AD (Italy)

Dagli anni ’60 a oggi, le grandi sfide imprendito­riali di SCAVOLINI.

Figlia dell’audace intuizione di un imprendito­re di genio, quasi sessant’anni fa nasceva SCAVOLINI. Da subito sinonimo di cucina moderna, oggi il gruppo pesarese è oggi leader nel comparto cucine e offre valide soluzioni made in Italy anche per il living

- di RICCARDO BIANCHI

Èil 1961. Alla Casa Bianca s’insedia John F. Kennedy, l’Italia unita compie 100 anni, i Sovietici alzano il Muro di Berlino, a Milano s’inaugura il Salone del Mobile di Milano. E a Pesaro? Anche lì accade qualcosa, nessuno immagina che farà storia, ma storia la farà eccome. Con un prestito del babbo di 400.000 lire Valter Scavolini fonda una fabbrica, la Scavolini. Non ha ancora vent’anni, ma già vanta una solida bravura ebanistica. Con le cambiali acquista qualche macchinari­o, realizza buffet per il salotto “borghese”. Pochi mesi e gli si affianca il fratello maggiore Elvino, un sodalizio che da allora diventa inscindibi­le: l’avventura comincia, il prodotto cambia. «Abbiamo visto», ha raccontato “il fondatore” in un’intervista, «che il mercato era interessat­o a un nuovo tipo di cucina, quella componibil­e, basata cioè su moduli coordinati. E ci siamo buttati». La primogenit­a si chiama Svedese ma parla lo stile americano con un po’ di slang creativo italiano, basi, pensili, piedini in metallo, linee geometrich­e, come materiale il laminato. Poi verranno la Flower, la Connie, la Carol, la Flux, le isole, le penisole, le cucine che si aprono sul living: in totale un centinaio di modelli e migliaia di varianti e configuraz­ioni, una girandola di stili, moderno, di design, country, sempre con l’attenzione al dettaglio e la voglia di innovare ma con giudizio. Un successo planetario che non scaturisce dal caso o dalla buona stella, ma da una strategia globale e integrata, affinata negli anni. Per gestire i volumi produttivi in rapida crescita e una committenz­a sempre più parcellizz­ata per gusti ed esigenze si costruisce lo stabilimen­to di Montelabba­te: oggi 240.000 mq di cui 110.000 coperti, lavorazion­i ineccepibi­li, un avvenirist­ico magazzino con movimentaz­ioni automatizz­ate. Si aprono negozi monomarca, si “colonizzan­o” l’Italia (1.000 punti vendita) e il mondo con oltre 300 punti vendita in Europa, Russia, Cina, in America. Si consolida l’immagine del brand mediante campagne pubblicita­rie in Tv che fanno epoca: con Raffaella Carrà e poi Lorella Cuccarini

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Iconico. a sinistra: il divano New-Tone disegnato da Massimo Iosa Ghini e prodotto da Moroso.
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1967

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