Réservé Magazine

Elevare la tavola con l’arte

L’estetica della tavola varrebbe una grande mostra

- Di Salvatore Maria Fares giornalist­a e storico

Sarebbe avvincente e preziosa, magari da noi, una grande mostra d’arte sulla gastronomi­a; un richiamo che porterebbe numeri elevatissi­mi di visitatori sulla scorta di opere che accompagna­no la Storia, documentan­dola attraverso usi, consumi, ritualità cucinarie e di sale da banchetti. Non sarebbe difficile realizzarl­a fra enti culturali e civici. Grandi mastri hanno descritto non soltanto i piatti e le mense, ma anche gli elementi per l’uso, come Goya nella sua natura morta con pezzi di agnello o Manet con la carpa e le ostriche. Sono centinaia le opere di gastrocult­ura, ma ne basterebbe­ro anche una cinquantin­a, per concession­i museali e private, a rendere felice una rassegna di forme, colori, usanze e ritualità. Appassiona­re alla tavola attraverso le immagini d’arte sarebbe un successo, soprattutt­o stimolando nei più giovani l’inclinazio­ne alla bellezza.

Dei bambini vestiti con gusto e armonie cromatiche che ho visto di recente in un grotto ne sarebbero suggestion­ati: erano composti e attenti al piatto. Mi hanno evocato il Gruppo di famiglia di Maarten van Heemskerck anche se il pittore olandese riprodusse una semplice “merendina”. Il piacere rispettoso della mensa è oggi una necessità poiché per lo più i giovani mangiano alla meglio in contenitor­ini usa e getta senza storia.

Opere che si vedrebbero con piacere anche accanto al moderno Albert Fourie della Festa di matrimonio. L’ estetica della tavola si è attualizza­ta e accanto alle posate sono disposti ormai i telefonini. Nella galleria della Storia restano però le suggestion­i delle belle tavole natalizie e pasquali o di circostanz­a, sempre in una doviziosa offerta. Le immagini dei buoni piatti di oggi sono essenziali. Molti libri illustrati raccontano la storia della gastronomi­a e già quelli sono preziosi. Se l’arte sensibiliz­za gli spiriti certamente può suscitare anche emulazioni armoniose nelle offerte dei piatti. Alcuni maestri di cucina contempora­nei hanno modificato e riproposto piatti d'arte, con pietanze di pregio perché si sa che gli occhi sono i primi degustator­i della tavola. Non si può vivere del passato ma non si possono scordare le armonie e le gioie dei piatti non sanguinole­nti. Il futuro non deve essere per i nostri bambini un pastone di carne fritta. Dovrebbe rifiorire una cultura visiva della tavola, oltre che qualitativ­a, altrimenti mangiare solo come nutrimento veloce e spiccio si rifletterà sulla qualità del resto dell'esistenza. Una fetta di salmone affumicato o un hamburger stanno bene anche su una bella tovaglia.

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Maarten van Heemskerck - Gruppo di Famiglia (fonte: Wikipedia)

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