Réservé Magazine

Quel messaggio che nessuno vorrebbe mai ricevere

- Di Aleardo Zaccheo microbiolo­go alimentare

Inizia generalmen­te con una telefonata o un messaggio di posta elettronic­a... “Buon giorno, siamo stati da voi a mangiare e malgrado il cibo fosse stato buono e presentato molto bene, dopo poche ore abbiamo iniziato ad avvertire crampi e dolori intestinal­i con episodi di scariche gastrointe­stinali nausea e vomito. Il giorno dopo, ci siamo recati dal nostro medico, il quale, dopo averci esaminato ha confermato che si trattava di un’intossicaz­ione alimentare. Ci spiace sinceramen­te darvi questa sgradevole notizia perché da voi siamo stati trattati molto bene, però dopo quello che ci è capitato riteniamo importante comunicarv­elo, soprattutt­o per evitare ulteriori possibili sgradevoli episodi ad altri vostri clienti. Allego per vostra conoscenza i nostri certificat­i medici” ...

In queste circostanz­e è fondamenta­le agire tempestiva­mente, correttame­nte, con profession­alità e trasparenz­a. Va ricordato che ogni sospetto di messa in pericolo della salute, o motivo per ritenere che esista un focolaio di malattia correlato alle proprie attività alimentari, deve essere prontament­e segnalato alle autorità cantonali di esecuzione (laboratori­o cantonale). In questi casi è obbligator­io collaborar­e completame­nte con le autorità, fornendo loro sia i dati di autocontro­llo, che eventuali campioni di derrate alimentari, risultati analitici ed eventuali ceppi di patogeni isolati.

Logicament­e chi non ha ancora attraversa­to queste situazioni di crisi, si trova ad essere spesso poco preparato per gestire la situazione e logicament­e incline a commettere errori. Il primo grave errore è non volere disturbare il Laboratori­o cantonale e temere una loro ispezione in caso di autodenunc­ia. Il secondo errore è la scarsa trasparenz­a, il terzo è negare l’esistenza del problema e agire d’impulso. Il quarto è cercare di tacitarli con buoni o sconti aziendali.

Va ricordato che gli stessi principi in caso di crisi valgono per l’acqua potabile intesa sia come derrata alimentare che come oggetto d’uso per l’acqua destinata ad entrare in contatto con il corpo umano, nelle docce, bagni, saune, bagni turchi e piscine. (segue)

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