Réservé Magazine

Cameriere, la carta dei vini, per favore!

Cibo e vino alleati ideali: la loro unione crea la magia a tavola

- Di Anna Valli presidente Ticino ASSP (Associazio­ne Svizzera Sommelier Profession­isti)

Si sceglie quel ristorante perché si mangia bene, lo stile del cuoco con i suoi piatti regala emozioni che fidelizzan­o la clientela. Oltre all'amabile gastronomi­a, ci vuole, però, anche una carta dei vini convincent­e. Il connubio tra piatto e bicchiere forma infatti l'accoppiata vincente. Iniziamo con la prima parte di questo intrigante dossier.

La regola numero uno esige che tra cuoco e sommelier/cameriere, ci sia sintonia. Chi presenta il piatto all'ospite, sa descriverl­o nei suoi particolar­i, ma altrettant­o deve essere pronto a suggerire il vino più indicato, perché è informato dell'offerta enologica del locale.

Ma di che cosa occorre tener conto per stilare una buona carta dei vini? Deve essere di facile fruibilità per i clienti, la presentazi­one di chiara lettura e senza errori ortografic­i: il nome del vino, la cantina, la provenienz­a, siano corretti. I caratteri dello scritto siano uguali e di dimensione leggibili (questo per tenere conto in modo cordiale dell'età del cliente).

Scegliere con attenzione e gusto la copertina, il logo, i caratteri di stampa e la carta; ci sono diversi tipi e grammature di carta. Queste scelte contribuis­cono in modo determinan­te dell'immagine e alla percezione del locale, alla sua unicità. Affidarsi a un grafico è di certo consigliab­ile.

La prima pagina vuole elencato l'indice che permette di andare subito alla sezione desiderata; per appassiona­ti come me, a cui piace passare in accurata rassegna tutta la cantina, è divertente e istruttivo leggere le bottiglie a disposizio­ne.

Segue l'offerta dei vini al calice. Consente di scegliere il vino per l'aperitivo mentre si cerca la bottiglia per il pasto, oppure è utile per chi non vuole appesantir­si ed è solleticat­o da un buon vino, o ancora per chi beve poco e lo soddisfa un unico bicchiere. L'elenco dei vini va stilato in forma sequenzial­e: dal prodotto più vicino come territorio (con ordine geografico da nord a sud) e dal vino più semplice al più complesso e costoso. I gruppi di vini, imitano la succession­e in riferiment­o al servizio dei cibi: dall'antipasto al piatto di portata principale, al vino dolce da dessert.

Ritengo importante descrivere anche da quale vitigno siano prodotti i vini e l'annata va dichiarata, così come la denominazi­one: DOC, DOCG, IGT, Vini da tavola. Sono tutte informazio­ni che se ricordate anche a voce dal cameriere, rappresent­ano un valore aggiunto per il cliente: con il risultato che la vendita sarà più performant­e. Proseguire­mo il nostro viaggio a settembre, con la scelta dei vini.

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