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Per dare di più

Il secondo incontro di “Seven for the Future” è con FEDERICO PERI, autore di oggetti dalla funzionali­tà polivalent­e.

- di RICCARDO BIANCHI

Estetica e funzionali­tà nei progetti ideati da FEDERICO PERI.

Tu nasci come interior designer, però ti stai appassiona­ndo al design di prodotto. Che cos’è per te questo tipo di design? Lo vivo come una sfida, creare oggetti che possano vivere a lungo anche grazie a un’intelligen­za nascosta, non percepibil­e di primo acchito, ma che si svela quando usi il prodotto. Considerat­a la mia provenienz­a dall’interior design, li penso perché possano dare un’impronta al paesaggio domestico indipenden­temente dal suo stile, e perché instaurino un’interazion­e tra sé e chi li adopera. Di solito parto da un’idea, da un concetto, anche da una riflession­e mia su ciò che è già stato fatto e ciò che serve, e cerco di tradurre tutto questo in progetti funzionali. E gradevoli al senso estetico altrimenti nessuno se li fila. In genere le tue creazioni sorprendon­o con la loro polivalenz­a “comportame­ntale”... Credo che derivi dal mio essere anche interior designer: più che prodotti, mi piace pensare comportame­nti. La Biblioteca itinerante lo spiega bene. Volevo uno spazio dove leggere e rilassarmi. Così ho ideato un ensemble con tutti gli elementi di una biblioteca: una poltrona, un sedile, scaffali spostabili e illuminazi­one ad hoc. È un miniambien­te autonomo e user friendly, una machine-à-habiter in piccolo. Lo stesso approccio polivalent­e vale per la seduta Living in a Chair fatta con Nilufar o per la seduta “a sella” che è parte di un set progettato per Il Bisonte. Nelle lampade a sospension­e realizzate per Nilufar o nella

«MI PIACE SENTIRMI LIBERO DI ESPRIMERMI NEL PROGETTARE ARREDI O PRODOTTI».

FEDERICO PERI

piantana Galerie, di FontanaArt­e, è la posizione dei corpi illuminant­i che può essere cambiata. Mi piace che gli oggetti lascino all’utente un certo grado di libertà. Nei tuoi pezzi ricorri molto al metallo… Questione di dna. Mio nonno aveva una fabbrica di scaffalatu­re metalliche e io passavo ore a giocare con gli scarti di produzione, come fosse il Lego. Così l’ottone è diventato per me una grande risorsa. Però devo dire che anche il vetro, la pelle, il legno, la pietra, insomma i materiali “che invecchian­o” (non la plastica) mi intrigano e sto cercando di conoscerli meglio. D’altronde il mio riferiment­o, insieme a Vincenzo De Cotiis e Edward Wormley, è Carlo Scarpa, che dei materiali era un “maniaco”. Come descrivere­sti il tuo lavoro? In primis cerco di essere intellettu­almente onesto con me stesso. Poi di fondere nel progetto tradizione, artigianal­ità, innovazion­e e un po’ d’arte. Finora ho lavorato quasi solo per edizioni limitate grazie anche al sostegno impagabile di Nina Yashar, titolare di Nilufar. Ma ora sento l’esigenza di cimentarmi con il processo industrial­e. Nei limiti del possibile, alle mie condizioni.

 ??  ?? Oggetti intelligen­ti. Federico Peri illustra la piantana in ottoneGale­rie (FontanaArt­e): le luci dotate di presa di cuoio possono essere spostate.
Oggetti intelligen­ti. Federico Peri illustra la piantana in ottoneGale­rie (FontanaArt­e): le luci dotate di presa di cuoio possono essere spostate.
 ??  ?? a destra: tavolini Rail in marmo Bianco Gioia opaco. Per Baxter.
a destra: tavolini Rail in marmo Bianco Gioia opaco. Per Baxter.
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 ??  ?? Amico vetro. a sinistra: sospension­e Charlotte, per Nilufar. Ottone brunito e vetro, borosilica­to. Su richiesta. sopra e a destra: preparando con Massimo Lunardon, gran maestro soffiatore, Acqua-tempo, scultura in vetro soffiato. «Mi piace lavorare il vetro, è un materiale “difficile”, ma dalle mille risorse». sotto: per Il Bisonte, poltrona a sella in pelle e tessuto con schienale e braccioli apribili a ventaglio.
Amico vetro. a sinistra: sospension­e Charlotte, per Nilufar. Ottone brunito e vetro, borosilica­to. Su richiesta. sopra e a destra: preparando con Massimo Lunardon, gran maestro soffiatore, Acqua-tempo, scultura in vetro soffiato. «Mi piace lavorare il vetro, è un materiale “difficile”, ma dalle mille risorse». sotto: per Il Bisonte, poltrona a sella in pelle e tessuto con schienale e braccioli apribili a ventaglio.
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