AD (Italy)

«È una casa pensata per accogliere spettacoli: c’ è un letto girevole e l’impianto luci comprende sei raggi laser. Ho anche una macchina per le bolle di sapone e una disco ball».

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sul divano sono realizzati in un vecchio tessuto Gucci; per par condicio, gli interni degli armadi e una camera degli ospiti – ma anche un enorme vaso per piante, in terrazza – sono invece rivestiti con il monogramma Louis Vuitton. La cucina è aperta, e come la scala è in cemento trattato a resina, un piano aggettante ancorato a un pilastro su cui è inserito il piano cottura. Tutto il resto è nascosto alla vista da ante in metallo cromato, piegate e lucidate a mano, preziose. È nascosta anche l’anima tecnologic­a della casa, pensata per ospitare feste davvero spettacola­ri: l’impianto luci comprende anche sei raggi laser, un punto d’orgoglio per il padrone di casa che confessa divertito: «Ho anche una macchina per le bolle di sapone e una disco ball. E posso contare su 19 kilowatt di potenza».

Se il primo livello è quello di una dimensione pubblica, il secondo (il superattic­o) è quello più personale: la camera da letto padronale, una palestra profession­ale, un guardaroba da 24 metri lineari, un bagno con annessa spa. In quest’ultimo le pareti sono composte da minuscole piastrelle nere e bianche, e l’atmosfera è creata da pezzi particolar­i come un’applique antica con gocce in cristallo e una sedia-feticcio con la seduta avvolta in tela grezza e un corno che spunta dalla spalliera: un oggetto costruito da Tommassini con le sue mani nel corso di un periodo trascorso a Cuba. «Avevo bisogno di staccare, sono andato là e mi sono fatto una casa con le mie mani. Era la reazione alla casa dove avevo vissuto prima, Malibu, tutta bianca», racconta il poliedrico ballerino e showman. Un ruolo importante, poi, è quello giocato dai terrazzi: perché la casa è pensata per il clima di Roma, sempre vivibile. «Sono aree usate anche a San Silvestro», conferma Tommassini. La zona bar è al confine tra interno ed esterno, per essere utilizzata anche da fuori; e c’è uno spazio all’aperto arredato come se fosse una suite d’albergo. Party time tutto l’anno. A acciati su Roma. Interno/esterno. A DESTRA IN ALTO: nell’area cucina, i fuochi sono alloggiati in un piano in cemento trattato. A parete un ritratto del padrone di casa realizzato in tessuti e pelle da Beatrice Beneforti. A DESTRA IN BASSO: una delle terrazze dell’appartamen­to. Gli spazi interni proseguono idealmente all’aperto, dove l’arredo mantiene la sua cifra eclettica. PAGINA PRECEDENTE: fantasia in bianco/nero per una accumulazi­one piena di ironia. Mobili decorati pied-de-poule e ceramiche architetto­niche di Seletti sormontati da un piccolo disegno di Keith Haring. Sulla destra, libreria a parete vintage.

Lussi privati. SOPRA: in una delle camere per gli ospiti, la spalliera capitonné prosegue lungo il so tto, da cui pende il lampadario Zeppelin S1 di Marcel Wanders per Flos. Il rivestimen­to in cavallino della sedia LCW di Charles & Ray Eames (Vitra) fa eco al copriletto in cashmere e pelliccia sintetica ideato dal padrone di casa. Cuscini decorati, H&M. Sui comodini, due ritratti dell’artista Silvia de Barba. E le pareti superfashi­on ripetono all’infinito il monogramma Louis Vuitton. PAGINA SEGUENTE: il bagno padronale è al piano superiore dell’appartamen­to e forma, insieme con la camera da letto e a una palestra profession­ale, una sorta di suite XXL. Interament­e rivestito in minipiastr­elle nere e bianche, ospita anche una Spa. L’applique in vetro è d’epoca, la sedia è un esperiment­o costruito da Tommassini nel corso di un suo soggiorno a Cuba.

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