Sinfonia per gli occhi
A Erevan, capitale dell’Armenia, la “Soundlines of Contemporary Art” dà voce a tutti i linguaggi dell’arte di oggi. Nel segno del dialogo multiculturale.
IN MOSTRA/1 Echi di culture. a sinistra: Quintetto, installazione di Roberto Pugliese, 2016. sopra: Untitled (Rocket’s Glare, Over Najaf) sotto: The Feast of Trimalchio, Arrival of the Golden Boat, 2010, di AES+F. Collage digitale, cm 295x495. «La terra deve prima esistere come concetto mentale. Poi la si deve cantare. Solo allora si può dire che esiste», scriveva Bruce Chatwin nel libro Quest’anno, per la prima volta, sono le sonorità cariche di storia del duduk armeno a intrecciare, idealmente, le “vie dei canti” di Erevan. La “città rosa” festeggia con un grande evento il centenario della Prima Repubblica Armena: la mostra “International Contemporary Art Exhibition: Armenia 2018. Soundlines of Contemporary Art” dà voce all’arte contemporanea, con oltre 50 artisti internazionali che fino al 25 ottobre espongono nei sette centri culturali più prestigiosi di Erevan, la capitale armena. L’idea dei curatori, Mazdak Faiznia e Marina Hakobian, è di mappare la scena attuale «puntando sul dialogo multiculturale», per costruire un racconto polifonico che metta a confronto pittura, fotografia, scultura, video, installazioni. E vedere come l’identità e i linguaggi delle singole voci riecheggiano nel panorama globale di oggi. Una scelta che riflette una realtà complessa, dove si fondono lingue e tradizioni.