AD (Italy)

Sinfonia per gli occhi

A Erevan, capitale dell’Armenia, la “Soundlines of Contempora­ry Art” dà voce a tutti i linguaggi dell’arte di oggi. Nel segno del dialogo multicultu­rale.

- MOSTRA DIFFUSA di SONIA S. BRAGA di Piotr Uklanski, 2004. Acrilico su carta, cm 106,7x247,5. The Songlines.

IN MOSTRA/1 Echi di culture. a sinistra: Quintetto, installazi­one di Roberto Pugliese, 2016. sopra: Untitled (Rocket’s Glare, Over Najaf) sotto: The Feast of Trimalchio, Arrival of the Golden Boat, 2010, di AES+F. Collage digitale, cm 295x495. «La terra deve prima esistere come concetto mentale. Poi la si deve cantare. Solo allora si può dire che esiste», scriveva Bruce Chatwin nel libro Quest’anno, per la prima volta, sono le sonorità cariche di storia del duduk armeno a intrecciar­e, idealmente, le “vie dei canti” di Erevan. La “città rosa” festeggia con un grande evento il centenario della Prima Repubblica Armena: la mostra “Internatio­nal Contempora­ry Art Exhibition: Armenia 2018. Soundlines of Contempora­ry Art” dà voce all’arte contempora­nea, con oltre 50 artisti internazio­nali che fino al 25 ottobre espongono nei sette centri culturali più prestigios­i di Erevan, la capitale armena. L’idea dei curatori, Mazdak Faiznia e Marina Hakobian, è di mappare la scena attuale «puntando sul dialogo multicultu­rale», per costruire un racconto polifonico che metta a confronto pittura, fotografia, scultura, video, installazi­oni. E vedere come l’identità e i linguaggi delle singole voci riecheggia­no nel panorama globale di oggi. Una scelta che riflette una realtà complessa, dove si fondono lingue e tradizioni.

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