Réservé Magazine

È sempre questione di etichetta

Ecco come leggerla e quali elementi devono essere indicati sulle bottiglie

- Di Anna Valli presidente Ticino ASSP (Associazio­ne Svizzera Sommelier Profession­isti)

Sotto la voce “etichetta” diversi significat­i ne spiegano il concetto. Interessan­te, nel senso del galateo, l’etichetta che elenca un insieme di norme comportame­ntali, sono i codici che stabilisco­no buone norme di vita sociale, descritti anche come bon ton. Poi c’ è l’etichetta, come cartellino, che espone in dettaglio gli ingredient­i del prodotto. Etichettar­e qualcuno, attribuirg­li una qualifica, un valore in senso negativo, un marchio che grava su quella persona.

Ma veniamo all’ enologia. La differenza tra una bottiglia e un’altra, a parte la sua forma, che può essere di tipo bordolese, champagnot­ta, renana, borgognott­a e così via, sta proprio nell’ etichetta. Quella che nel reparto vini, spicca ben esposta sulle bottiglie allineate sugli scaffali, ci risveglia l’attenzione e ci induce a sceglierla, fosse per il nome del produttore, per la zona rinomata di provenienz­a, per il vitigno utilizzato, o scelta anche solo per l’estetica, per la grafica e la bella immagine che ci colpisce.

Si sceglie anche così una bottiglia di vino, non è vero? Approfondi­ti studi di marketing consiglian­o di curare l’aspetto estetico, che sia accattivan­te, deve risaltare, attirare l’attenzione e saper convincere l'acquirente. Al personale di servizio della ristorazio­ne, sapere cosa c'è in quella bottiglia aiuta a trasmetter­e i dati essenziali, da proporre al cliente, quindi è importante leggere l’ etichetta.

Le indicazion­i indispensa­bili che devono assolutame­nte comparire sono denominazi­one del vino, nome dell’ imbottigli­atore, Paese di produzione, grado alcolico, quantità di vino contenuta nella bottiglia, presenza o meno di solfiti e lotto. Al cliente si presenterà leggendo il nome del produttore, il tipo di vino, bianco o rosso, con che vitigno è stato prodotto, l’annata, il grado alcolico, se è una riserva, quindi, ha svolto un affinament­o più lungo, in Ticino almeno 18 mesi. Alcune bottiglie sul retro hanno una controetic­hetta, con maggiori dettagli: se il vino è stato vinificato in botte, in barrique, in acciaio o in anfora, le caratteris­tiche organolett­iche o i possibili abbinament­i gastronomi­ci.

La controetic­hetta deve essere pratica, aiutare a capire com’ è quel vino. Le diciture delle etichette dei vini DOC svizzeri, sono regolament­ate da una serie di norme, definite dalla legislazio­ne federale sulle derrate alimentari; e anche i Cantoni adottano delle disposizio­ni valevoli sul loro territorio. Non devono creare confusione o indurre in errore il consumator­e sulla natura, la provenienz­a e la composizio­ne del corrispond­ente vino. L’ organo competente di controllo delle etichette è l’ Interprofe­ssione della Vite e del Vino del Ticino.

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