È sempre questione di etichetta
Ecco come leggerla e quali elementi devono essere indicati sulle bottiglie
Sotto la voce “etichetta” diversi significati ne spiegano il concetto. Interessante, nel senso del galateo, l’etichetta che elenca un insieme di norme comportamentali, sono i codici che stabiliscono buone norme di vita sociale, descritti anche come bon ton. Poi c’ è l’etichetta, come cartellino, che espone in dettaglio gli ingredienti del prodotto. Etichettare qualcuno, attribuirgli una qualifica, un valore in senso negativo, un marchio che grava su quella persona.
Ma veniamo all’ enologia. La differenza tra una bottiglia e un’altra, a parte la sua forma, che può essere di tipo bordolese, champagnotta, renana, borgognotta e così via, sta proprio nell’ etichetta. Quella che nel reparto vini, spicca ben esposta sulle bottiglie allineate sugli scaffali, ci risveglia l’attenzione e ci induce a sceglierla, fosse per il nome del produttore, per la zona rinomata di provenienza, per il vitigno utilizzato, o scelta anche solo per l’estetica, per la grafica e la bella immagine che ci colpisce.
Si sceglie anche così una bottiglia di vino, non è vero? Approfonditi studi di marketing consigliano di curare l’aspetto estetico, che sia accattivante, deve risaltare, attirare l’attenzione e saper convincere l'acquirente. Al personale di servizio della ristorazione, sapere cosa c'è in quella bottiglia aiuta a trasmettere i dati essenziali, da proporre al cliente, quindi è importante leggere l’ etichetta.
Le indicazioni indispensabili che devono assolutamente comparire sono denominazione del vino, nome dell’ imbottigliatore, Paese di produzione, grado alcolico, quantità di vino contenuta nella bottiglia, presenza o meno di solfiti e lotto. Al cliente si presenterà leggendo il nome del produttore, il tipo di vino, bianco o rosso, con che vitigno è stato prodotto, l’annata, il grado alcolico, se è una riserva, quindi, ha svolto un affinamento più lungo, in Ticino almeno 18 mesi. Alcune bottiglie sul retro hanno una controetichetta, con maggiori dettagli: se il vino è stato vinificato in botte, in barrique, in acciaio o in anfora, le caratteristiche organolettiche o i possibili abbinamenti gastronomici.
La controetichetta deve essere pratica, aiutare a capire com’ è quel vino. Le diciture delle etichette dei vini DOC svizzeri, sono regolamentate da una serie di norme, definite dalla legislazione federale sulle derrate alimentari; e anche i Cantoni adottano delle disposizioni valevoli sul loro territorio. Non devono creare confusione o indurre in errore il consumatore sulla natura, la provenienza e la composizione del corrispondente vino. L’ organo competente di controllo delle etichette è l’ Interprofessione della Vite e del Vino del Ticino.