LE REGOLE DEL GIOCO
Il Novecento, fonte inesauribile di spunti; il gusto per gli accostamenti, per i colori e per una certa “imperfezione”. Piccolo dizionario estetico del duo creativo DIMORESTUDIO.
— Ricerca sugli stili del ’900 ed eclettismo tra arte e moda per DIMORESTUDIO (69).
Le mostre-evento che il duo Dimorestudio organizza durante la Milano Design Week sono appuntamenti visionari che nessun addetto ai lavori vuole perdere. Lavorano per pesi massimi della moda come Fendi, progettando boutique di grande atmosfera; disegnano mobili, oggetti, tessuti dal gusto pieno di citazioni e personalissimo. «La nostra idea di stile è indefinibile. È come se fosse un raccoglitore, un faldone pieno di colori, materiali, epoche. Dal Razionalismo all’iperdecorativo», spiega Emiliano Salci, uno dei due fondatori dello studio. «Quello che invece è definito è che il nostro è uno stile caldo, e soprattutto imperfetto. Fatto di “sbagli”, accostamenti che vogliono sembrare casuali, ma che in realtà hanno un profondo studio dietro». Il loro gusto, infatti, nasce da una ricerca appassionata sul passato. «Al centro della nostra attenzione c’è sempre il Novecento, cose più recenti per noi hanno poca storia», prosegue Salci. «Oppure pezzi antichi cinesi, francesi, italiani. Ma solo un tocco. Perché il Novecento, da solo, esprime tanti stili diversi: da una decade all’altra cambia tutto». Così nascono progetti dal tocco misurato (come l’intervento al Grand Hotel et de Milan, appena ultimato a Milano, dalla cifra aristocratica e lievemente decadente), o la collezione “Interstellar”, presentata lo scorso aprile, dalle atmosfere metalliche, secche, ispirate a Pomodoro, Pesce, Judd, Kubrick. Un eclettismo assoluto e affascinante. E sempre d’effetto.