L’Italia non si ferma
Sono presenti in decine di Paesi nel mondo, con filiali, showroom, punti vendita. Ma hanno scelto di mantenere i loro centri produttivi nello stesso angolo di provincia in cui sono nate. La ripresa verrà,e queste aziende si preparano a cavalcarla
FLAP Francesco BinfarŽ
Monica Mazzei Vicepresidente
Sfogliare il grande libro dei prodotti di Edra è un po’come passeggiare in un giardino in cui, stagione dopo stagione,sono stati piantati i semi raccolti durante i viaggi alle latitudini più diverse.Il risultato è una galleria di oggetti empatici,che nascono come suggestioni e che poco per volta diventano i protagonisti della vita vera, la vita vissuta. «Non indichiamo mai l’anno di produzione dei nostri mobili.Coltiviamo un approccio timeless all’arredamento,perché tutti noi siamo collocati dentro un unico flusso in cui,di fatto,la distinzione fra pezzi vecchi e nuovi non ha senso»,spiega Monica Mazzei,vicepresidente di Edra, che con il fratello Valerio è al timone dell’azienda di Perignano (Pisa), attiva dal 1987 e apprezzata in tutto il mondo, musei inclusi: dal Centre Pompidou di Parigi al MoMA di New York. Ecco perché divani come Flap, simile al palmo di una mano aperta, e Pack, che evoca una banchisa polare con un orso sdraiato tutto da abbracciare,entrambi di Francesco Binfaré, sembrano progetti di oggi. Se non addirittura di domani.
È una regola che, per Edra, vale da sempre. Una filosofia che ha sollecitato la maison toscana a brevettare materiali innovativi (come il Gellyfoam®,schiuma che unisce doti di morbidezza e di sostegno) e ha ispirato una straordinaria scuderia di creativi“visionari”,da Fernando e Humberto Campana a Zaha Hadid, da Jacopo Foggini a Masanori Umeda,architetto giapponese già firma di punta del Gruppo Memphis di Ettore Sottsass.«Un giorno ci portò una scatolina con all’interno la maquette di una poltroncina a forma di giglio, era il suo tentativo di riconnettere il design con la natura dopo la sbornia di industrializzazione degli anni ’70»,ricorda Mazzei. «Fu amore a prima vista e così è nata Getsuen, la sedia primogenita della nostra Flower Collection, che comprende anche la seduta Rose Chair,lo sgabello Soshun e il tavolino Anthurium». Nelle radici del lavoro di Edra c’è l’attenzione per la persona: «Non siamo numeri, siamo valori. E questo stesso pensiero diventa l’anima dei prodotti, che per noi sono prima di tutto dei generatori di emozioni all’interno di quel nido che si chiama casa».Uno spazio d’accoglienza dentro l’altro nido immenso che è laTerra:dove siamo ospiti,non padroni.
TWIGGY Marc Sadler
Carlo Urbinati Presidente e fondatore «Siamo in una fase delicata, in una terra di mezzo fra il non più e il non ancora. Sono quei momenti in cui la luce è importante. Perché aiuta a mettere a fuoco il nuovo che avanza e a lasciare in ombra ciò che non serve più». Carlo Urbinati, presidente e fondatore di Foscarini, marchio-simbolo dell’illuminazione di alta gamma made in Italy, non possiede la lampada di Aladino. Ma una certezza ce l’ha:muoversi in un mondo sospeso e più lento, come quello attuale,può avere il suo fascino.«Abbiamo scelto di essere editori di lampade,senza una nostra fabbrica.Così ci siamo affiancati a una rete di imprese e laboratori che ci ha permesso di accedere al meglio del savoir-faire italiano»,dice Urbinati.
La genetica vocazione al confronto si è concretizzata in un’avventura creativa che oggi può contare su oltre 30 designer, 21 materiali – inclusi la carta giapponese e il cemento –,una sessantina di famiglie di lampade e una quota export che supera l’80%.Dopo l’apertura,nel 2018 aTokyo,di Foscarini Japan KK,nel 2019 c’è lo sbarco a Shanghai, con un’antenna creata ad hoc per consolidare la fiducia dei consumatori asiatici.E proprio prendendo spunto dall’Oriente, «adesso bisogna diventare zen,non cercare la novità a tutti i costi e iniziare a rimettere mano a ciò che già si ha».C’è stato,sì,il lancio di Madre,la lampada-vaso diAndrea Anastasio,è nata Beep,l’applique rotante di Ludovica e Roberto Palomba, ed è arrivato Tobia,di Ferruccio Laviani, un luminator portatile dal forte segno grafico,da terra e da parete, «ma non mancano dei long seller, come per esempio la Caboche di Patricia Urquiola ed Eliana Gerotto,nata 15 anni fa,che continuano a premiarci sul mercato. E poi i classici, come la Twiggy di Marc Sadler, di cui stiamo perfezionando ulteriori varianti».In questa ricerca dell’essenziale rientra l’ultimo progetto di comunicazione,coordinato da Gianluca Vassallo, in cui abitazioni reali, vissute, diventano il palcoscenico dove si accende una lampada Foscarini.«Sono case selezionate in giro per il mondo,da Napoli alla Scandinavia, e le raccontiamo con i loro abitanti in tutta la loro autenticità, incluse le cose sbagliate.Se è vero che le persone sono quello che non buttano, quello che resta, per noi, è ciò che conta».