Le sculture in legno di HSU-TUNG HAN evocano il linguaggio delle creazioni di pixel.
Abilissimo nel lavorare il legno, l’artista di Taiwan HSU-TUNG HAN ha inventato una sorta di scultura digitale che decostruisce la figura umana con effetti provocatori e ironici.
«STO CERCANDO DI RINGIOVANIRE L’ANTICA ARTE DEL LEGNO USANDO I LINGUAGGI DEL COMPUTER». HSU-TUNG HAN
Uno snorkeler in immersione. Un mago intento a realizzare una levitazione. Un robot che si affaccia da una cornice. Sculture in legno eseguite perfettamente e con grande maestria, ma che rifiutano sia lo status di opere compiute che quello di artefatti incompiuti. Vivono in una terra di mezzo, tra dinamismo e fissità, figlie di un immaginario digitale che pensa la visione composta di tessere e corpuscoli e non di continuità analogica. Sembrano smaterializzarsi in una grandinata di pixel tridimensionali che si diffondono nello spazio restando come sospesi. O viceversa si fanno leggere come un flusso di pixel 3D “a ritroso” che, riavvolgendosi, vanno a ricomporre la figura. Surrealtà e ambiguità insieme, spiazzamento e riflessione fenomenologica sono le matrici creative della serie “Pixels and Sculpture” l’ultima firmata dallo scultore cinese di Taiwan, Hsu-Tung Han la cui fama sta diffondendosi anche in Occidente. In questo caso Han, ebanista di eccellente manualità, ha lavorato seguendo le
modalità di un puzzle. Ha disegnato il soggetto, l’ha trasformato in un modello tridimensionale in argilla in base al quale ha poi scolpito il legno – teak e noce – rimuovendone, anzi sfilandogli stick cilindrici che danno l’idea del pixel. Non basta: il gioco è più ricercato perché Han non cava i “pixel” a caso, ma li sceglie secondo la ritmica dei toni e della tessitura del legno e li dispone parzialmente fuori dalla scultura o totalmente sospesi nello spazio che la contorna affidandosi a una ragionata, musicale partitura di pieni e di vuoti, a una decostruzione di positivo e negativo, dalle quali sprizza una sensazione di movimento interrotto, di liquidità rappresa. Si avverte in questo linguaggio artistico e nelle opere che ne sono espressione l’esigenza di documentare l’enigmatica deriva del mondo contemporaneo sempre più attore e vittima di una virtualità fenomenica tanto feconda di possibilità quanto perversa nella sua disumanizzazione del genere umano. Creazioni sorprendenti di un artista ancora tutto da scoprire.