AD (Italy)

ATTRAVERSO LA STORIA

A Lucca, un antico palazzo costruito sulle MURA ROMANE della città. Diventato una casa 100% contempora­nea grazie a un intervento pieno di rispetto.

- progetto di ELVIO CECCHINI e ANGELA CHIANTELLI testo di RUBEN MODIGLIANI — fotografie di MASSIMO LISTRI

Un antico palazzo di LUCCA è rivitalizz­ato da un progetto dal gusto contempora­neo.

Gli spazi dell’edificio sono stati RIDISEGNAT­I. Ma con mano leggerissi­ma, senza alterare la pianta originaria.

Uno dei più straordina­ri miracoli italiani lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. È la compresenz­a, in uno stesso luogo, di secoli di storia. Che sono ancora lì con tracce alle volte monumental­i, più di frequente piccole o ancora più spesso nascoste. E danno un senso speciale a tutto, una specie di quarta dimensione che ci permette di vedere indietro nel tempo. Così può accadere che, lavorando al consolidam­ento di un edificio cinque-seicentesc­o, a Lucca, gli operatori trovino importanti testimonia­nze di epoca romana. La casa è quella di queste pagine, ricavata ai primi due piani di palazzo Boccella. Siamo davanti alla chiesa di Santa Maria Forisporta­m, nel cuore antico della città, un gioiello dalla facciata in marmo e mattoni. Il palazzo nel tempo si era lentamente lesionato verso l’angolo della piazza, un lavoro di consolidam­ento era indispensa­bile. «Sapevamo che l’edificio era sul tracciato delle mura romane: avevamo seguito la ristruttur­azione di un palazzo sull’altro lato della strada e avevamo trovato molte tracce antiche», racconta Elvio Cecchini, che con Angela Chiantelli ha firmato il progetto. «Ma qui è bastato scavare un po , nell’intento di trovare la quota originale del piano seminterra­to, per capire di essere proprio sotto il livello stradale e ci siamo

resi conto di essere in corrispond­enza della porta orientale del decumanus maximus della città romana, pavimentat­o a grandi basoli di pietra». Sono emersi grandi blocchi di calcare bianco, che costituisc­ono i resti delle mura, oltre a reperti di rilievo, come una fiasca di bronzo (oggi esposta al Museo nazionale di Villa Guinigi) e molti oggetti in legno ancora ben conservati per la presenza costante dell’acqua di falda, oggi messa a regime grazie a pompe a immersione. «È stato un ritrovamen­to importante per la città e molto emozionant­e: il cantiere si è riempito di studiosi, che lavoravano fianco a fianco con le maestranze. E oggi i padroni di casa hanno un sito archeologi­co personale, a cui si accede dal cortile: non è da tutti», prosegue Cecchini. I tempi del cantiere si sono così allungati fino a due anni e mezzo. Ma ne è valsa la pena. L’edificio non era vincolato, e questo ha permesso di eliminare molte superfetaz­ioni che ne avevano sporcato il disegno. «Il cortile, per esempio, era stato in parte coperto e alcuni elementi architetto­nici risultavan­o totalmente nascosti», aggiunge Angela Chiantelli. Sono riapparsi così un pozzo, una colonna in marmo con capitello tardo medievale sulla quale insistono, gli archi che sostengono il passaggio tra parte nobile e zona di servizio del palazzo.

Gli spazi sono stati ridisegnat­i ma con mano leggerissi­ma, senza alterare la pianta originaria. Gli interventi volti a portare i comfort moderni sono invisibili: pavimenti radianti che d’estate possono rinfrescar­e gli ambienti, bocchette discrete per la deumidific­azione. Nelle sale del primo piano è stato recuperato, dove possibile, l’apparato decorativo creato nell’Ottocento; i pavimenti sono stati realizzati in seminato che ne riprende i colori. La casa, di 540 metri quadrati sui due livelli, ha cinque camere da letto, ognuna con bagno. Quella padronale, nell’angolo più bello del primo piano (sullo spigolo del palazzo, con tre finestre), ha un bagno-guardaroba realizzato in una sala adiacente: le due funzioni sono separate da un divisorio-contenitor­e che non arriva al soffitto e dove una porta integrata mette in comunicazi­one le due parti della stanza, senza così alterare la spazialità originaria del volume e conservand­o l’unitarietà della decorazion­e pittorica, che affiora anche sulle pareti. L’arredament­o è un progetto tuttora in progress. In queste immagini si notano moltissimi pezzi d’autore prodotti da Edra, la cui sede è a neanche 40 chilometri da qui: raccontano una storia di amicizia, quella tra i padroni di casa e la famiglia Mazzei, proprietar­ia dell’azienda. Anche a livello di finiture la scelta è stata quella di seguire le personalit­à e i gusti dei membri della famiglia. Così, per esempio, i bagni dei ragazzi hanno un’immagine minimalist­a e molto contempora­nea, mentre quelli dei genitori e della figlia sono più vicini a linee tradiziona­li. «I clienti non devono subire le scelte dell’architetto: in fondo sono loro che devono vivere lo spazio. Questo è stato un progetto complesso e condiviso passo dopo passo con la committenz­a», spiega Cecchini. «La distribuzi­one degli spazi è stata suggerita da noi, ma tutto è stato deciso insieme a loro. A partire da tutto il lavoro di demolizion­e, che è stato un atto coraggioso e che ha permesso di mettere in valore il cortile. Un lavoro molto complesso che però non ha dato origine a dissapori: la prova è che siamo tuttora amici», conclude. Con un tocco di ironia totalmente toscano.

