SCATOLA MAGICA
Due palazzine tardo Ottocento sono diventate, con un intervento architettonico coraggioso, uno spazio spettacolare e pieno di luce. Con CITAZIONI INDUSTRIALI , arte antica e design contemporaneo.
Alle porte di Parigi, giusto al limite del 16esimo arrondissement (quello che per tradizione è il più borghese e altolocato di tutti), c’è uno strano edificio. Jekyll & Hyde, verrebbe da pensare: sopra una base tardo Ottocento, infatti, è posata una scatola in metallo e vetro. Due anime che più diverse è di cile per lo stesso edificio. Il progetto è dell’architetto d’interni Joseph Karam, nativo del Libano ma da lungo tempo stabilito in Francia, che ne ha fatto la sua abitazione. «Si tratta di due vecchie palazzine che ho unito in un solo corpo», spiega. «Le ho viste per la prima volta nel 2003, derelitte, semidistrutte: uno spettacolo inusuale per quest’area della città, dalle strade impeccabili. Il luogo mi ha colpito subito per la sua identità forte nel contesto urbano. Nel 19esimo secolo erano il laboratorio di uno scultore, e negli anni successivi sono sempre appartenute ad artisti. Un passato che mi è piaciuto: così ho deciso di acquistare le due strutture, un’unica proprietà, per riportarla all’antico splendore». Aggiungendoci un intervento dichiaratamente contemporaneo, però: la struttura è stata raddoppiata, e gli interni radicalmente rivisti.
Il processo di trasformazione è stato lungo: dopo l’acquisto, nel 2003, si sono succeduti dieci anni di studi, di richieste di permessi, di lavori. L’idea di mantenere la facciata originale è stata una richiesta esplicita dell’amministrazione cittadina, e ha imposto specifici interventi strutturali; la gabbia in metallo soprastante è stata ispirata da edifici nelle vicinanze. Il risultato è altamente spettacolare. Si entra in un soggiorno di 50 metri quadri con annessa sala da pranzo (altri 18 metri quadrati), con so tti alti 6 metri. Tutto immerso nella luce che di giorno entra dalle grandi vetrate, o in quella irraggiata da una grande plafoniera high tech, progettata appositamente, che riempie lo spazio di un chiarore etereo («Una remi-