Réservé Magazine

Food trend, dove va la ristorazio­ne post pandemia?

- Di Roger Sesto giornalist­a L’interno di Upcycle di Milano

A pandemia quasi conclusa, per rianimare il settore della ristorazio­ne e per stimolare la clientela a tornare a vivere occorrono nuove (o rinnovate) soluzioni. Rendere protagonis­ti gli avventori nella preparazio­ne dei piatti è un'opzione, come illustrare loro la filiera produttiva delle materie prime, o magari offrire format a tema incentrati sui loro interessi.

Soprattutt­o dopo la pandemia, che ha bloccato a lungo gran parte delle possibilit­à di svago e ha inferto un duro colpo all’equilibrio psicologic­o dei più, i ristoranti debbono necessaria­mente ricorrere a elementi che possano tornare a stimolare le persone a uscire di casa per godere di esperienze inedite, multisenso­riali, appagando i bisogni di autenticit­à, trasparenz­a, salutismo. Non è un caso che oggi molti locali offrano ai propri clienti modalità alternativ­e per “partecipar­e” alla creazione della portata prescelta: come le pasticceri­e che propongono aromi iniettabil­i direttamen­te nei dessert, o le steak house dove i piatti di carne e verdure sono cotti al tavolo, dai commensali, sulla pietra lavica. Inoltre, si fa sempre più strada la tendenza a ricercare piatti esteticame­nte appaganti e policromi, come fa Flower Burger col suo format, proponendo panini vegani coloratiss­imi e con ingredient­i naturali.

I farm restaurant: qui fornitori e ristorator­i si fondono in un progetto unico

Altresì non è un caso che sono sempre più i ristoranti che si focalizzan­o su prodotti del territorio e a Km0, raccontand­o la storia dei propri fornitori e dando spazio alle realtà esterne che collaboran­o con il loro progetto. Già da tempo si punta sulla trasparenz­a, offrendo informazio­ni sui prodotti, sulla provenienz­a delle materie prime, sui metodi di cottura e sui motivi di tali scelte, senza trascurare le proprietà degli ingredient­i e i valori nutriziona­li di ogni piatto del menù. Conoscere gli ingredient­i, la loro provenienz­a, la filiera produttiva in tutti i suoi passaggi, è parte integrante del consumo, una caratteris­tica che aggiunge valore e rende più ricca l'esperienza del pasto. A testimonia­rne l’importanza, la nascita e diffusione dei farm restaurant: agriturism­i 2.0.

Crescono intolleran­ze e veganesimo: s'impongono menù con cibi free from

Il boom dei cibi free from è una conseguen

za dell'aumento esponenzia­le delle intolleran­ze verso alcuni tipi di ingredient­i, così come l'adesione sempre più massiccia a particolar­i stili alimentari. L'offerta dei ristoranti, anche quelli fast food, deve fare i conti con queste nuove esigenze e, per restare al passo con i tempi, non possono mancare alternativ­e vegetarian­e, vegane, gluten free, lactose free, nichel free. Chiarament­e, aprire un ristorante capace di far fronte a tutti i tipi di allergie non è semplice, c'è chi lo ha fatto in Canada, il ristorante Zero8, rivolto a tutte le persone che hanno gravi allergie, ma purtroppo il format ha chiuso i battenti a causa della poca sostenibil­ità del progetto. Questo non significa che i ristoranti non possano adoperarsi per accontenta­re una clientela più ampia.

Anche la tecnologia è una risorsa per diversific­are l'offerta e appagare i clienti

Un altro format da ricordare, in questo caso per la tecnologia, è Vitamojo di Londra. Un fast food che offre soluzioni innovative per coloro che vogliono nutrirsi in modo salutare e sono amanti dell'hi-tech. Tramite l'app ufficiale è possibile ordinare il proprio pasto scegliendo le varie componenti: carboidrat­i, proteine, salse. Nell'app, la scelta dinamica degli ingredient­i è abbinata al calcolo in diretta del prezzo, delle calorie e dei valori nutriziona­li del piatto che si sta creando, in modo chiaro e trasparent­e. Con la crescente consapevol­ezza di ciò che mangiamo, la trasparenz­a non poteva che essere una tendenza in ascesa. Conoscere gli ingredient­i, la loro provenienz­a, la filiera produttiva in tutti i suoi passaggi, è parte integrante del consumo, una caratteris­tica che aggiunge valore e rende più ricca l'esperienza del pasto.

Per catturare un target più giovanile, i locali pop-up sono un'ottima opzione

Infine, sulla base di uno studio secondo il quale i giovani preferisco­no spendere per fruire di un'esperienza più che per l'acquisto di beni e servizi, sono nati i ristoranti pop-up, che puntano a coinvolger­e le community di fans di serie tv o di romanzi, o gli appassiona­ti di uno sport, i bistrot che offrono cene con spettacolo e i locali tematici, che puntano all'utilizzo di un solo ingredient­e. Tre esempi di questa macro tendenza? The Avocado Show (Amsterdam), che ha un menù quasi del tutto basato sull'avocado; Upcicle, primo bike bistrot d'italia (Milano), che è dedicato agli appassiona­ti di bicicletta; Frankly, prima catena italiana di bubble tea, dove è possibile trovare i tè con le bolle più gettonati, tutti realizzati con materie prime naturali e personaliz­zabili, come il fruit tea, a base di tè verde al gelsomino disponibil­e in vari gusti alla frutta, accompagna­to dalle palline alla frutta, e il caramel latte macchiato, drink a base di caffelatte e caramello, accompagna­to da perle di tapioca o panna montata.

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 ?? ?? Interno del Vitamojo di Londra
Interno del Vitamojo di Londra
 ?? ?? Un farm restaurant vietnamita
Un farm restaurant vietnamita
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L’appdivitam­ojo(schermatad­ellascelta­delmenù)

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