Editoriale.
a Lucca e a Twente (Olanda) nobili palazzi si trasformano in case contemporanee senza però tradire l’aspetto originario. A Napoli due interior si sviluppano, per via di metafora, sul FILO DELLA MEMORIA e del paesaggio partenopeo. Chiare boiseries e una virtuosistica rapsodia di tinte reinventano in senso moderno una manor house del primo ’900 nella campagna inglese. A Roma rinasce l’Hotel de la Ville presentandosi con un tessuto decorativo fatto di CITAZIONI STORICHE e gusto per l’antico, una sorta di sintesi delle meraviglie del Grand Tour alla maniera di John Soane. Gli interni che visitiamo in questo numero di AD sono differentissimi tra loro, eppure visti nell’insieme suscitano UN SENSO DI ARMONIA . Il motivo? Che siano moderni o classici nell’impostazione dell’interior design, tutti sono pensati secondo una visione che ha per bussola l’ ECLETTISMO. Un eclettismo affatto contemporaneo, retto dal buongusto negli accostamenti e in sintonia con la nostra sensibilità estetica (oltre che con le esigenze funzionali del giorno d’oggi), ma che, in fondo, è anche antico poiché riecheggia le idee di César Daly, dal 1839 al 1888 editoredirettore della Revue générale de l’architecture et des travaux publics, secondo cui chi progetta deve avere LA LIBERTÀ di attingere a tutta la storia dell’architettura per dare vita a uno stile consono alla società colta e affluente del proprio tempo. Quando insomma si “fa casa” occorre lasciar spazio, con giudizio, ALL’ESTRO, al vissuto, alle esperienze, alle emozioni che mai sono monodimensionali e mai per intero riconducibili a logica e ragione. Molto altro c’è poi nella rivista. I tanti spunti d’arte, d’antiquariato e di lifestyle nella sezione DISCOVERIES, il PORTFOLIO che fa il punto sugli imbottiti, il FOCUS che esamina la deriva “materica” del design censendo arredi e complementi in legno, marmo e metallo, le STORIE dove si racconta di Rodolfo Bonetto, padre dell’industral design italiano. C’è, come sempre a settembre, un inserto speciale sui MAXIYACHT più recenti e innovativi. E, ancora, c’è un affettuoso omaggio ad Andrea Camilleri che di AD fu amico caro. Quale? Lascio al lettore scoprirlo…