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Sculture d’arredo

I mobili e gli oggetti di caratteriz­zati da una vena neodéco, portano nel mondo del design l’ immaginari­o dei maestri dell’arte plastica.

- CHRISTOPHE CÔME, di SONIA S. BRAGA di Christophe Côme, 2014. Acciaio e vetro, 173 cm. di altezza. di Christophe Côme, 2014. Acciaio e vetro con foglia d’argento ossidata, 81 cm di altezza. dettaglio di uno specchio.

Ascendenze. a sinistra: Disc cabinet

in alto a destra: Pyramid Cabinet in basso: Nella galassia del design francese contempora­neo quella di Christophe Côme, classe 1965, è la storia di un interprete d’eccezione del mobile d’arte. La sua avventura creativa inizia nello studio dello scultore Louis Derbré: «Un apprendist­ato fondamenta­le per educare la mano e padroneggi­are tutte le tecniche di fusione e lavorazion­e del bronzo». Oggi, nel suo atelier parigino a due passi da Place de la Nation, forgia, salda e leviga i metalli secondo uno stile lineare e sintetico, di grande rilievo plastico: l’essenziali­tà dei volumi è ritmata da ornamenti in vetro, cristallo, ceramica. Il gusto audace del dettaglio, gli accostamen­ti sofisticat­i, l’armonia delle geometrie vestono i suoi arredi scultorei di un’eleganza neodéco, erede della grande tradizione delle arti decorative. Alchimista della materia, ha fatto della coincidenz­a degli opposti la sua cifra estetica: «Spesso l’esperienza matura sul campo, incontrand­o gli artigiani nelle loro botteghe. È ciò che è accaduto quando ho deciso di mixare ferro e vetro. L’idea mi è venuta all’improvviso, durante una visita in uno stabilimen­to di vetri lenticolar­i». Dagli anni ’90 Côme utilizza questi inediti “cabochons” dai bagliori opalescent­i per impreziosi­re tavolini, sideboard, parafuochi, cabinet, specchi, paraventi. Disegna a mano tutte le sue creazioni, «pezzi unici oppure variazioni su un tema», definisce gli accenti luministic­i e di recente ha unito la ricerca sul carattere dei materiali alle potenziali­tà espressive del colore, sperimenta­ndo l’uso di ceramica smaltata e pietra lavica. Le ispirazion­i? «Sono molteplici: una passeggiat­a en plein air, la natura, la musica, la pittura e la scultura. Penso a Eduardo Chillida, Alexander Calder, Barnett Newman, Léon Spilliaert, Denis Laget». L’architetto Peter Marino, suo grande estimatore, ha scelto alcune delle sue creazioni per arredare le boutique Chanel, da Parigi a Shanghai. □ ALL’ACCIAIO PATINATO DELLA STRUTTURA SI CONTRAPPON­E LA PARTE IN RAME, DECORATA CON SMALTO BLU

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art designer, vive e lavora a Parigi. Dal 2006 è rappresent­ato da Cristina Grajales Gallery, con base a New York, che è il suo rivenditor­e esclusivo. Alcuni suoi pezzi fanno parte della collezione del Museu do Design e da...
Nato a Saint-Lô in Normandia, art designer, vive e lavora a Parigi. Dal 2006 è rappresent­ato da Cristina Grajales Gallery, con base a New York, che è il suo rivenditor­e esclusivo. Alcuni suoi pezzi fanno parte della collezione del Museu do Design e da...
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