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CASA È CHIESA

Un parco fuori, un giardino segreto dentro. Aversa, ma potrebbe essere Miami. Perché i proprietar­i della villa vogliono «una vita in vacanza»

- Foto di Mattia Aquila Testo di Ruben Modigliani

Un’architettu­ra abbandonat­a, a Bologna, diventa ufficio e spazio per eventi. E un posto per vivere.

Una villa su quattro livelli aperta sul verde, con piscina e spa sotterrane­a dove la luce arriva da un grande lucernario e da un cavedio trasformat­o in giardino. Spazi fluidi, poche pareti divisorie. Grandi finestre a nastro, eredità architetto­nica del modernismo. nei vari ambienti della casa, opere d’arte che portano colore sulle pareti e tanti pezzi di design contempora­neo.

Siamo ad Aversa, provincia di Caserta. Ma potremmo essere a Città del Capo, a Rio o a Miami. «I padroni di casa viaggiano moltissimo, e una delle prime cose che mi hanno chiesto quando abbiamo iniziato a mettere insieme le idee è stata proprio questa: volevano un modo di vivere gli spazi simile a quello di un albergo. “Una vita in vacanza”, per usare le loro parole», racconta Antonio Zagaria, autore del progetto. Il punto di partenza era una costruzion­e recente, con pochi vincoli struttural­i: questo ha permesso di creare uno spazio, al piano terra, totalmente aperto, dove cucina, living e sala da pranzo sono senza soluzione di continuità. Anche la camera dei padroni di casa (al primo piano, come quella della figlia) è un ambiente fluido articolato in zona notte, guardaroba e sala da bagno. Le poche pareti sono mimetizzat­e da un paesaggio esotico stampato su carta da parati, oppure accolgono gli armadi; la sola porta è quella che separa i servizi.

Stesso concetto per il piano superiore, concepito come un appartamen­to – con cucina e vasca idromassag­gio sul terrazzo – per il figlio. La famiglia che vive in questa casa ama ricevere, e si vede: il tavolo per i pranzi informali, prolungame­nto del piano di lavoro della cucina (sei metri in totale!), ospita tranquilla­mente dieci persone.

Anche lo spettacola­re piano seminterra­to è pensato per avere un’anima conviviale. Qui si trovano la piscina, lo spazio benessere (palestra, doccia emozionale e sauna), ma anche una grande cigar room con un angolo dedicato ai vini.

A ogni livello lo sguardo incontra della vegetazion­e, il rapporto con l’esterno è continuo. «I proprietar­i avevano vissuto per quindici anni in un appartamen­to e uno dei loro desideri più forti era quello di vedere del verde», prosegue Zagaria. «È per questo che la casa è così aperta, ho messo aperture dove possibile per avere la massima continuità tra interno ed esterno. Come nel living, dove le finestre sono a nastro, sottolinea­te da un mobile basso: diventa una specie di belvedere». Questo vale anche per il piano -1: il giardino segreto su cui si affaccia, ricavato scavando il terreno, ospita degli esemplari di Dicksonia, felce gigante con l’aspetto di una palma.

Per l’arredament­o l’architetto ha lavorato a strettissi­mo contatto con i clienti: «Il rapporto con loro è stato da subito informale. Ci siamo conosciuti grazie ad amici in comune, il primo incontro è stato in un bar. È stato il modo migliore per scoprire che tipo di persone erano, quali erano le loro vere esigenze. Il progetto si è sviluppato a loro misura: abbiamo avuto un continuo scambio di idee, e anche se hanno accettato tutte le proposte che ho fatto ogni cosa è stata in realtà decisa insieme». A terra è stato posato un parquet in rovere naturale, una tonalità di legno luminosa e rilassante. Per il piano interrato invece è stato scelto un mosaico che riprende in chiave contempora­nea la tradizione romana.

Nella camera-appartamen­to del ragazzo, infine, sono state utilizzate grandi lastre in ceramica. Gli spazi sono razionali, semplici, ben organizzat­i. E volutament­e non affollati. Una scelta che dà risalto ai mobili, tutti scenografi­ci e anticonven­zionali. Come i divani collocati al cuore dei due ambienti più di rappresent­anza, il piano terra e quello della piscina: due elementi d’arredo oversize, asimmetric­i, che con i loro elementi mobili (schienali, braccioli) invitano all’interazion­e e al gioco. Altri sono delle vere sculture funzionali: il grande tavolo nella sala da pranzo, un piano di cristallo dalla forma ameboide posato su un groviglio di tubolari d’acciaio; o la lampada da terra del living, strana creatura tripode che sembra di metallo fuso (entrambi disegnati da Jacopo Foggini). È un mix dove trovano posto ricordi di viaggio, pezzi di design dall’anima quasi surrealist­a e altri invece rassicuran­temente razionali.

«La selezione degli arredi l’ho seguita personalme­nte», spiega l’architetto. «In tutti i miei progetti di interni cerco di mettere qualcosa di rosso: qui questo elemento è la poltrona Vermelha dei fratelli Campana, un pezzo del 1993 che è diventato un classico del design contempora­neo (è anche nella collezione del MoMA di New York, ndr). Ed è rosso anche l’interno del grande mobile contenitor­e sospeso della sala da pranzo, le cui ante di specchio riflettono il giardino. E che, specialmen­te la sera, sembra un’altra finestra. Gli interni di questa villa sono un caos ordinato, bello e comodo da vivere. Una casa che ho progettato pensando a come l’avrei voluta abitare io». Sognando una vita in vacanza.

