Singapore:
Straordinaria, cosmopolita, futuristica e ricca di storia
Singapore è un perfetto melting pot di culture e tradizioni che vivono in armonia in un ambiente dove il passato si fonde con la modernità. L’origine del suo nome deriva dal sanscrito Singapura, ovvero città del leone, ed è per questo che nel cuore della baia svetta il Merlion, il simbolo della città, una statua con la testa di leone e il corpo di pesce.
In una superficie di soli 700 km quadrati questa città stato permette ai viaggiatori di immergersi in una realtà sfaccettata: dallo shopping d’elite in Orchard Road alla visita di Sri Mariamman, il tempio indù più antico di Singapore, dalle stoffe pregiate e le lavorazioni di tessuti del quartiere islamico di Arab Street, a Little India, dove assaggiare un autentico chapati lungo Serangoon Road, dalla cucina rivisitata dei ristoranti stellati ai parchi cittadini che guardano al futuro in un'ottica sostenibile.
Singapore stupisce e affascina per i suoi contrasti, le sue stravaganze, la sua rigorosità e soprattutto per l’attenzione all’ambiente. Uno dei più grandi progetti architettonici è Gardens by the bay, inaugurato nel 2012, un vero e proprio capolavoro dell’urbanistica, che ha trasformato Singapore da città giardino a città nel giardino.
L’ambizioso progetto riconcilia l’uomo con la natura, superando il contrasto tra innovazione, tecnologia, tutela dell’ambiente e delle biodiversità.
Di grande impatto visivo sono i 18 Super Trees, gli alberi della vita, con la chioma costituita da pannelli fotovoltaici con lettori solari e condotti di ventilazione, capaci di creare energia indispensabile all'intera struttura e provenienti da fonti completamente rinnovabili. I super alberi realizzati in cemento forato e acciaio hanno il tronco ricoperto da una corteccia vivente che cambia aspetto e colori con il variare delle stagioni. Per chi non soffre di vertigini è d’obbligo sperimentare L’OCBC skyway il percorso sospeso che collega i “super alberi” a 22 metri di altezza, regalando un punto di vista privilegiato sullo skyline di Singapore.
Questo spettacolare parco cittadino con più di 100 ettari accoglie oltre 200'000 piante divise in tre giardini affacciati sul mare. Al suo interno si trovano due serre uniche al mondo, progettate da Wilkinson Eyre, capolavori della tecnologia e della ecosostenibilità, una particolarità: il tetto di entrambe si regge senza l’uso di colonne. La Flower Dome è la serra in vetro più grande del mondo e riproduce un clima mite e secco, e ospita piante del Mediterraneo, dell’australia, del Sud America e del Sud Africa.
Il suo interno è diviso in sette diversi giardini. Mentre la Cloud Forest, ricrea una foresta pluviale a due mila metri di altitudine con una montagna lussureggiante ricoperta da specie esotiche, con la più grande cascata al coperto del mondo. Da non perdere lo spettacolo di luci che il parco propone ogni giorno dopo il tramonto, da lasciare a bocca aperta non solo i visitatori più piccoli.
Altra tappa obbligatoria è il Marina Bay Sands, uno dei luoghi più iconici della città, ai cui piedi si trova l’art Science Museum ispirato alla figura del fior di loto, progettati dall’ architetto israeliano canadese Moshie Safdie.
Questo edificio dalle linee sinuose, ospita sulla piattaforma (che congiunge le sue tre torri) l’infinite Pool, la più grande piscina a sfioro del mondo, uno dei luoghi più fotografati di Singapore. Per accedervi però, bisogna obbligatoriamente soggiornare nell’hotel!
Un tassello fondamentale del viaggio a Singapore è la sua proposta gastronomica, che rispecchia la multiculturalità di questa città. Dai piatti speziati di Kampong Glam, il quartiere in cui prevale l’anima Malay, alla cucina fusion del Lantern, il Rooftop Bar nel centro città; dai ristorantini di Chinatown, dove è possibile trovare piatti tradizionali anche inconsueti, come la zuppa di tartaruga e alghe alle proposte più ricercate dei ristoranti stellati.
Per il team di Donnavventura, la proposta più interessante è stata quella del Cliffor Pier, un ristorante esclusivo affacciato sulla baia che occupa lo storico spazio del molo originario, ma si sviluppa in una location elegante e raffinata.
In questo locale attivo sin dal 1933, lo chef propone un menù dove i veri protagonisti sono i dim sum, i ravioli a vapore tipici di Singapore rigorosamente serviti nei cestini di bambù, preparati con un ripieno di carne, pesce e verdure.
I dim sum hanno forme e colori diversi e richiamano i cibi tradizionali portati da quanti approdavano all’originario molo, soprattutto da Hong, e il Cliffor Pier vuole mantenere vivo questo ricordo e il legame con il passato servendo gli stessi ravioli, un piatto semplice e popolare, nobilitato però da materie prime eccellenti e dalla maestria degli chef. Una proposta perfetta che rispecchia a pieno questa città, proiettata verso il futuro, ma con una grande attenzione all’ambiente, alle radici e all’integrazione.