FRAMMENTI DI STORIA
Ilampada da parete di Hind Rabii, in metallo con finiture oro, argento, rame, cromo e marmo, da 476 €. Lampada da terra Venere Composizione N° 12, di Antonio Mazzetti per Studio Linea, in lastre di metacrilato assemblate asimmetricamente per un e etto scultoreo, 2.500 €. Tavolo di Boca do Lobo, “spaccato” come un reperto, 8.610 €. Comò optical con figure in foglia d’oro Gladiatori di Carol Alt per Alchymia. l passato è da sempre un formidabile crogiolo di ispirazioni. Lo è per le immagini che contiene e che di continuo si rimescolano, lo è psicologicamente perché fomenta nostalgia, rimpianto, l’aggrapparsi alle radici, la curiosità di sapere come erano e chi erano quanti ci hanno preceduti: potenti molle creative. Soprattutto nei periodi di crisi dà certezze mentre tutto intorno è incerto. A metà dell’800, tra guerre e rivoluzioni nazionali, furono i concetti di revival e storicismo a dettare legge nell’arte e nell’arredamento nobile e borghese: Neorinascimento e Neogotico ne furono le declinazioni più frequentate. Un secolo e qualcosa più tardi toccò al Postmoderno cercare, con una certa compiaciuta prosopopea, il contatto con la storia come reazione a un Modernismo che, perso il fuoco originario, si era fatto stilismo, maniera, banalità. Oggi assistiamo a un analogo fenomeno di “sguardo a ritroso”. Si cercano e si trovano matrici creative nella Preistoria, nell’Età classica, nel Rinascimento come nel Barocco o nell’Età industriale: non si imita, ovviamente, altrimenti si rientrerebbe nel dominio del mobile d’arte o del cosiddetto antiquariato moderno. Piuttosto, aprendo nuove correnti di design, si innestano, su mobili, complementi e luci, elementi ripresi dalle arti del passato o dalla teoria delle rovine, ritagli, spunti, flash, epifanie dell’imagerie di ieri e dell’altro ieri: il frammento è l’unità di misura di questa tendenza che potremmo definire postclassica, la citazione ironica e decontestualizzata ne è invece lo stilema a cui più spesso si ricorre.