OSPITALITÀ D’ARTE
— Una collezione di reperti lapidei antichi negli ambienti di PALAZZO DELLE PIETRE (46).
A Roma, vicino al Pantheon, un intervento pieno di passione riporta alla vita un ANTICO PALAZZO dandogli nuove funzioni. E popolando i suoi spazi con pezzi di una collezione speciale. Un luogo che in queste pagine vediamo attraverso lo sguardo di un maestro: GIOVANNI GASTEL.
Via delle Coppelle, a Roma, è in una posizione miracolosa: malgrado sia a pochi passi dal Pantheon e da piazza Navona, è risparmiata dall’invasione delle comitive di turisti che la capitale affronta ogni giorno. Qui c’è un edificio antico (l’origine è anteriore al 1400) che, dopo anni di abbandono, oggi riapre per rispondere a più funzioni: hotel, club, casa. Il nome, Palazzo delle Pietre, è nuovo. Dentro, ogni spazio fa da cornice a uno o più reperti lapidei antichi, provenienti da una collezione di famiglia avviata da un trisavolo del proprietario tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento, integrati in tempi più vicini a noi da acquisti effettuati presso antiquari italiani. Il padrone di casa è Carlo Mazzi, ingegnere aretino ma romano d’adozione. Che in questo progetto ha coinvolto, a vario titolo, anche la moglie e i figli. Un progetto di famiglia. «Cercavamo un immobile in centro dove venire ad abitare quando ci siamo imbattuti in questo palazzo, che versava in condizioni disastrose perché in mano a 13 eredi, in lite su tutto». Dopo due anni di trattative e cinque di lavori di restauro/ripristino, oggi il palazzo rinasce. Con otto appartamenti dal gusto 100% contemporaneo (con arredi di Alivar, DePadova, Danese e luci di Artemide), tutti diversi, disponibili per periodi dai tre giorni in su; e Frammenti, circolo privato con sale per incontri e ricevimenti
e un’area dedicata al fitness con hammam. La progettazione degli interni è stata curata dallo studio Mp2A, seguito in ogni tappa dal padrone di casa; mentre la scelta di arredi e tessuti è stata curata da sua moglie Patrizia e sua figlia Barbara. È bella anche l’idea di ospitalità che questa famiglia, che non a caso vive all’ultimo piano del palazzo, propone: un contatto vero con chi entra nella casa, fatto di quelle attenzioni che si rivolgono agli amici in visita. Suggerimenti personali, piccoli segreti, indirizzi doc. «Non è una semplice idea di business: volevamo fare qualcosa per noi. Ma anche per Roma», conclude Mazzi. «Ci è voluto molto impegno personale. E, certo, un po’ di temerarietà...».