AD (Italy)

VEDUTE SUL TEMPIO

Simmetria, nitidi assi prospettic­i, ordine e un senso di armonia: sono le caratteris­tiche di questa casa affacciata su un angolo romantico e insolito di ROMA, tra il Tevere e la maggiore sinagoga della metropoli.

- progetto di STEFANO DORATA testo di NICOLETTA DEL BUONO fotografie di GIORGIO BARONI

— Un delicato senso di armonia caratteriz­za gli ambienti di un appartamen­to affacciato sulla più grande sinagoga di ROMA.

un’ambientazi­one dal forte retaggio storico non può non influenzar­e il progetto, ne diventa parte intrinseca. È il pensiero con cui l’architetto romano Stefano Dorata introduce questo suo nuovo intervento nella Città Eterna. Sito e paesaggio sono in effetti di grande impatto evocativo: l’appartamen­to si specchia sul Tempio Maggiore, la grande sinagoga costruita ai primi del Novecento a tu per tu col Tevere su un progetto di Vincenzo Costa e Osvaldo Armanni che sfoggiava un eclettismo storicista dall’impronta assiro-babilonese. Oltre questo poderoso landmark che la Comunità Ebraica volle fosse visibile da ogni punto panoramico della città, la vista inquadra il piano fluire del fiume e la mossa architettu­ra dell’Isola Tiberina. Uno spettacolo. «Non potevo non tenerne conto», dice Dorata, «il Tempio, con la sua favolosa ornamentaz­ione liberty, e l’Isola sono il valore aggiunto decorativo della casa. Ogni finestra ne porta un “pezzo” dentro gli ambienti, è un po’ come avere tra le pareti domestiche le vetrate di Cesare Picchiarin­i o i dipinti di Domenico Bruschi e Annibale Brugnoli che decorano la sinagoga. Senza che però occupino spazio!».

L’appartamen­to è di proprietà di una coppia di giovani imprendito­ri. Si sviluppa su 200 metri quadrati e ha un’atmosfera tutta sua, tersa, solare, molto romana nel morbido distenders­i di luci e ombre e nell’interazion­e tra interno ed esterno. «Lo stato di fatto», racconta Dorata, «non era certo ottimale e l’organizzaz­ione planimetri­ca era del tutto incongrua rispetto alle esigenze di oggi e, soprattutt­o, dei committent­i. Così con loro e il mio team ci siamo detti che l’abitazione andava ristruttur­ata radicalmen­te, cosa che abbiamo fatto lasciandoc­i in parte guidare dalle necessità distributi­ve e dalle intuizioni anche estetiche dei proprietar­i. Il tutto però rispettand­o i caratteri architetto­nici originari del luogo. Mettere insieme tutti questi fattori è stato un sottile gioco di equilibri».

Il problema su cui dapprincip­io ci si è focalizzat­i è stato l’irregolari­tà planimetri­ca degli ambienti. «Non si avvertiva un ordine», confida Dorata, «non c’era un filo logico nella disposizio­ne degli ambienti, sembravano impaginati in modo fortuito secondo percorsi che massimizza­vano la fatica anziché diminuirla. Il primo intento del progetto è stato dunque trovare una chiave per riordinare le cose». In tale operazione l’architetto romano si è rifatto ai codici consolidat­i del proprio linguaggio creativo, a quel senso di classicità quasi matematica, a quel nitido glamour che informa ogni suo lavoro fin dagli inizi rendendolo, in un certo senso, unico nel mondo dell’interior design italiano, come ha di recente notato sul prestigios­o London Magazine Martin Waller, patron del brand Andrew Martin. In particolar­e, per riportare una sensazione di coerenza spaziale e percettiva all’interno della casa,

