CRONACHE DAGLI ABISSI
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Oltre che di pesci e di altre creature più o meno natanti, il mare è un incommensurabile forziere di idee, suggestioni, emozioni per artisti, poeti, scrittori. E designer. Che nel mare trovano quello «spazio di rigore e libertà» di cui una volta scrisse Victor Hugo. I richiami che si rintracciano in questa corrente progettuale in rapida crescita sono innumerevoli. Energetiche forme a onda, texture scoglitattili o sabbiomorfe, sedute formate da un intreccio di coralli (in resina plastica), un Nautilus con tanto di progressione alla Fibonacci si inventa di essere un tavolo sbalorditivo, decori che pescano nella fauna degli abissi o nei paesaggi marinari, a volte tempestosi, o ancora imitano iperrealisticamente i riflessi luccicanti della superficie marina. E poi c’è la teoria degli strumenti da pesca e navigazione che si fanno arredi, nasse che si trasformano in lampade, gabbie sottomarine che diventano l’esile e resistentissima struttura di un gazebo. E infine i colori, le atmosfere. Risuonano i versi di Kavafis: «Mare al mattino blu, cielo senza nubi d’un viola splendido, riva gialla; tutto grande e bello, fulgido nella luce. Mi fermerò qui». □