PRÊT-À-HABITER
Mobili e moda, design & fashion: un amore tormentato. Vico Magistretti lo rifiutava, ne condannava la promiscuità che trovava contaminasse il design di elementi transeunti che sfuggivano alla ratio della fattibilità industriale. D’altro canto la discesa in campo degli stilisti, da Fendi ad Armani, con le loro collezioni casa, attesta in modo incontrovertibile l’esistenza di un’affinità tra i due ambiti nel segno della creatività. Tra tali poli antitetici, si è poi insinuata nel tempo una terza via – quella che qui ci interessa – che ha molto a che fare con la cultura pop, l’estetica dell’analogia e il divertissement. Un territorio stilistico in forte espansione, tanto che si può definirlo una vera tendenza, che prende a prestito gli oggetti della moda e più in generale lo strumentario della sartoria e gli stilemi senza tempo dell’eleganza per farne spunto, spesso ironico, di arredi, lampade e complementi. Con una delle sue magie, per esempio, Studio Job tramuta, ingigantendolo, il ditale da sarta in un secchiello portaghiaccio dai riflessi dorati. Un rocchetto oppure un cappello a cilindro stile Fred Astaire divengono tavolini o sgabelli, una collana sovradimensionata si fa “preziosa” cornice di uno specchio; e così via. Lo spazio per l’invenzione è amplissimo e qui ve ne diamo un assaggio, condito di approfondimenti che mostrano quanto la moda influenzi oggi il design e viceversa.