Il Grillo parlante
Nel 1967 la Sip mise in commercio un TELEFONO AVVENIRISTICO che per forma e suoneria ricordava l’insetto reso famoso da Collodi. Si attivava aprendolo a serramanico. A modo suo un antesignano dei modelli fly di oggi.
Giusto cinquant’anni fa un esercito di grilli entrò nelle case degli italiani. Non era una invasione di insetti alla maniera degli uccelli di Hitchcock: il Grillo era “solo” un innocuo telefono. Bellissimo però, e rivoluzionario. Aveva la forma di una conchiglia, la suoneria friniva, appunto, come il grillo, era compatto, piccolo, leggero fatto in Abs con uno spessore del guscio ridotto a un solo millimetro. Amava i colori forti (oltre al bianco e all’avorio), si teneva in una mano, si spostava facilmente da una parte all’altra della casa, si attivava separando le due metà incernierate a una estremità, come i cellulari fly introdotti negli anni ’90. I numeri si componevano mediante i pulsanti contenuti nella rotella tipica dei telefoni dell’epoca. L’avevano disegnato due anni prima Marco Zanuso e Richard Sapper, un duo di grandi designer che stavano trasformando radicalmente il paesaggio domestico con oggetti come la radio-cubo TS522 e la Tv Algol, entrambi per Brionvega. Stante il mandato della Sip di creare un telefono addizionale di dimensioni ridotte, Zanuso lo spiegava così: «È inutile fare la cassa del telefono e poi la cornetta, mettiamo tutto nella cornetta, facciamo un oggetto solo, un telefono completo, così poi lo appoggi sul tavolo. Occorre proteggere la parte che si avvicina al volto. Si deve mettere il microfono davanti alla bocca, come quando a scuola si suggerisce al compagno di banco, con la mano ci si copre la bocca per indirizzare il suono e non fare sentire la voce al maestro». Nel 1967 vinse il Compasso d’Oro, Fu un vero cambio di paradigma ma ciò si sarebbe capito solo 30 anni dopo.