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PICCOLO GRANDE MONDO

A Milano il pittore GIANCARLO VITALI è protagonis­ta di un grande progetto espositivo in più sedi (Palazzo Reale, Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale, Casa del Manzoni) che raccontano ognuna la poetica del maestro da un punto di vista differente.

- di ELENA DALLORSO

A Milano è di scena una mostra diffusa delle opere di GIANCARLO VITALI.

Time out, ovvero gioco fermo. Nelle 4 sedi di Palazzo Reale, Castello Sforzesco, Casa del Manzoni (con l’allestimen­to del regista Peter Greenaway) e Museo di Storia Naturale di Milano fino al 24 settembre sono esposte le opere di Giancarlo Vitali, ottantaset­tenne di Bellano, figlio di pescatori che per oltre 70 anni ha ininterrot­tamente dipinto («C’è voluto molto tempo, anni, perché potessi accettare di essere un pittore, una sorta di privilegia­to»), in un viaggio che parte dai primi quadri degli anni Quaranta, già apprezzati da Carlo Carrà, passando per le opere degli anni ’80 e ’90, esaltate da Giovanni Testori, fino all’ultima produzione. “Giancarlo Vitali. Time Out” è curato da Velasco Vitali, figlio di Giancarlo e artista egli stesso. Non a caso la grande retrospett­iva di Palazzo Reale è chiusa da un doppio dipinto su tavola di Velasco, un Ritratto del padre Giancarlo e un Autoritrat­to. «La scommessa nel curare una mostra su mio padre è stata quella di riuscire a raccontare anche quello che io penso della pittura. E di rispondere alla domanda: nella confusione dell’arte contempora­nea c’è posto per opere che provengono da un angolo di mondo e narrano di piccole cose, affetti familiari, lavori umili?», dice Velasco Vitali. La risposta parrebbe essere sì, dal momento che chi le osserva le trova universali. «In molti hanno detto che, qualunque soggetto abbia dipinto, ho fatto sempre dei ritratti. Anche nel caso di una rosa, un pollo o un melograno. Ho sempre avuto il bisogno di raccontare l’umanità intorno a me e, così facendo, credo di aver dipinto con lo stesso sguardo anche ciò con cui ha a che fare questa umanità nel quotidiano. E l’umanità di un paese in fondo è in piccola scala quella del mondo intero», spiega Vitali. FINE

A CASA DEL MANZONI CON PETER GREENAWAY Com’è nato il suo allestimen­to della mostra di Giancarlo Vitali alla Casa del Manzoni?

«Non amo le gallerie con i muri bianchi, neutri, gli spazi artificial­i. Nessuno vive in un posto così. Volevo uno spazio vissuto, con odore e polvere, angoli bui, dove si dorme davanti a un camino crepitante, un posto dove rifugiarsi a piangere, dove poter essere malati senza sentirsi in colpa, con tracce evidenti di bambini felici, pavimenti scricchiol­anti, muri scrostati, porte che non si chiudono bene, non un museo. La Casa del Manzoni, di certo più bella, più ricca e più borghese di quella di Vitali e abitata un centinaio di anni prima, ha le caratteris­tiche di una casa di famiglia dove la vita si svolgeva tra le pareti 24 ore al giorno tra pace domestica e normali ansie famigliari. La Casa del Manzoni è diventata un museo, soffocando l’evidenza di quel passato e l’ambiente emotivo. Per farla diventare la casa di Giancarlo Vitali, abbiamo portato lì molti dei suoi dipinti e creato delle mise en scène della sua vita, delle sue relazioni sociali, della natura del Lago di Como». Da quali particolar­i è fatta una casa? «Dalla presenza di una famiglia, abiti, cibo, tavole imbandite, pace, sicurezza, ordine personale, l’ idiosincra­sia con cui sono disposti i mobili, sono fatti i letti, sono appese le tende, sono messi in ordine i piatti, da come cigolano le porte e i pavimenti scricchiol­ano di notte, il movimento della luce, la geografia del possesso e il rispetto che si dà alla privacy, l’ idea dell’ interior in contrasto con l’esterno, le associazio­ni intime, le combinazio­ni di tutti questi ingredient­i, che si possono ricordare quando si è lontani da casa».

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 ??  ?? 4 Artisti in un interno. 1. Velasco Vitali e Peter Greenaway davanti al Ritratto-autoritrat­to (recto) del padre dipinto nel 1988. 2. Uno degli allestimen­ti di Casa del Manzoni, curati da Peter Greenaway. 3. Pesci decorativi, olio su tavola (2009). 4....
4 Artisti in un interno. 1. Velasco Vitali e Peter Greenaway davanti al Ritratto-autoritrat­to (recto) del padre dipinto nel 1988. 2. Uno degli allestimen­ti di Casa del Manzoni, curati da Peter Greenaway. 3. Pesci decorativi, olio su tavola (2009). 4....

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