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VOLUME PURO Lo spirito contempora­neo reinterpre­ta la tradizione in una residenza sulla costa occidental­e di IBIZA.

- Progetto e interior design di LAURA CAVALCA testo di ELENA DALLORSO — fotografie di MARC VAN PRAAG

Una villa sulla costa occidental­e di IBIZA reinterpre­ta l’estetica rurale dell’isola in chiave contempora­nea. Mettendo il Mediterran­eo al centro del progetto architetto­nico, di interior e filosofico. Nel segno della conviviali­tà più festosa ma anche della privacy assoluta.

Sa cova, ovvero “la grotta” in catalano. Come quella marina che si apre sotto questa villa di Cala Molí, una delle baie più tranquille e appartate sulla costa occidental­e di Ibiza, che ne prende il nome. Del passato di residenza estiva degli anni ’70 la recentissi­ma ristruttur­azione operata dall’architetto Laura Cavalca in collaboraz­ione con Mauro Agosti non ha conservato quasi niente, tranne il rispetto delle forme originali delle case rurali dell’isola, le finche di campo. «I volumi sono quelli tipici ibicensi, squadrati ma arrotondat­i sugli spigoli, bianchi di calce alternati a elementi in pietra locale posata a secco», spiega Laura Cavalca.

«Abbiamo mantenuto la stessa idea anche per le facciate e il grande portale d’ingresso, che sono tipici dell’isola. Abbiamo sostituito i tetti spioventi con quelli a terrazza, per ampliare la superficie esterna, dato che la casa è a picco sul mare ed è il mare al centro della ristruttur­azione: la piscina a sfioro, le terrazze, le zone relax comuni e le aperture delle facciate ruotano tutte intorno a questo elemento dominante». Che entra nelle stanze attraverso le grandi finestre di sud-ovest e i portici coperti da travi di sabine che mettono in comunicazi­one interno ed esterno, in un dialogo continuo. Le aperture che danno verso il giardino mediterran­eo sono invece più rare, più piccole, per conservare il fresco all’interno e ripararlo dalla luce accecante del sole, che viene trattenuta dal bianco di superfici, pavimenti, terrazze e piscina in microcemen­to. Mediterran­eo. sopra: il pavimento della zona pranzo interna è in cemento color sabbia e il soffitto restaurato è originale degli anni ’70. Antico tappeto berbero. Sulla parete fotografie di dettagli naturali realizzate da Laura Cavalca. Il tavolo in suar balinese è inserito tra sedie di disegno contempora­neo e una panca in calce bianca con cuscini di recupero da tappeti marocchini. sotto: uno dei saloni interni. Gli arredi da Bali e dal Marocco sono stati scelti in collaboraz­ione con KSAR Living di Alberto Cortés. Tappeto marocchino. Sulla parete foto in bianco e nero di dettagli architetto­nici locali realizzate da Laura Cavalca. Antica porta in legno indonesian­a. pagina seguente: il portico del salone principale è realizzato con tettoia in travi di sabine tipiche di Ibiza e pavimento in terracotta a mano di fattura marocchina, su disegno. Poltroncin­a in cuoio e legno e arredi marocchini. Quadro a parete di Javier D’Ambrosio.

Dentro, il bianco dominante è interrotto dai colori di arredi e oggetti, in parte locali, in parte provenient­i da Bali e dal Marocco, scelti e acquistati con la consulenza di KSAR Living di Alberto Cortés: antiche porte del Sud della Spagna, moresche, nordafrica­ne, indonesian­e, tappeti berberi, letti in teak e tessuti indonesian­i.

I pavimenti, un’alternanza di piastrelle di terracotta a mano di fattura marocchina e cemento color sabbia, sono realizzati su disegno dell’architetto Cavalca, rispettand­o una palette naturale. Due le zone pranzo. Una interna, raccolta tra due ampie arcate, con il soffitto originale degli anni ’70 costituito da vecchie travi di sabine, piante tipiche dell’isola. Il tavolo in suar balinese è inserito tra sedie di disegno contempora­neo e una panca in calce bianca con cuscini di recupero da vecchi tappeti marocchini. Quella esterna è delimitata da un porticato progettato dall’architetto con pilastri di sabine e tettoia in canne di bambù, da cui pendono lampade realizzate utilizzand­o le ceste in corda dei pescatori dell’isola. Intorno al tavolo di provenienz­a balinese di legni di recupero, le Panton Chair e le ceramiche colorate dell’artista Pamela Venturi sono una scelta d’arredo “a contrasto”. La zona è collegata direttamen­te alle terrazze della piscina con vista sul mare e sulle isole di Espartar e alla cucina da un passavivan­de. Intime le stanze, dove la privacy degli ospiti è garantita dall’accesso indipenden­te. Tutte si affacciano su un patio privato con doccia esterna per la stagione più calda. Gli spazi comuni invece, sia interni sia esterni, sono pensati per la condivisio­ne e la conviviali­tà: aperitivi, cene con gli amici, feste nello spirito dell’isola.

Pietra, legno. in alto: una delle camere per gli ospiti affacciata su un patio privato con doccia esterna; la parete esterna è in doghe di teak e la rubinetter­ia in acciaio è di CEA Design. Parete interna in pietra balinese. Letto in teak e tessuti indonesian­i. Sul pavimento, antico tappeto berbero. pagina precedente: una zona del portico, che comunica con la cucina attraverso il passavivan­de. Tetto su progetto con travi di sabine e pavimentaz­ione in cotto realizzato a mano in Marocco. Tavolo tondo in pietra e sedie di legno e paglia realizzate a Bali.

 ??  ?? Un tuffo nel blu. a destra: la terrazza della piscina a sfioro affacciata sul mare e sulle isole rocciose di Espartar è circondata da pini marittimi. La pavimentaz­ione è realizzata in microcemen­to bianco, così come il fondo della piscina. Poltrona e tavolino in ceramica bianco di Gervasoni Accessori e terracotta di provenienz­a marocchina.
Un tuffo nel blu. a destra: la terrazza della piscina a sfioro affacciata sul mare e sulle isole rocciose di Espartar è circondata da pini marittimi. La pavimentaz­ione è realizzata in microcemen­to bianco, così come il fondo della piscina. Poltrona e tavolino in ceramica bianco di Gervasoni Accessori e terracotta di provenienz­a marocchina.
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