In una casa parigina a SaintGermain i COLORI hanno una funzione emozionale.
Un grande appartamento ottocentesco a SAINT-GERMAIN si macchia di colore e di vita per raccontare la storia e le emozioni dei suoi abitanti.
EEra già bellissimo così come l’avevano trovato questo appartamento haussmanniano a Saint-Germain. Grande metratura, grandi spazi e il privilegio della luce naturale che entra dalle moltissime finestre. Quasi 250 metri quadrati di superficie, piano alto con vista sui viali e balconcini con vasi di bossi e di ortensie. Però era bianco, tutto bianco, tanto da rischiare di risultare asettico nonostante il parquet originale a spina francese e le cornici in stucco delle finestre e delle porte. Il progetto di ristrutturazione, affidato dal proprietario, un imprenditore francese appena rientrato nella sua città natale, a Diamante Pedersoli, è partito pro
prio da qui. «All’inizio ho pensato che avremmo anche potuto lasciarla così», racconta l’interior designer, «ma poi ho ragionato sul fatto che le case hanno bisogno di un’anima e che con i colori avrei potuto aggiungere, prima ancora che con gli arredi, storia ed emozioni. Una tela non più bianca». Diamante Pedersoli, diplomata alla Rhode Island School of Design, ha lavorato con Peter Marino, poi con Ralph Lauren prima di aprire uno studio a Los Angeles. Il ritorno in Europa per motivi personali (ma sempre mantenendo legami forti con gli Usa) l’ha portata a occuparsi di progetti “privati”, che sviluppa con il denominatore comune I della passione e del colore. n questo appartamento parigino una palette di grigi, tortora e lino grezzo, tutto sommato neutra e calda, “macchiata” da tinte forti come il blu pavone, il rosso, il verde e l’oro, accoglie la grande collezione di fotografie d’autore del padrone di casa, a cui si sono aggiunte altre opere e i mobili, acquistati, insieme a Diamante Pedersoli, nei marché aux puces di Parigi. «Curiosamente il mio cliente non si è portato dietro niente a parte le fotografie, quindi ho dovuto pensare anche a tutti i mobili. La ricerca dei pezzi d’arredo è stata lunga perché volevo che si integrassero con l’appartamento, con le opere d’arte e con i pochi mobili contemporanei come il tavolo da pranzo di B&B Italia o i divani di Christian Liaigre del salone». Il resto, perfettamente coerente, ha origini ed estetica diverse, eppure sembra far parte di un tutto: «È quello che intendo quando dico che bisogna appropriarsi della storia degli oggetti, perché è così che diventano nostri», spiega Pedersoli. «Al netto della collezione di fotografie, il 90 per cento di quello che si trova nella casa è stato acquistato, non appartiene al passato del proprietario, eppure, collocato nelle stanze insieme al poco che era già suo, ne è diventato parte, ha cominciato a raccontare una storia fatta di emozioni».
Accanto ai pezzi vintage anche ci sono alcuni arredi disegnati da Diamante Pedersoli, utilizzando scampoli di tessuti e colori come per i paralumi delle lampade che illuminano uno dei corridoi, realizzati con tessuto vintage Farfalle di Valentino Casa e cartoncino laccato verde. «A differenza delle altre stanze i corridoi sono più bui perché danno sull’interno, quindi ho deciso di illuminarli attraverso il colore. In questo modo acquisiscono una personalità che va al di là della mera funzionalità». È dell’interior designer anche la scelta della carta da parati Lièvres con conigli e carote di Edmond Petit in cucina o la Kipling Nuit verde e oro del corridoio (Pierre Frey), che aggiungono un tocco scherzoso e materico agli ambienti. Le porte sono tutte dipinte con un nero di Farrow & Ball, tutte, per essere introdotti in ogni stanza da un tocco un po’ teatrale. Ma è accogliente e “domestico” l’angolo preferito del padrone di casa: la postazione davanti al camino è stata arredata con una comoda poltrona dove immergersi a leggere davanti alla finestra aperta sulle chiome degli alberi del viale sottostante.
SOPRA: PARETI IN MANOR HOUSE GRAY E PORTA IN OFF-BLACK (FARROW & BALL). QUADRO DI JACQUES MONORY. LAMPADE IN OTTONE SCANDINAVE ANNI ’60. PAGINA PRECEDENTE: NELLA SALA DA PRANZO STUCCHI ORIGINALI DEL XIX SECOLO. TAVOLO EILEEN IN MARMO NERO MARQUINA E BASE IN BRONZO (B&B ITALIA). SEDIE COMPRATE AL MARCHÉ AUX PUCES RIVESTITE IN LINO GREZZO. TAPPETO TIBETANO. LAMPADE MAROCCHINE IN OTTONE. FOTO A COLORI DI RAGAZZE DAI CAPELLI ROSSI DALLA SERIE WATERLANDERS DI BART HEYNEN.
«Al netto della collezione di fotografie, il 90 per cento di quello che si trova nella casa è stato acquistato, non appartiene al PASSATO del proprietario, eppure, collocato nelle stanze insieme al poco che era già suo, ne è diventato parte».