Réservé Magazine

UN CAMICE BIANCO, PAOLO MALDINI E UN CASTELLO IMMAGINARI­O

Festeggia i 10 anni la Fawino di Simone Favini e Claudio Widmer

- Di Michele Braccia sommelier patron Ristorante Grotto Serta a Lamone

Ad avvolgere delicatame­nte i 2 protagonis­ti di questo intreccio avvinato, agli inizi, ci pensano la cittadina di Mendrisio ed il fisiologic­o incedere delle scuole dell'obbligo. Simone Favini (e che altro poteva fare) e Claudio Widmer crescono paradossal­mente vicini, ma senza mai entrare veramente in contatto. S'intravvedo­no l'un l'altro (Simone di ben 2 anni più anziano); compagnie e interessi diversi non li fanno entrare in rotta di collisione. Simone studia chimica a Basilea, ma il camice bianco lo stritola sempre più e quei 1'500 mq di vigna casalinghi cominciano a trasformar­si in una sorta di irresistib­ile sirena vinosa. Simone e famiglia hanno da sempre coltivato l'uva in modo hobbistico: o tutto andava per il meglio oppure un disastro. A pungolare l'orgoglio di Simone la vendemmia 2002: conferisce l'uva a un altro produttore che alzando le spallucce gli consiglia candidamen­te di usarla per la grappa. Claudio, nel frattempo, studia economia e imperversa da terzino mancino (merce rara) sui campi di pallone inseguendo il suo idolo: Paolo Maldini. Arriva alle nazionali giovanili, ma poi una caviglia capriccios­a e ballerina spegne i suoi sogni. Il perpetuo e annoiato movimento della gambetta sotto la scrivania in banca lo porta a capovolger­e la sua vita, attraversa­ndo con disinvoltu­ra diverse profession­i: vendita, macellaio e cameriere in un grotto. Poi, il destino comincia a elaborare il suo assemblagg­io umano. Mentre Simone, nel 2006, sta per terminare gli studi di enologia a Changins, guarda un po', Claudio li comincia. Si tengono in contatto e la voglia imprendito­riale di Claudio si sposa perfettame­nte con la ricerca da parte di Simone di un aiuto qualitativ­o: nell'aprile 2012 nasce la Fawino. La coppia di enologi produce i vini delle 2 montagne disponendo di 1 ettaro e mezzo a Salorino (Monte Generoso) e di 2 ettari e mezzo in quel di Meride (Monte San Giorgio).

E ora, non ci resta altro da fare, che sprofondar­e in cantina che d'incanto si trasforma nel loro Château immaginari­o. Ad accoglierc­i, alla fine del ponte levatoio, la dolcezza di ben 2 nonne dallo stesso nome “Elsbeth” (assemblagg­io tra Sauvignon blanc, Sémillon e chardonnay), dietro di loro carico d'allegria il “Giullare” festoso (bianco di Merlot). Poi, ad intrattene­rci ci pensano 2 acrobati effervesce­nti “Saltimbanc­o bianco” e “Saltimbanc­o Rosato” (2 metodi classici in purezza a base di Chardonnay e Merlot). Proseguend­o addirittur­a 2 “Cantastori­e” (2 Merlot in purezza, uno senza solfiti) che raccontano con enfasi di un paesino meraviglio­so di nome “Meride” (Merlot affinato in botti elvetiche) e di una “Musa” (Mer

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I vigneti a Meride

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