Sotto il segno del Toro
per il 100° della nascita del fondatore Ferruccio Lamborghini, la Casa ha creato la supercar
Future car. UNDER THE SIGN OF THE BULL.
Rispetto a dieci anni fa il suo modo di progettare si è ampliato. Se già operava per accordare cantiere e arredo, ora la sua visione si lascia contaminare dalla moda, dall’arte contemporanea, fino a usare spazi e oggetti insoliti, quasi primitivi, mediante i quali un progetto diventa riconoscibile, unico. «Alla serialità oggi preferisco spazi e dinamiche più “affettuose”. Amo inserire dressing, shoes e bags room, colloco vasche surdimensionate nella camera da letto come quinte acquatiche. La cucina entra in scena, diventa scenografica e fa parte del living. sopra: uno spazio estroso, il rifugio sull’albero. LAMBORGHINI, LAMBORGHINI’S Fra le “italiane” più amate di sempre, un posto di rilievo spetta alle Lamborghini. Le più recenti si chiamano corrono nel solco della tradizione ma puntano dritto al futuro a suon di geometrie aerodinamiche e materiali così all’avanguardia da promuovere la collaborazione col Mit di Boston (Massachusetts Institute of Technology) per progettare l’auto del futuro. Il riconoscimento migliore nel centenario del fondatore, Ferruccio Lamborghini, e nei 50 anni di l’auto simbolo, nata nel 1966, capace di conquistare subito persone comuni e star internazionali. Dean Martin, Miles Davis, Tony Curtis, Twiggy e Frank Sinatra, che pare amasse ripetere: «Chi vuole sembrare qualcuno compra una Ferrari, chi è già qualcuno compra una Lamborghini».