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 ??  ?? in alto La sala da pranzo. Tavolo Capriccio e sedie Ella di Jacopo Foggini (Edra). Ceramiche di Ettore Sottsass e Nathalie du Pasquier per Memphis. al centro Nella camera da letto principale, poltrona Vermelha dei fratelli Campana (Edra). Mobile su disegno, lampada Shogun di Mario Botta (Artemide). Tele di Bruno Donzelli. a destra Nel soggiorno, mobile contenitor­e del sistema Sintesi di Carlo Colombo (Poliform). Sopra, lampada Atollo di Vico Magistrett­i (Oluce), piccola tela di Bruno Donzelli e sculture di Gennaro Regina. a destra Sempre al piano seminterra­to, una vetrata scorrevole si apre su un giardino segreto con piante di Dicksonia. Appendiabi­ti Sciangai di De Pas, D’Urbino, Lomazzi e poltrona Sacco di Gatti, Paolini, Teodoro (tutto Zanotta). Tavolino/sgabello verde Colonna di Ettore Sottsass (Kartell).
in alto La sala da pranzo. Tavolo Capriccio e sedie Ella di Jacopo Foggini (Edra). Ceramiche di Ettore Sottsass e Nathalie du Pasquier per Memphis. al centro Nella camera da letto principale, poltrona Vermelha dei fratelli Campana (Edra). Mobile su disegno, lampada Shogun di Mario Botta (Artemide). Tele di Bruno Donzelli. a destra Nel soggiorno, mobile contenitor­e del sistema Sintesi di Carlo Colombo (Poliform). Sopra, lampada Atollo di Vico Magistrett­i (Oluce), piccola tela di Bruno Donzelli e sculture di Gennaro Regina. a destra Sempre al piano seminterra­to, una vetrata scorrevole si apre su un giardino segreto con piante di Dicksonia. Appendiabi­ti Sciangai di De Pas, D’Urbino, Lomazzi e poltrona Sacco di Gatti, Paolini, Teodoro (tutto Zanotta). Tavolino/sgabello verde Colonna di Ettore Sottsass (Kartell).
 ??  ?? pagine precedenti Al seminterra­to, la zona relax con piscina e, al centro della sala, il divano Flap di Francesco Binfaré e il tavolo basso Brasilia di Fernando e Humberto Campana (tutto Edra). A terra, mosaico Memoria Luce di Appiani.
pagine precedenti Al seminterra­to, la zona relax con piscina e, al centro della sala, il divano Flap di Francesco Binfaré e il tavolo basso Brasilia di Fernando e Humberto Campana (tutto Edra). A terra, mosaico Memoria Luce di Appiani.
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 ??  ?? GLI INTERNI SONO GIOCATI SUL CONTRASTO TRA ARCHITETTU­RA RIGOROSA ED ELEMENTI DI CREATIVITÀ PURA: OPERE D’ARTE, MOBILI QUASI SURREALIST­I. E, NEI BAGNI, CARTE DA PARATI ALL-OVER, ANCHE A PAVIMENTO (RIVESTITE IN RESINA), VIVACI E POP
GLI INTERNI SONO GIOCATI SUL CONTRASTO TRA ARCHITETTU­RA RIGOROSA ED ELEMENTI DI CREATIVITÀ PURA: OPERE D’ARTE, MOBILI QUASI SURREALIST­I. E, NEI BAGNI, CARTE DA PARATI ALL-OVER, ANCHE A PAVIMENTO (RIVESTITE IN RESINA), VIVACI E POP
 ??  ?? sopra Alle spalle del grande divano del soggiorno, mobile basso Flat di Piero Lissoni (Cassina). Vasi in ottone della serie Bash Vessels di Tom Dixon. In fondo, verso la sala da pranzo, lampada da terra Ines di Jacopo Foggini (Edra). a destra Un’altra immagine del salone al piano seminterra­to, che ospita anche una cigar room.
sopra Alle spalle del grande divano del soggiorno, mobile basso Flat di Piero Lissoni (Cassina). Vasi in ottone della serie Bash Vessels di Tom Dixon. In fondo, verso la sala da pranzo, lampada da terra Ines di Jacopo Foggini (Edra). a destra Un’altra immagine del salone al piano seminterra­to, che ospita anche una cigar room.
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 ??  ?? La zona conversazi­one è tra la cucina, che si intravede a sinistra, e la sala da pranzo: il fulcro del piano terra. Al centro il volume morbido e irregolare del divano Standard di Francesco Binfaré (Edra) con schienali e braccioli che sembrano cuscini, orientabil­i e inclinabil­i a piacere. Dietro, l’ascensore che collega i quattro livelli della villa.
La zona conversazi­one è tra la cucina, che si intravede a sinistra, e la sala da pranzo: il fulcro del piano terra. Al centro il volume morbido e irregolare del divano Standard di Francesco Binfaré (Edra) con schienali e braccioli che sembrano cuscini, orientabil­i e inclinabil­i a piacere. Dietro, l’ascensore che collega i quattro livelli della villa.
 ??  ?? IL LIVING PROSEGUE IDEALMENTE AL PIANO INFERIORE, DOVE ACCANTO ALLA PISCINA SI TROVA, CHIUSA IN UNA GABBIA DI VETRO, LA CIGAR ROOM CON LA COLLEZIONE DI VINI DEI PADRONI DI CASA
IL LIVING PROSEGUE IDEALMENTE AL PIANO INFERIORE, DOVE ACCANTO ALLA PISCINA SI TROVA, CHIUSA IN UNA GABBIA DI VETRO, LA CIGAR ROOM CON LA COLLEZIONE DI VINI DEI PADRONI DI CASA

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