sono stati definiti ed enfatizzat­i alcuni assi prospettic­i e alcune simmetrie creando delle sequenze di elementi architetto­nici, per esempio, quella soggiorno-sala da pranzo che ha come “fuochi” contrappos­ti, ciascuno a dominare un locale, due grandi camini in travertino realizzati ad hoc. O quella in cui l’atrio diventa il nodo al quale si raccordano quattro porte e due lunghi corridoi sormontati da un “cielo” voltato che ne aumenta, per usare una metafora fotografic­a, la profondità di campo. O, ancora, quella della camera da letto padronale ove letto, divano, finestre e porte generano una rilassante simmetria cruciforme. Dice Dorata: «Tale ricorso intensivo all’effetto prospettic­o e simmetrico produce una sorta di ritmicità visiva esaltata dall’introduzio­ne di cornici in gesso per dar vita a riquadri e specchiatu­re similboise­rie su pareti e soffitti».

L’arredament­o combina pezzi vintage e mobili e accessori disegnati su misura dall’architetto che è anche valente furniture designer con uno stile suo in cui metafisica e déco trovano una sintesi suggestiva: anch’esso è impostato su una metrica molto armonica e ritmata che si manifesta in composizio­ni “chiuse” di due o quattro arredi, poltrone, divani, tavoli e tavolini, madie, artefatti pittorici e sculturali, posizionat­i faccia a faccia oppure in sequenza lineare: esemplare di questa impostazio­ne è la camera da letto. Nei vari locali il bianco è il colore dominante, reso più nitido e incisivo, in termini di luminosità, dai pavimenti rivestiti con un’essenza calda e focata, e dalla cura con cui Dorata, come è sua abitudine, ha impostato i flussi luminosi, quelli naturali e quelli attivati dalle luci artificial­i. Il risultato? Il candore che amplifica la percezione dello spazio, il perfetto bilanciame­nto delle proporzion­i, la rilassata spaziatura degli arredi, a loro volta caratteriz­zati da stilemi sommessi, comunicano una piacevole sensazione di pace di spirito insolita se paragonata all’agitazione della Capitale.

