Food trend, dove va la ristorazione post pandemia?
A pandemia quasi conclusa, per rianimare il settore della ristorazione e per stimolare la clientela a tornare a vivere occorrono nuove (o rinnovate) soluzioni. Rendere protagonisti gli avventori nella preparazione dei piatti è un'opzione, come illustrare loro la filiera produttiva delle materie prime, o magari offrire format a tema incentrati sui loro interessi.
Soprattutto dopo la pandemia, che ha bloccato a lungo gran parte delle possibilità di svago e ha inferto un duro colpo all’equilibrio psicologico dei più, i ristoranti debbono necessariamente ricorrere a elementi che possano tornare a stimolare le persone a uscire di casa per godere di esperienze inedite, multisensoriali, appagando i bisogni di autenticità, trasparenza, salutismo. Non è un caso che oggi molti locali offrano ai propri clienti modalità alternative per “partecipare” alla creazione della portata prescelta: come le pasticcerie che propongono aromi iniettabili direttamente nei dessert, o le steak house dove i piatti di carne e verdure sono cotti al tavolo, dai commensali, sulla pietra lavica. Inoltre, si fa sempre più strada la tendenza a ricercare piatti esteticamente appaganti e policromi, come fa Flower Burger col suo format, proponendo panini vegani coloratissimi e con ingredienti naturali.
I farm restaurant: qui fornitori e ristoratori si fondono in un progetto unico
Altresì non è un caso che sono sempre più i ristoranti che si focalizzano su prodotti del territorio e a Km0, raccontando la storia dei propri fornitori e dando spazio alle realtà esterne che collaborano con il loro progetto. Già da tempo si punta sulla trasparenza, offrendo informazioni sui prodotti, sulla provenienza delle materie prime, sui metodi di cottura e sui motivi di tali scelte, senza trascurare le proprietà degli ingredienti e i valori nutrizionali di ogni piatto del menù. Conoscere gli ingredienti, la loro provenienza, la filiera produttiva in tutti i suoi passaggi, è parte integrante del consumo, una caratteristica che aggiunge valore e rende più ricca l'esperienza del pasto. A testimoniarne l’importanza, la nascita e diffusione dei farm restaurant: agriturismi 2.0.
Crescono intolleranze e veganesimo: s'impongono menù con cibi free from
Il boom dei cibi free from è una conseguen
za dell'aumento esponenziale delle intolleranze verso alcuni tipi di ingredienti, così come l'adesione sempre più massiccia a particolari stili alimentari. L'offerta dei ristoranti, anche quelli fast food, deve fare i conti con queste nuove esigenze e, per restare al passo con i tempi, non possono mancare alternative vegetariane, vegane, gluten free, lactose free, nichel free. Chiaramente, aprire un ristorante capace di far fronte a tutti i tipi di allergie non è semplice, c'è chi lo ha fatto in Canada, il ristorante Zero8, rivolto a tutte le persone che hanno gravi allergie, ma purtroppo il format ha chiuso i battenti a causa della poca sostenibilità del progetto. Questo non significa che i ristoranti non possano adoperarsi per accontentare una clientela più ampia.
Anche la tecnologia è una risorsa per diversificare l'offerta e appagare i clienti
Un altro format da ricordare, in questo caso per la tecnologia, è Vitamojo di Londra. Un fast food che offre soluzioni innovative per coloro che vogliono nutrirsi in modo salutare e sono amanti dell'hi-tech. Tramite l'app ufficiale è possibile ordinare il proprio pasto scegliendo le varie componenti: carboidrati, proteine, salse. Nell'app, la scelta dinamica degli ingredienti è abbinata al calcolo in diretta del prezzo, delle calorie e dei valori nutrizionali del piatto che si sta creando, in modo chiaro e trasparente. Con la crescente consapevolezza di ciò che mangiamo, la trasparenza non poteva che essere una tendenza in ascesa. Conoscere gli ingredienti, la loro provenienza, la filiera produttiva in tutti i suoi passaggi, è parte integrante del consumo, una caratteristica che aggiunge valore e rende più ricca l'esperienza del pasto.
Per catturare un target più giovanile, i locali pop-up sono un'ottima opzione
Infine, sulla base di uno studio secondo il quale i giovani preferiscono spendere per fruire di un'esperienza più che per l'acquisto di beni e servizi, sono nati i ristoranti pop-up, che puntano a coinvolgere le community di fans di serie tv o di romanzi, o gli appassionati di uno sport, i bistrot che offrono cene con spettacolo e i locali tematici, che puntano all'utilizzo di un solo ingrediente. Tre esempi di questa macro tendenza? The Avocado Show (Amsterdam), che ha un menù quasi del tutto basato sull'avocado; Upcicle, primo bike bistrot d'italia (Milano), che è dedicato agli appassionati di bicicletta; Frankly, prima catena italiana di bubble tea, dove è possibile trovare i tè con le bolle più gettonati, tutti realizzati con materie prime naturali e personalizzabili, come il fruit tea, a base di tè verde al gelsomino disponibile in vari gusti alla frutta, accompagnato dalle palline alla frutta, e il caramel latte macchiato, drink a base di caffelatte e caramello, accompagnato da perle di tapioca o panna montata.