“MA LA CUCINA È ANCHE UN’ESPERIENZA AFFETTIVA”
Invita a inventarci una coreografia di gesti
Nell'itinerario con la buongustaia Lina Bertola non può mancare un’escursione tra i piatti che alla filosofa riescono meglio. Per i lettori di “Réservé” spiega: «Oltre all’invenzione di svariatissime insalate, certamente i primi, soprattutto la pasta, al pomodoro, alle verdure o al pesce, ma sempre rigorosamente al dente (con qualche reticenza a volte da parte di ospiti e familiari). Le mie radici partenopee e la lunga convivenza con la mitica zia Eva, ottima cuoca che con ricette napoletane ha nutrito la mia prima giovinezza, anche in senso esistenziale, sono state una forma importante di educazione sentimentale».
Par di capire che per Lina Bertola la cucina è anche un’esperienza affettiva…
C’è una dimensione di gratuità, di piacere fine a sé stesso che trascende la necessità concreta di alimentarsi. Quando parlo delle gabbie della nostra cultura utilitaristica, del bisogno di andare oltre e di sperimentare l’inutile, porto spesso simbolicamente i miei interlocutori proprio in cucina, perché nell'atmosfera di quel luogo e dei suoi profumi ci dimentichiamo di chiederci a che cosa serva quello che stiamo facendo (domanda che purtroppo ci perseguita, impedendoci troppo spesso di assaporare il senso del nostro stare al mondo). Entrare in cucina può essere invece un invito ad inventarci una coreografia di gesti; forse non sempre ce ne rendiamo conto, ma quei gesti quotidiani possono rivelarsi momenti veri, di grazia e di senso.
E quando va al ristorante, il suo menu preferito?
Ovviamente scelgo le cose che preparo meno. Ho desideri altalenanti, periodici. A dispetto del mio amore per i filosofi greci, in questo momento il mio piatto preferito sono le carni, la tartare (difficile, nella sua semplicità), i filetti, la tagliata, gusti semplici però. E poi i dessert: tra me e la carta dei dolci c’è sempre un gioco un po’ perso, amo l’alimentazione sana, sto molto attenta a quello che metto nel piatto, ma ogni tanto qualche senso di colpa ci sta.