AD (Italy)

“Accumulo, dunque progetto”

Non c’è dubbio: è il designer del momento. Eclettici e polimorfi i suoi arredi danno un senso nuovo alla decorazion­e.

- FERRUCCIO LAVIANI di NICOLETTA DEL BUONO Kabuki Maui Silver. Portico D/Vision

Da anni ci incanta. Poliedrico e antibanale per vocazione, onnivoro, “passatista” ma nel segno della più schietta attualità, Ferruccio Laviani, cremonese del 1960, è un ossimoro vivente. Nessun designer sa come lui inventare funzionali “concrezion­i” di modelli antichi e linguaggi contempora­nei: per Fratelli Boffi, per Kartell, o per Emmemobili, tutti del 2017, sono lì a testimonia­rlo. Funzionali, ma pure teatrali e ironiche quanto basta per trascinarc­i in una dimensione altrove, in una specie di divertente al di là dello specchio. Il suo stile è unico, si riconosce tra tutti. Dice Laviani a cui non manca il gusto della battuta folgorante: «Stile? Ma io non ho uno stile. Mi “innamoro” di continuo, Achille Castiglion­i, Marco Zanuso, Memphis, il Minimalism­o, ma mi appassiona­no anche le cose che trovo inavvertit­amente, accumulo compulsiva­mente, prendo tutto, non scarto niente. Poi però inzio a distillare, posso dirlo? a scartare quel che non mi serve. Cucino, interpreto. E così arrivo al risultato che mi soddisfa». Cioè a un oggetto che è eclettico ma in un modo tutto suo perché è un palinsesto di tante anime e tempi diversi. Un metodo che Laviani applica e declina a seconda del committent­e e del pezzo da progettare, sempre approccian­do il progetto con foglio e matita, alla vecchia maniera. Dice ancora: «Mi ritengo bravo con i tavoli, i divani e le luci, ho problemi con le sedie, una tipologia d’arredo in cui incvece è forte Philippe Starck ed era maestro Vico Magistrett­i come dimostrano le sue e Mi piace progettare i negozi e gli stand delle grandi fiere perché si tratta di inventarsi delle atmosfere, di dare un volto all’immaterial­ità di un brand. Sono operazioni che creano legami profondi e duraturi con le aziende. Con Kartell, Flos, Dada, Lema collaboro da anni. E lo stesso vale per i fratelli Boffi. Pure il rapporto con Emmemobili mi appassiona molto, è una piccola azienda dove i problemi si risolvono direttamen­te in officina, un po’ come ai tempi del Bel Design. Il lavoro con loro è lo specchio di come vedo il design. Per me un prodotto per avere successo deve mettere in equilibrio alta tecnologia e decorazion­e. Deve essere un mix di industrial e art design. E deve essere “amore a prima vista”. Fino a quando questo accade il design continua a vivere».

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Credenza Sipario con decorazion­e stile Aubusson. Disegnata per Ego. FERRUCCIO LAVIANI 1 11

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