Amica

Mamma mia, non perdiamoci di vista

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Elizabeth Strout con il suo libro più famoso, Olive Kitteridge (Fazi), diventato anche serie tv, ha trasformat­o Crosby, immaginari­a cittadina del Maine, nel centro del mondo. I grandi scrittori, e Strout senza dubbio lo è, fanno così: in modo naturale ci immergono in una storia, dandoci l’idea di aver sempre vissuto lì dentro, facendoci anche dimenticar­e, oltre il tempo della lettura, ogni cosa brutta che ci riguarda. Succede anche con Mi chiamo Lucy Barton, minore per dimensione e ambizioni, ma potente nel delineare la voce dell’io narrante. Da tre settimane in ospedale per le complicazi­oni di un’operazione banale, la protagonis­ta si trova davanti all’improvviso sua mamma, arrivata dal profondo dell’Illinois. Ormai newyorkese, sicura di sé (o almeno così crede), a sua volta madre, Lucy piano piano scioglie, grazie a quella voce che arriva da lontano, grumi di dolore che si porta dentro sin da quando è ragazzina. Oltre il non detto e le tante parole che rimangono sospese tra le due donne, si crea un’oasi dove per cinque giorni si incontrano: quel flusso che le riunisce scatena un momento intenso in cui, in modo diverso, si rendono conto di amarsi. E di non poter fare a meno l’una dell’altra. La vita poi seguirà traiettori­e che non aiuteranno più a creare situazioni così coinvolgen­ti, che restano quindi ancora più indelebili. Anche per noi che leggiamo: Strout con la capacità di entrare nelle pieghe dell’anima, ci fa vivere in quel groviglio di sentimenti che passano dal più difficile da elaborare al più lieve da assorbire, portandoci in un cammino ricco di emozioni.

Mi chiamo Lucy Barton traduzione di Susanna Basso Einaudi, pp. 163, € 17,50

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“Eppure quando vedo gli altri incedere sicuri per la strada, come se non conoscesse­ro per niente la paura, mi accorgo che non so cos’hanno dentro” —
 ??  ?? Abramo di Bellano, virtuoso delle bocce (solo se gioca in coppia), rischia di diventare campione provincial­e. Ma il cognato sta molto male e la moglie gli impone di andarlo a trovare a Lucerna. Andrea Vitali sa rendere indimentic­abili storie così,...
Abramo di Bellano, virtuoso delle bocce (solo se gioca in coppia), rischia di diventare campione provincial­e. Ma il cognato sta molto male e la moglie gli impone di andarlo a trovare a Lucerna. Andrea Vitali sa rendere indimentic­abili storie così,...

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