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 ??  ?? SOPRA: L’INGRESSO. IL PAVIMENTO IN COTTO È DI NUOVA FATTURA, LA PORTA INVECE È ORIGINALE DEL PALAZZO. DIVANO TATLIN DI M. CANANZI E R. SEMPRINI (EDRA), LAMPADA SUPERLOON DI J. MORRISON (FLOS). PAGINA PRECEDENTE: UNA DELLE DUE SALE DI RAPPRESENT­ANZA. LA DECORAZION­E MURALE OTTOCENTES­CA, IN PRECEDENZA NASCOSTA DA IMBIANCATU­RE, È STATA RECUPERATA NEL CORSO DEI LAVORI. POLTRONE VERMELHA (F. E H. CAMPANA), DIVANO STANDARD (F. BINFARÉ), LAMPADA INES (J. FOGGINI). TUTTO EDRA.
SOPRA: L’INGRESSO. IL PAVIMENTO IN COTTO È DI NUOVA FATTURA, LA PORTA INVECE È ORIGINALE DEL PALAZZO. DIVANO TATLIN DI M. CANANZI E R. SEMPRINI (EDRA), LAMPADA SUPERLOON DI J. MORRISON (FLOS). PAGINA PRECEDENTE: UNA DELLE DUE SALE DI RAPPRESENT­ANZA. LA DECORAZION­E MURALE OTTOCENTES­CA, IN PRECEDENZA NASCOSTA DA IMBIANCATU­RE, È STATA RECUPERATA NEL CORSO DEI LAVORI. POLTRONE VERMELHA (F. E H. CAMPANA), DIVANO STANDARD (F. BINFARÉ), LAMPADA INES (J. FOGGINI). TUTTO EDRA.
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 ??  ?? A SINISTRA: LA SALA DA PRANZO AL PRIMO PIANO. A PARETE UN OLIO SETTECENTE­SCO DI SCUOLA ROMANA. SOTTO IL LAMPADARIO DEL ’900, TAVOLO EGEO E SEDIE GILDA B. (J. FOGGINI), MOBILE SCRIGNO (F. E H. CAMPANA). TUTTO EDRA. IN BASSO, A SINISTRA: IL SALOTTO FAMILIARE. GLI STUCCHI SOPRA IL CAMINETTO SONO STATI RECUPERATI CON UN ATTENTO RESTAURO. TAVOLINI CICLADI (J. FOGGINI), EDRA. SOTTO: IL PASSAGGIO TRA LE DUE SALE DI RAPPRESENT­ANZA. A PARETE, UNO SPECCHIO ARGENTATO DI SABRINA LANDINI/LES BEAUXOBJET­S.
A SINISTRA: LA SALA DA PRANZO AL PRIMO PIANO. A PARETE UN OLIO SETTECENTE­SCO DI SCUOLA ROMANA. SOTTO IL LAMPADARIO DEL ’900, TAVOLO EGEO E SEDIE GILDA B. (J. FOGGINI), MOBILE SCRIGNO (F. E H. CAMPANA). TUTTO EDRA. IN BASSO, A SINISTRA: IL SALOTTO FAMILIARE. GLI STUCCHI SOPRA IL CAMINETTO SONO STATI RECUPERATI CON UN ATTENTO RESTAURO. TAVOLINI CICLADI (J. FOGGINI), EDRA. SOTTO: IL PASSAGGIO TRA LE DUE SALE DI RAPPRESENT­ANZA. A PARETE, UNO SPECCHIO ARGENTATO DI SABRINA LANDINI/LES BEAUXOBJET­S.
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 ??  ?? SOPRA, A SINISTRA: IL BAGNO PADRONALE, RICAVATO IN UNA DELLE SALE NOBILI DEL PALAZZO. VASCA FREESTANDI­NG DEVON&DEVON, POLTRONA ROSE CHAIR (M. UMEDA), EDRA. SOPRA: LA CAMERA DA LETTO PRINCIPALE, CON SOGGETTI MITOLOGICI LEGATI AL GIORNO E ALLA NOTTE. LETTO STAND BY ME (F. BINFARÉ), TAVOLINI BRASILIA (F. E H. CAMPANA), TUTTO EDRA.
A SINISTRA: LA VECCHIA CUCINA, CHE CONSERVA NELLA PARTE COTTURA LA CAPPA ORIGINALE IN PIETRA, HA ACQUISITO NUOVA FUNZIONALI­TÀ GRAZIE ALL’INTEGRAZIO­NE DI MOBILI IN ACCIAIO INOX.
SOPRA, A SINISTRA: IL BAGNO PADRONALE, RICAVATO IN UNA DELLE SALE NOBILI DEL PALAZZO. VASCA FREESTANDI­NG DEVON&DEVON, POLTRONA ROSE CHAIR (M. UMEDA), EDRA. SOPRA: LA CAMERA DA LETTO PRINCIPALE, CON SOGGETTI MITOLOGICI LEGATI AL GIORNO E ALLA NOTTE. LETTO STAND BY ME (F. BINFARÉ), TAVOLINI BRASILIA (F. E H. CAMPANA), TUTTO EDRA. A SINISTRA: LA VECCHIA CUCINA, CHE CONSERVA NELLA PARTE COTTURA LA CAPPA ORIGINALE IN PIETRA, HA ACQUISITO NUOVA FUNZIONALI­TÀ GRAZIE ALL’INTEGRAZIO­NE DI MOBILI IN ACCIAIO INOX.
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