L’AFRICA SUL BALLATOIO
In una casa di ringhiera a MILANO trova posto la collezione di arte africana di un ex diplomatico innamorato del colore.
— L’arte africana dialoga con pezzi di design iconici in una casa di ringhiera in uno storico quartiere di MILANO.
Vicino al Carrobbio, la confluenza delle strade che nella Milano romana formavano il cardo, ci sono angoli apparentemente non toccati dalla spinta propulsiva che la città ha avuto in questi ultimi anni, vie che conservano un’allure passata, un gusto e un aspetto d’altri tempi. È in una di queste strade, in una delle case di ringhiera costruite a inizio ’900 per accogliere il flusso migratorio che diventava forza lavoro nelle nuove fabbriche, che Marcello Griccioli e sua moglie Emanuela Visconti hanno fissato la loro residenza invernale: un appartamento di 125 metri quadrati per avvicinarsi un po’ alle figlie e ai nipoti e per dare una collocazione ad alcune delle opere della sconfinata collezione di arte africana di lui, ex diplomatico. «Ci è piaciuta questa via un po’ defilata, storica e popolare, piena di negozietti vintage e ristorantini e ci ha conquistato la semplicità degli interni», racconta Griccioli. Tutti ridipinti di bianco per fare risaltare gli oggetti: quadri, statue, totem che appartengono al meglio della produzione artistica somala e tanzaniana, acquistati durante la permanenza del diplomatico nel continente, affiancati da opere italiane e pezzi iconici di design. «A Siena, dove abitiamo, ho una cantina piena di opere africane in attesa di tempi migliori. Con la casa di Milano quei tempi sono arrivati e ho potuto portarne un po’ in superficie. La scelta è caduta su quello che rispecchiava l’emozione che ho sempre provato fin dal momento della mia “scoperta” dell’Africa», spiega Griccioli.
Di queste emozioni l’appartamento di Milano è una sorta di mostra tangibile. L’arte africana, con pezzi contemporanei e antichi, si affianca e dialoga con arredi di design iconici, come per esempio le sedie Superleggera di Gio Ponti che nella loro versione black&white duettano con il tappeto di pelle di zebra davanti al tavolo da pranzo. «Per me è stata una sorta di ritorno alle origini, una nuova partenza dopo una vita passata a viaggiare», dice Emanuela Visconti Griccioli. Famiglia milanese, tutta residente nei paraggi, considera questa casa un’esperienza, dopo aver abitato ogni genere di appartamento e dimora di lusso. «La casa di ringhiera non è una casa “bene”, borghese, e ci ha entusiasmato sistemarla», racconta. «Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe l’appartamento è luminoso. I raggi del sole, obliqui, entrano dalle finestre soprattutto d’inverno, quando siamo qui, e inondano le stanze». Dell’angustia originaria, infatti, non rimane nulla: il bianco dei pavimenti di resina e delle pareti riempie le stanze di luce e le rende adatte a ospitare la folla di colori della collezione d’arte e degli oggetti d’arredo, molti arrivati qui dalle vite precedenti, una specie di inventario decorativo ed emotivo. «Nella cucina, che ho lasciato con le sue piastrelline blu originali, c’è un bellissimo carrello dell’architetto Guglielmo Mozzoni. È un regalo di matrimonio, era rimasto inutilizzato per anni, fino a quando ha trovato la sua naturale collocazione in questa stanza», aggiunge.
Una prima missione in Somalia, poi il mondo intero e un
ultimo incarico in Tanzania: «L’Africa mi ha emozionato dal primo momento perché ho trovato un Paese completamente diverso da quello che mi aspettavo», dice il diplomatico. «Ho incontrato miseria, sì, ma anche e soprattutto una profonda e radicata cultura artistica e musicale, e un atteggiamento amichevole, un’innata capacità di relazionarsi con gli altri da parte delle persone. E queste sensazioni si sono rafforzate negli anni, fino alla mia ultima missione».
Rimanda alla stessa emozione il grande trompe-l’oeil commissionato ad Alfonso Orombelli che occupa un’intera parete del salotto, incastonando il camino, una macchia di colori che riprendono quelli della statua lignea composta da 15 pupazzi dell’artista tanzaniano George Lilanga. Lilanga, legato a Griccioli da una profonda amicizia, è anche l’autore di un gigantesco e coloratissimo quadro che occupa l’intera parete della camera da letto, tanto grande che non sarebbe potuto passare dalle porte se il corniciaio non avesse inventato una particolare soluzione “a libro”, che ha permesso di piegare, senza lasciare segni, il dipinto e poi appenderlo.
Le macchie di colore sono un leitmotiv anche negli interventi di Alfonso Orombelli, che ha dipinto di un elettrico blu Klein anche la cornice di uno specchio settecentesco appeso sopra un comò piemontese di famiglia della stessa epoca. Sul piano intarsiato, l’opera dell’artista italiano Francesco De Molfetta: «Mi divertivano questi due colombi in porcellana con la scritta Ryanair e Easyjet», scherza Griccioli. «Sottolineano la differenza tra il nostro modo di viaggiare oggi rispetto al passato e rappresentano abbastanza me e mia moglie Emanuela». Non a caso l’opera si intitola Piccioni viaggiatori.
Oggi che la stagione dei grandi viaggi è conclusa, i Griccioli hanno messo radici a Siena. «Non provo nostalgia, perché vivo lo stesso in mezzo all’Africa», conclude il diplomatico. Un po’ nel cuore, un po’ – tra quadri e oggetti – intorno.
Il bianco dei pavimenti di resina e delle pareti riempie le stanze di luce e le rende adatte a ospitare la folla di COLORI della collezione d’arte e degli arredi, un inventario decorativo ed emotivo.