DUE ALBERI PER L’URBE
Come una galleria d’arte. sopra: un grande spazio libero accoglie l’opera Spine d’acacia - contatto, maggio 2005, 2005. pagina seguente: un lungo cammino creativo, da 1990, all’installazione Terra su terra-tronco, del 2015. non consentivano la percezione delle opere nella loro interezza. Qui è tutto diverso, gli spazi sono ottimali, si può girare intorno alle sculture, e anche guardarle dall’alto, comprendere come “reagiscono” al contesto. Una specie di anteprima di come appariranno una volta esposte».
Vivificato dall’azione di Penone – dal suo stesso respiro, verrebbe da dire, pensando a un’intervista in cui l’artista spiegava come «il respiro è una forma invisibile, ma è già una forma di scultura che ci accompagna nel corso della vita» – l’ex deposito si modifica e diventa a sua volta un’opera d’arte, un paesaggio antropizzato che influisce sulla creazione. Si tratta di una sequenza di moduli squadrati di cemento serviti da carriponte e intestati da una rampa elicoidale ad ampio raggio che a noi ha ricordato quella del Lingotto su cui si arrampicavano le Fiat per il collaudo. «Ora che mi ci fa pensare, la rampa crea in effetti un contrasto espressivo tra il quadrato e il tondo, immette nell’ambiente un elemento organico. C’è un altro vantaggio in questa location: i vari lavori, dagli alle possono sostare a lungo, sono come in un’esposizione. Finiti o in divenire, è possibile soffermarsi sui vari passaggi esecutivi, scoprirne i “messaggi” nascosti che magari d’acchito sfuggono anche all’autore. La scultura è frutto di un processo assai più complicato rispetto a quello della pittura, e, nell’opera compiuta, tanti momenti della realizzazione sono scarsamente percepibili e spesso nemmeno visibili. È più simile all’architettura, richiede, come quella, una progettazione e poi uno sviluppo