IDEE D’ARTE E DI POESIA
A Vicenza le creazioni di e dei progettisti-artisti della sua “factory”. RICCARDO BIANCHI
Al design Cleto Munari è arrivato nel 1972: «Più o meno all’età della pensione», scherza lui, che di anni ne conta oggi 86. Da allora ha sfornato idee e prodotti in continuazione. Argenti, ceramiche, gioielli, penne, mobili e tappeti. Disegnati di persona e dai tanti artisti, progettisti, pure scrittori – da Mimmo Paladino a Sandro Chia, da Carlo Scarpa a Marcello Morandini, da Toyo Ito a Mario Botta, da Dario Fo a Lawrence Ferlinghetti – che nel tempo ha associato alla sua “factory”. Talento e talent scout, insomma, capace di mille idee e altrettanti entusiasmi, pronto a trascinare l’altrui inventiva in campi a essa incogniti. Un imprenditore sui generis, geniale, ludico, ironico, impermeabile alle mode quanto straripante di gusto e sensibilità, empatico con l’interlocutore tanto da soggiogarlo al suo fascino affabulatore. Tutto questo si percepisce nell’antologica “Mondocleto. Il design di Cleto Munari” che si terrà dal 18 marzo al 10 giugno a Vicenza nel palladiano Palazzo Chiericati. Dice Munari: «100 pezzi, per il 50% di mia creazione, con mobili e tappeti in evidenza. C’è anche il mio preferito, il tavolo un tributo a Venezia, ai suoi colori». Al quale Angela Vettese, critico di valore e direttore artistico di Arte Fiera Bologna, ha reso omaggio così: non è un tavolo, è una poesia». WHO’S WHO Veronese) In mostra. SOPRA: madia
disegnata da Mimmo Paladino. IN BASSO A SINISTRA: «Il mio pezzo iconico», tavolo Palafitte di Munari, in mostra a Vicenza a “Mondocleto. Il design di Cleto Munari”, Palazzo Chiericati, fino al 10 giugno.