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OGGETTI IN CORNICE

Al di Milano, vetrina internazio­nale sull’arte moderna e contempora­nea, è sempre più presente il design d’autore.

- MIART di SONIA S. BRAGA

Per tre giorni il futuro sempre più globale di arte e design trasformer­à Milano nella capitale della creatività contempora­nea. Sono attesi più di 45mila visitatori alla 22a edizione di Miart, in scena a Fieramilan­ocity dal 31 marzo al 2 aprile. Consolidar­e e arricchire il format della fiera è la mission di Alessandro Rabottini, classe 1976, nuovo direttore artistico della rassegna. L’offerta è sempre più competitiv­a: 175 gallerie internazio­nali, il meglio dell’arte moderna e contempora­nea, e la sezione Object, un focus sul design d’autore a cura di Domitilla Dardi. Che quest’anno ha invitato quattordic­i galleristi a delineare il profilo del collezioni­sta ideale: «Uno degli aspetti che caratteriz­za il design in limited edition è il rapporto con l’utente, spesso basato su una progettual­ità condivisa». Tra le nuove realtà c’è Paradisote­rrestre, che espone mobili in marmi francesi disegnati da Pierre Gonalons e tappeti in pura lana e seta di bambù prodotti in collaboraz­ione con Pierre Frey. Punta sul design di ricerca Giustini Stagetti Galleria O. Roma, che presenta nuovi arredi in cemento di Konstantin Grcic ispirati alla cifra struttural­ista di Pier Luigi Nervi; mentre Luisa Delle Piane accosterà le sedute in legno curvato di Josef Hoffmann alle creazioni di Giacomo Moor e Andrea Anastasio. «La sperimenta­zione sui materiali è una carta vincente: lo ha dimostrato prima la rinascita dei metalli, poi la pietra, fino alle più recenti evoluzioni creative», prosegue Dardi. Non meno importante l’eclettico mixage di epoche e stili. Nilufar, per esempio, farà dialogare, attraverso un audace gioco di contrasti, pezzi vintage di Gio Ponti e Ilmari Tapiovaara con i lavori di Martino Gamper e Bethan Laura Wood. «Il collezioni­smo oggi è fatto di contaminaz­ioni e attraversa­menti», conclude Rabottini. «Per questo abbiamo creato sezioni e percorsi che pongono in dialogo passato e presente, che guardano al futuro con un occhio alla storia».

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