Réservé Magazine

Brodetto grande piatto adriatico dalle umili origini

Tipico dell’adriatico nasce come alimento di sussistenz­a. Diffuso anche nella cucina istriana, croata e dalmata

- Di Roger Sesto giornalist­a

Il brodetto di pesce, chiamato con svariate forme dialettali a seconda di dove lo si prepara, è il piatto simbolo della cucina marinara dell’adriatico, in particolar­e dalla costa veneta a quella molisana; oltre che sulla costa italiana, è presente anche nella cucina istriana, croata, dalmata e persino a Corfù. Nelle regioni tirreniche, con altre versioni, è diffusa invece la zuppa di pesce. Moderni chef lo reinterpre­tano in ricette creative come quella che proponiamo in copertina di Ana Ros che ha rivisitato un tipico piatto istriano.

Un piatto dalle umili origini, prima di trasformar­si in cigno Nasce come piatto povero dei pescatori dell’adriatico, che utilizzava­no il pescato difficilme­nte vendibile per l’insufficie­nte qualità o dimensioni, aggiungend­o addirittur­a, quando i prodotti ittici erano particolar­mente scarsi, pezzettini di scoglio con attaccate alghe e molluschi. Due regioni si contendono la paternità storica della ricetta: Romagna e Marche; nella prima non può mancare la gallinella, nella seconda il San Pietro. Dal punto di vista della sua diffusione è però evidente il ruolo del Veneto, per via della lunga dominazion­e veneziana sull’intero Adriatico.

Senza almeno 10 tipi di pesce, non è una cosa seria!

Il brodetto necessita di almeno 9-10 tipi di pesce: seppie, triglie, sogliole, palombo, coda di rospo, canocchie, scorfano, merluzzo, frutti di mare, calamari, razze, gallinelle o San Pietro, vongole, granchi, cozze; in base alla stagione. La preparazio­ne consiste nel versare in una grande casseruola abbondante olio d’oliva, in cui si farà soffrigger­e della cipolla tritata, aggiungend­o poi a fuoco lento brodo di pesce, sale e pepe. Quindi si infarinano i pesci e li si sistemano a strati nella casseruola, lasciando per ultimi i più teneri. Infine si aggiungono, in parti uguali, acqua calda e vino bianco, cuocendo il tutto a fuoco medio per 15-18 minuti. Dopo aver disposto sui piatti fette di pane abbrustoli­to, le si “annega” versandovi il brodetto.

Alcune varianti: dalle più ricche a quella più essenziale di Vasto.

Quello termolese si distingue per la cottura differenzi­ata delle varie specie di pesce e per l’uso del peperone fresco. Nella variante fanese e in quella romagnola si utilizzano conserva di pomodoro e aceto. A Sambenedet­to non si impiega pomodoro, ma peperoni e aceto. A Porto Recanati si aggiunge lo zafferano. Quello di Vasto è il più “essenziale”: niente soffritto, né acqua, brodo o aceto, inoltre il pesce lo si cucina intero, non a pezzi.

 ?? ??

Newspapers in French

Newspapers from Switzerland