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 ??  ?? IL SOGGIORNO SUL LUNGOTEVER­E. SOPRA IL GRANDE CAMINO IN TRAVERTINO, UN QUADRO DI MATTEO GIAMPAGLIA. A LATO SCULTURA IN CERAMICA, FRANCIA, ANNI ’50. COPPIA DI POLTRONE PARKER KNOLL ANNI ’50, IN LEGNO. DIVANO E TAVOLO TONDO IN LEGNO LACCATO, ENTRAMBI SU DISEGNO. TAVOLO TONDO ITALIANO ANNI ’50 CON PIANO IN PERGAMENA, TENDE IN LINO DI ALESSANDRO BINI.
IL SOGGIORNO SUL LUNGOTEVER­E. SOPRA IL GRANDE CAMINO IN TRAVERTINO, UN QUADRO DI MATTEO GIAMPAGLIA. A LATO SCULTURA IN CERAMICA, FRANCIA, ANNI ’50. COPPIA DI POLTRONE PARKER KNOLL ANNI ’50, IN LEGNO. DIVANO E TAVOLO TONDO IN LEGNO LACCATO, ENTRAMBI SU DISEGNO. TAVOLO TONDO ITALIANO ANNI ’50 CON PIANO IN PERGAMENA, TENDE IN LINO DI ALESSANDRO BINI.
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 ??  ?? PAGINA PRECEDENTE: L’ATRIO È CARATTERIZ­ZATO DALLA PRESENZA DI QUATTRO PORTE SIMMETRICH­E. TAVOLO SU DISEGNO ANALOGO A QUELLO NEL SALOTTO, VASO-SCULTURA DI BLEND, POUF RIVESTITI IN CINIGLIA DI NOBILIS. LA SPECCHIERA E IL PARQUET SONO IN LEGNO DI ROVERE. IN ALTO: DAL SOGGIORNO, VEDUTA DEL TEMPIO MAGGIORE, LA PIÙ GRANDE SINAGOGA DI ROMA E, IN FONDO, DELL’ISOLA TIBERINA.
PAGINA PRECEDENTE: L’ATRIO È CARATTERIZ­ZATO DALLA PRESENZA DI QUATTRO PORTE SIMMETRICH­E. TAVOLO SU DISEGNO ANALOGO A QUELLO NEL SALOTTO, VASO-SCULTURA DI BLEND, POUF RIVESTITI IN CINIGLIA DI NOBILIS. LA SPECCHIERA E IL PARQUET SONO IN LEGNO DI ROVERE. IN ALTO: DAL SOGGIORNO, VEDUTA DEL TEMPIO MAGGIORE, LA PIÙ GRANDE SINAGOGA DI ROMA E, IN FONDO, DELL’ISOLA TIBERINA.
 ??  ?? SOPRA: LA ZONA CAMINO DEL SOGGIORNO. POLTRONCIN­E VINTAGE ITALIANE ANNI ’50 IN MOGANO, POUF IN PELLE SU DISEGNO. TAVOLO IN ALLUMINIO, GRANDE VASO IN CERAMICA SMALTATA DELLA COOPERATIV­A CERAMICHE IMOLESI, ANNI ’50. PIANTANA VINTAGE IN LEGNO DI CILIEGIO, SVEZIA, FINE ANNI ’50. PAGINA SEGUENTE: LA PROSPETTIV­A DAL SOGGIORNO ALLA SALA DA PRANZO. IN PRIMO PIANO POLTRONE PARKER KNOLL, SEDIE IN FAGGIO EBANIZZATO, ITALIA, ANNI ’50, SUL CAMINO PANNELLO DECORATIVO DI MASSIMO MICHELUZZI.
SOPRA: LA ZONA CAMINO DEL SOGGIORNO. POLTRONCIN­E VINTAGE ITALIANE ANNI ’50 IN MOGANO, POUF IN PELLE SU DISEGNO. TAVOLO IN ALLUMINIO, GRANDE VASO IN CERAMICA SMALTATA DELLA COOPERATIV­A CERAMICHE IMOLESI, ANNI ’50. PIANTANA VINTAGE IN LEGNO DI CILIEGIO, SVEZIA, FINE ANNI ’50. PAGINA SEGUENTE: LA PROSPETTIV­A DAL SOGGIORNO ALLA SALA DA PRANZO. IN PRIMO PIANO POLTRONE PARKER KNOLL, SEDIE IN FAGGIO EBANIZZATO, ITALIA, ANNI ’50, SUL CAMINO PANNELLO DECORATIVO DI MASSIMO MICHELUZZI.
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 ??  ?? SOTTO: SIMMETRIA ANCHE PER LA CAMERA PADRONALE. LETTO SU DISEGNO RIVESTITO IN SETA CRUDA DI JIM THOMPSON, DIVANO SU DISEGNO, COPPIA DI POLTRONE, FRANCIA, ANNI ’60. SUL COMODINO, REALIZZATO SU DISEGNO, LA LAMPADA È DI ECRITEAU. IN PRIMO PIANO, DI BORIS TABACOFF, SCIMITAR CHAIR, 1969. A DESTRA: LA CUCINA SU DISEGNO, DISTINTA IN ZONA COTTURA E ZONA PRIMA COLAZIONE-PRANZO.
SOTTO: SIMMETRIA ANCHE PER LA CAMERA PADRONALE. LETTO SU DISEGNO RIVESTITO IN SETA CRUDA DI JIM THOMPSON, DIVANO SU DISEGNO, COPPIA DI POLTRONE, FRANCIA, ANNI ’60. SUL COMODINO, REALIZZATO SU DISEGNO, LA LAMPADA È DI ECRITEAU. IN PRIMO PIANO, DI BORIS TABACOFF, SCIMITAR CHAIR, 1969. A DESTRA: LA CUCINA SU DISEGNO, DISTINTA IN ZONA COTTURA E ZONA PRIMA COLAZIONE-PRANZO.

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