Una CASA preziosa
un edificio che ricorda un palazzo rinascimentale, una COLLANADASOGNO e un grande amore. È quasi una favola la storia che portò a New York una MAISON FRANCESE. Raccontata nei saloni oggi rinnovati dopo un secolo FRANCIS Scott Fitzgerald raccontò la storia di un diamante grande come il Ritz, ma l’avrebbe divertito ancora di più sapere che, a New York, c’era una volta una collana di perle grande come un palazzo sulla Fifth Avenue. O meglio, con lo stesso valore. C’era una volta Morton Plant, uomo d’affari, che regalò alla giovane moglie Maisie (trentenne, aveva divorziato dal marito con enorme scandalo per sposare lui, 61 anni, vedovo da poco) una collana di 128 perle naturali da un milione di dollari - un milione del 1916, cioè 22 di oggi (circa 20 milioni e 766mila euro). Il gioielliere, Pierre Cartier (nipote del fondatore della Maison) propose uno scambio: la collana in cambio della palazzina neorinascimentale di Manhattan, sulla Fifth Avenue, perfetta per diventare quartier generale oltreoceano (dopo aver lavorato a Parigi, Londra e in Russia, Pierre si era trasferito nel 1909 a New York per aprire la prima boutique di alta gioielleria francese
Il finanziere MORTON PLANT scambiò L’IMMOBILE con 128 perle naturali per la moglie MAISIE. Il gioiello perse valore POCHI decenni DOPO. tra i Oggi 200LA MANSION vale 300 EI milioni di dollari Buoni affari
in America, ma non riusciva a trovare un negozio paragonabile a quelli europei). La trattativa portò Cartier nella Plant Mansion, in quello che all’inizio del Novecento i newyorkesi chiamavano “Millionaires’ Row”, la strada dei milionari che attraverso la Fifth Avenue portava dalla residenza degli Astor, all’angolo con la 34esima Strada, al castello dei Vanderbilt, 23 isolati più a nord. La Plant Mansion allora divenne la Cartier Mansion; il milionario traslocò all’angolo con la 86esima Strada (aveva già capito che, a Midtown, la Fifth era destinata a diventare troppo commerciale, con alberghi e negozi), insieme alla moglie Maisie, felice per quella collana unica, la più bella e rara di New York.
CHI FECE l’affare?
In 100 anni i prezzi degli immobili di Manhattan sono aumentati esponenzialmente e quella residenza, che valeva 22 milioni di dollari odierni, in realtà se finisse domani sul mercato (non che Cartier abbia intenzioni di venderla) verrebbe prezzata tra i 200 e i 300 milioni. La scoperta delle perle di coltura, invece, fece sì che negli Anni 50, dopo la morte di Maisie, la collana fosse messa in vendita per soli 150mila dollari (140mila euro circa). Il paradosso, inutile ricordarlo, è che investire in immobili è più saggio che scommettere sui gioielli. Eppure, proprio Cartier ha nel negozio di New York una delle boutique più belle e riconoscibili del mondo. Specie adesso, che per celebrare i 100 anni dell’acquisizione della sede il palazzo è stato ristrutturato e ha riaperto dopo due anni e mezzo di lavori. Come mai così a lungo? Il palazzo al numero 653 della Fifth Avenue fu progettato dall’architetto Robert W. Gibson per Morton Plant nel 1904, e nel 1917 riadattato da residenza a negozio per volontà di Pierre Cartier (si occupò del progetto l’architetto William Welles Bosworth). Bosworth trasferì l’entrata principale dalla laterale 52esima Strada alla più visibile Fifth Avenue, ricavando le imponenti
vetrine con dettagli in bronzo e cornici in marmo verde. Il terzo architetto a porre mano alla palazzina, per questo lungo restauro - dal 2014 al 2016 - è stato Thierry Despont, che ha restaurato la Statua della Libertà, garante dell’attenzione filologica, anche se solo un conservatore di luoghi storici: ha anche disegnato la dimora di Bill e Melinda Gates. La semplicità dell’idea di Despont, in pieno accordo con Cartier, è stata riportare la palazzina, progettata come una grande dimora e composta da grandi saloni, allo spirito originale. Un negozio-casa, da girare in tranquillità costituito da sale in cui sia possibile ammirare e scoprire gioielli, orologi e accessori, fermandosi in piccoli salotti a parlare dei propri acquisti. Lo spazio della nuova boutique è così quadruplicato: da circa 800 metri quadrati su due piani a più di 4mila metri con 101 decorazioni di finestre e 43 tipi di tessuti e pelli per pareti, mobili e drappeggi. Trentacinque stili di arredamento esclusivi, 30 lampadari realizzati sul modello degli originali, il recupero conservativo dei pannelli in rovere della decorazione, reinstallati insieme a nuove sezioni. I mobili, tutti antichi, sono stati scelti da Despont (più di 100, in totale) in accordo con chi si occupa del patrimonio Cartier.
IL NEGOZIO molto speciale
di una Maison altrettanto speciale ha avuto, come è naturale attraverso i decenni, dei clienti speciali: così ecco nella Mansion la Sala Gary Cooper che ospita l’orologeria e un ritratto dell’attore (con al polso il suo orologio Cartier Tank Basculante, del 1940 circa), ecco la Sala Andy Warhol con altri orologi e un autoritratto Polaroid dell’artista (con al polso il suo adorato Cartier Tank). Al primo piano c’è una stanza che si chiama Princess Grace, dove un tempo si trovava la sala da ballo della magione: oggi è dedicata ai diamanti, e a Grace Kelly, che ricevette un anello di fidanzamento di Cartier da Ranieri di Monaco nel 1955. Despont racconta che la Sala Princess Grace, tra le sue preferite, “è molto glamour e romantica con ornamenti ed elementi architettonici come i bassorilievi alle pareti trovati nella residenza originale. Ci sono bellissime tende in taffetà di seta che filtrano la luce nella stanza bianca e un magnifico lampadario”. Sui muri bianchi, gli stemmi, anch’essi bianchi del Principato di Monaco, mettono in risalto le parti in legno. Dopo Grace, ecco la Sala Elizabeth Taylor, sempre al primo piano, con le creazioni di Alta Gioielleria che l’attrice amava tanto (Richard Burton le regalò un diamante Cartier da 69 carati). Poi ci sono le fragranze, c’è il mezzanino Jeanne Toussaint (dedicato alla storica direttrice artistica della Maison) come zona privata riservata ai clienti che commissionano creazioni uniche di Alta Gioielleria, la Sala Pierre Cartier dove sono esposti gioielli classici in uno studio con scrivania d’epoca e caminetto. Un’altra prende nome dall’aviatore brasiliano Alberto Santos-Dumont, a cui Louis Cartier si ispirò per creare, nel 1904, il primo orologio maschile progettato per essere indossato al polso. E un quinto piano per eventi, mostre e presentazioni. Tutto nello spirito di Pierre Cartier, per cui la Mansion doveva essere una meta culturale, oltre che commerciale.