Manifesto di un’epoca
Un secolo fa scompariva, ad appena cinquant’anni, GIUSEPPE SOMMARUGA . Fu profeta e protagonista del Liberty, Palazzo Castiglioni a Milano è la sua opera più emblematica. Una mostra ne rievoca la figura.
Milano fu il cuore del nascente capitalismo italiano a cavallo tra ’800 e ’900. Intensa e impetuosa fu, in quegli anni, la trasformazione della città. La nuova classe dirigente, composta da imprenditori e industriali, affermò la propria egemonia nella ristrutturazione urbana. La tradizione accademica assai aperta e duttile ebbe in Camillo Boito (1836-1914) il suo maestro. Un neomedievalismo che rimanda alla lezione di William Morris e il suo sforzo teorico, per riformulare i resti inerti della tradizione neoclassica e accademica, è la premessa al rinnovato fervore edilizio che va ricondotto nell’alveo dell’architettura Liberty. Giuseppe Sommaruga (1867-1917) è il più dotato e attivo architetto di questa stagione, allievo di Boito stesso e di Melani. L’opera sua più nota è Palazzo Castiglioni in corso Venezia: intricata la matassa della costruzione di questa imponente fabbrica ma è accertato che fu la parte posteriore, destinata a foresteria, a esser costruita per prima. Il cantiere suscitò polemiche e pubbliche proteste e l’architetto fu costretto a rivedere l’originario progetto e gli apparati decorativi (vedi box). Sommaruga usò tonnellate di pietra, le rivestì di stucchi
e sculture, agghindò gli esterni e gli interni con i bellissimi ferri battuti di Mazzucotelli in un Liberty maturo. Ebbe, insomma, mano libera in un’opera sfarzosa: è uomo aggiornato e, pur conoscendo di persona l’opera di Hector Guimard, si limita a fargli il verso. Ancora una volta pianta e sezione dell’edificio rivelano un attaccamento al monumentale Neoclassico, reso più tetro da una tradizione tipicamente lombarda che configura uno stile solenne. Un organismo, vecchio nell’impianto, riproposto con nuovi panni ma enorme è la distanza dagli spumeggii di Guimard e di Horta. Atrio e scalone sono gli episodi più felici di Palazzo Castiglioni che ha una sua presenza allo stesso tempo solenne e leziosa: un carattere distintivo della poetica sommarughiana, in bilico tra la più sofisticata Art Nouveau e un tenace legame a un monumentalismo magniloquente che si esalta nella modulata scansione tra decorazione e partiti murari continui: ma bisogna anche aggiungere che Sommaruga resta al di qua di quella linea di demarcazione costituita dall’Art Nouveau. La sua intensa attività lasciò larga traccia nel Modernismo milanese: per esempio, con Casa Cirla in corso Colombo o Villa Faccanoni-Romeo. .(1912-1914).