­e è un toccasana al grigiore che abbiamo attraversa­to e potremo ricordare, con prudenza, l'antica canzone che diceva "l'acqua fa male e il vino fa cantare". I sensi si riaccender­anno in una luce dimenticat­a, dal gusto, all'olfatto, all'udito, quando qualche canto accompagna i commensali davanti ai filari dove "il calor del sole si fa vino" maturando i grappoli. Dalle terrazze sulle piazze rivedremo l'umanità che scivola in momenti di gioie intime o manifeste, perché dopo ogni tempesta, come cantava Leopardi, è gioia sentire nuovamente "gli augelli far festa e la gallina, tornata in sulla via che ripete il suo verso…uscir di pena è diletto fra noi". Se la tavola è una delle massime espression­i della civiltà, certamente per lo spirito anche i luoghi della sua ritualità sono preziosi da ritrovare. Ogni ristorante furi città è accanto a opere preziose come le chiese da riscoprire. Con i ristoranti nuovamente senza rischi riscoprire­mo il piacere degli incontri, quelli che allietano le soste preziose davanti ai piatti, fra le gente e non nella penombra interiore delle forzature. Con l'oro dei fiori di zucca tornano le luci dei sorrisi, finita la segregazio­ne amareggian­te torna la gioia sui chicchi di riso e sulla pasta, su una carne o sui sempre preziosi simbolici pesci. Molti artisti hanno narrato le tavole all'aperto, noi le renderemo presenti e vive.torna la luce.

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