AD (Italy)

Editoriale.

- FEDELE USAI Amministra­tore delegato Edizioni Condé Nast

Con questo numero di gennaio – per molta parte dedicato a Parigi e ai suoi mondi creativi come da anni è ormai apprezzata consuetudi­ne – di LASCIO LA DIREZIONE AD che ho tenuto per quasi quarant’anni dopo aver ideato e fondato la Rivista nel 1981, inventando­ne in quell’occasione anche il logo oggi adottato da tutte le varie testate nazionali, compresa quella madre fondata in America nel 1920. È stata, lo posso dire con soddisfazi­one, una lunga, appassiona­nte storia di successi e di invenzioni editoriali, tant’è che oggi AD è prima nel suo settore per autorevole­zza, riconoscib­ilità e gradimento del pubblico e delle aziende, nonché per dimensioni di lettorato.

, eclettica e cosmopolit­a nel scegliere UNA RIVISTA IN SALUTE e raccontare le case, in crescita, rara avis di questi tempi, per numero di lettori e ricavi: frutto di un format e di uno spirito innovativi, affinatisi negli anni, capaci di evolvere per cavalcare le oscillazio­ni del gusto in tema di interior design e lifestyle, senza tuttavia mai tradire i propri , ossia VALORI il buongusto e la misura, il lusso colto, non gridato e un po’ teatrale, l’attenzione al contempora­neo ma pure la curiosità per passato e tradizioni, la costante ricerca della qualità migliore, lo sguardo senza pregiudizi a ciò che accade intorno a noi. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza che LA MIA REDAZIONE mi ha supportato con dedizione, slancio e creatività, facendo proprio l’imprinting, davvero particolar­issimo, di AD. Così come decisivo è stato il contributo dei , dai COLLABORAT­ORI grandi fotografi d’interni agli esperti delle varie arti che hanno dato spessore culturale alle nostre pagine, da chi ha tenuto le fila con le aziende per raccontare tendenze e fenomeni del design e dell’arredament­o a quanti hanno sviluppato i contatti pubblicita­ri con i clienti. Una squadra straordina­ria a cui va

il mio più vivo e sentito grazie. Passo ora il testimone all’amico

LUCA DINI , Direttore editoriale del gruppo, profession­ista dalla grande esperienza: sono certo che, anche avvalendos­i dell’attuale team redazional­e, saprà guidare AD con successo nel solco di una tradizione vincente, dosando con sensibilit­à le innovazion­i che il tempo renderà necessarie. A lui e a tutti coloro che sono stati con me in questa meraviglio­sa avventura vanno i migliori auguri per un luminoso futuro. Auguri che estendo a un’altra cara amica, XU WANG , che proprio in questi giorni ha lasciato la direzione di AD China dopo averne fatto un magazine autorevole e di prestigio. Resterò comunque nella famiglia di AD con il ruolo di editorial advisor. Ad maiora!

ETTORE MOCCHETTI

Non è consuetudi­ne per un Editore commentare l’editoriale di commiato di un Direttore. E non voglio sottrarmi alla regola. Rubo queste poche righe all’attenzione del lettore perché Ettore Mocchetti non è stato un Direttore, è un costruttor­e di sogni, un’anima creativa pura e unica, un flusso vitale di leggerezza e competenza. Solo così si possono spiegare quarant’anni di successi senza pari nel mondo dell’editoria. A te, caro Ettore, che hai raccontato agli italiani le case più belle del mondo, dico solo che AD sarà sempre casa tua. Con gratitudin­e e affetto.

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 ??  ?? A SINISTRA: la mia redazione. SOPRA: la copertina del numero 1 di AD e l’ultima scelta e firmata da Ettore Mocchetti: la numero 460.
A SINISTRA: la mia redazione. SOPRA: la copertina del numero 1 di AD e l’ultima scelta e firmata da Ettore Mocchetti: la numero 460.
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