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Fantasia diffusa

Libero corso all’estro e all’invenzione in un appartamen­to di MANHATTAN ricco di contrasti cromatici e di ardite geometrie. Un susseguirs­i di soluzioni scenografi­che che ha il proprio fulcro in una biblioteca molto particolar­e.

- interior design di KELLY BEHUN testo di DOMINIC BRADBURY — fotografie di RICHARD POWERS

Con il blu intenso e seducente delle pareti laccate e del divano rivestito da morbidi velluti e con il luccichio della foglia d’oro che impreziosi­sce il so tto, la biblioteca è una delle stanze più emblematic­he di questo appartamen­to di Park Avenue. Ne è convinta Kelly Behun, l’interior designer americana, che ha tradotto in soluzioni progettual­i le suggestion­i della proprietar­ia, una collezioni­sta d’arte sempre in giro per il mondo, con una numerosa famiglia, che comprende figli e nipoti. Dopo aver notato alcuni lavori di Kelly Behun sulle pagine delle più importanti riviste d’arredament­o, la cliente l’ha contattata proponendo­le di creare una residenza che soddisface­sse le esigenze di tre generazion­i.

«La biblioteca riflette pienamente il mio gusto», spiega Behun. «Si trattava di individuar­e la giusta nuance di blu, così abbiamo provato una dozzina di colori prima di trovare la tonalità che avevamo in mente. La mia cliente aveva usato quel tipo di blu in una delle case in cui aveva abitato, e nella sua nuova residenza di Manhattan voleva che fosse ripresa esattament­e quella precisa sfumatura cromatica. Da parte mia, invece, volevo realizzare un so tto rivestito in foglia d’oro, una vera novità per la padrona di casa. L’e etto è stato decisament­e soddisface­nte:

dall’accostamen­to tra il blu e l’oro è nato qualcosa di speciale». Kelly Behun – che prima di fondare il proprio studio newyorches­e aveva lavorato con il team di designer di Ian Schrager, il famoso imprendito­re dell’industria alberghier­a, e aveva collaborat­o con Andrée Putman e Philippe Starck – per questo progetto è partita da zero. La sua cliente aveva comprato due appartamen­ti, più la porzione di un terzo, in un elegante building degli anni ’40 su Park Avenue, con l’idea di accorparli in un’unica casa. Con una superficie di più di 500 metri quadrati e la possibilit­à di creare sette camere da letto, l’appartamen­to si presentava generoso, sia nell’estensione sia nelle proporzion­i. Negli ambienti non c’erano decorazion­i che legassero la residenza all’epoca di costruzion­e, e in tal modo l’interior designer e la padrona di casa hanno potuto sviluppare liberament­e la loro idea di restyling, o rendo una spiccata personalit­à agli interni.

«La proprietar­ia non temeva di azzardare con i colori e le forme», spiega Behun. «Da parte mia, ho cercato di interpreta­re al meglio le sue idee per l’arredament­o, lasciando che fosse lei a stabilire la cifra stilistica del progetto. In genere non sono solita accostare di erenti motivi decorativi e la mia palette di colori tende a essere più neutra. È stato molto stimolante lavorare con lei, perché mi ha spinto a cimentarmi con soluzioni di stile inedite. L’appartamen­to rispecchia perfettame­nte il suo carattere, e con questo l’obiettivo è stato raggiunto».

Naturalmen­te, la biblioteca, un ambiente emblematic­o che riassume in sé il gusto di questo progetto, è soltanto una delle componenti dell’intervento. L’interior designer ha utilizzato una ricca selezione di carte da parati e di fantasie per le camere da letto, in particolar­e per la stanza dei nipoti, che sono giovani e giovanissi­mi. Un altro spazio esuberante è il grande soggiorno, impreziosi­to da una carta da parati di Schumacher sui toni del blu, con un so ce tappeto marocchino, un divano su misura e una poltrona disegnata da Kelly Behun ispirata a Memphis. Attira l’attenzione anche l’ingresso, caratteriz­zato da una carta da parati di Porter Teleo dipinta a mano, da un tappeto vintage con disegni di Picasso, e da una scultura murale di Rana Begum. Nell’appartamen­to gioca un ruolo chiave anche la collezione d’arte della proprietar­ia, che comprende pezzi comprati

Classico tecnologic­o. A DESTRA: nella sala da pranzo le sedie Indochine di Charlotte Perriand per Cassina circondano il tavolo di Hervé Van der Straeten per Ralph Pucci. Lampada di Lindsey Adelman. Sul fondo, un’installazi­one di videoarte di Robert Wilson ispirata alla storia di San Giovanni Battista. Sulla sinistra, ceramiche di Cody Hoyt.

appositame­nte e altri già presenti in un’altra casa. In particolar­e, nella sala da pranzo si nota la videoinsta­llazione di Robert Wilson con Lady Gaga nel ruolo di San Giovanni Battista.

«La collezione d’arte è molto significat­iva per il progetto», aggiunge Behun. «Con la mia cliente abbiamo studiato le posizioni in cui collocare le opere, che dovevano essere valorizzat­e e illuminate al meglio. La padrona di casa sceglie sempre opere che abbiano una carica emozionale, e lo stesso vale per i mobili, che non devono essere sempliceme­nte funzionali. Tra gli arredi, spicca la Racket chair dei fratelli Campana, composta da racchette da tennis: si nota subito nel contesto più delicato e femminile della stanza padronale. Nel soggiorno invece ci sono altri pezzi importanti firmati da Hervé Van der Straeten, cui si a ancano mobili realizzati su disegno dell’architetto. E non mancano alcuni arredi vintage di Josef Ho mann e di Piero Fornasetti. Sono mobili capaci di emozionare. Per questo motivo, invece di perlustrar­e l’appartamen­to con il metro, misurando ogni angolo e valutando ogni abbinament­o cromatico con la carta dei colori, ci siamo lasciate guidare dal nostro estro».

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Ricercatez­ze. SOPRA: un altro salone. Accanto al divanetto, rivestito con tessuto di Pierre Frey, una versione vintage del tavolino Traccia di Meret Oppenheim, attualment­e prodotto da Cassina. Lampada a sospension­e di Hervé Van der Straeten per Ralph...
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