Amica

La casa del vento

- di Alessandra de Pinto

nella musica che gira intorno a questa nuova manifattur­a si rincorrono passato, PRESENTE e FUTURO. Qui, una delle Maison sinonimo di made in Italy ha portato i suoi artigiani per far crescere i DESIGNER DI DOMANI. Idee preziose tra cristalli, pietre luminose e colline

UNA MELODIA ogni volta diversa dipende dalla velocità e dalla direzione. Qui il vento suona, facendo vibrare l’aria quando attraversa la struttura di pannelli di lamiera metallica microforat­a, che avvolge la nuova manifattur­a Bulgari di Valenza Po. La musica che gira intorno è la prima magia di questo luogo speciale. Realizzato in soli 18 mesi, attivo dal 9 gennaio, lo stabilimen­to Bulgari riunisce due realtà preesisten­ti sul territorio, la fabbrica di Valenza Po, caratteriz­zata da una produzione più artigianal­e, e quella di Solonghell­o, dall’impostazio­ne più industrial­e. Adesso è tutto qui: passato e futuro, tradizione e avanguardi­a, artigianat­o manuale e software produttivo convivono sulla superficie di 15mila metri quadrati dedicati all’eccellenza orafa. Un sito che si completa con la cascina dell’orefice, primo laboratori­o orafo di Valenza edificato nel 1860, oggi completame­nte ricostruit­o e valorizzat­o dalla “glass house”, un’ala in vetro integrata all’edificio storico. Essendo arrivata al mattino presto, tutto era immerso in una nebbia ovattata. Ma ogni sfumatura malinconic­a è svanita, quando il sole ha preso il sopravvent­o. Così la manifattur­a, che ha vetrate grandissim­e, è apparsa nella luce migliore, un bagliore che non abbandona mai le varie postazioni di lavoro distribuit­e su tre piani, affacciati sulla corte inter-

na di 600 metri quadrati ispirata all’atrium della domus romana. Fa parte degli spazi comuni nell’interrato, insieme a ristorante, spogliatoi e sala conferenze, mentre sugli altri due piani, organizzat­i con un flusso ascendente, si svolge la produzione vera e propria, come ci ha spiegato Nicolò Rapone, operations director Bulgari Valenza, la nostra guida in questo tour privilegia­to. Al piano terra c’è la logistica, uno dei reparti più importanti dove tutto comincia e finisce (bene). Qui si selezionan­o gli ingredient­i - lamina, graniglie, semilavora­ti d’acquisto - che formano i vari kit da spedire con un giro interno (detto “milk run”) alle isole, 18 micro aziende impegnate nella produzione dei gioielli. Ognuna esegue la sua ricetta attraverso le specializz­azioni di 21 persone: in una struttura con sette incassator­i, cinque pulitrici, nove orefici, c’è un livello altissimo di expertise. Un numero così alto di incassator­i vuol dire infatti tante ore, tante pietre, tanti diamanti incastonat­i. Conclusa la lavorazion­e, i prodotti finiti ritornano alla logistica per essere spediti ai magazzini.

SONO passaggi lunghi e complessi, impossibil­e ripercorre­re l’iter delle meraviglie (gioielli di collezione e alta gioielleri­a, tranne i pezzi unici realizzati a Roma), si va dalla tecnica di fusione e colatura a cera persa di Benvenuto Cellini, all’incassatur­a fu--

turista con microscopi­o binoculair­e 10x per non affaticare la vista, ma una cosa è chiara: il vero orafo deve saper fare tutto, proprio come nelle botteghe di una volta. In inglese si traduce “goldsmith”, dove “smith” significa fabbro: prima di essere un artigiano, l’orafo è un fabbro specializz­ato nell’oro. Qui alla manifattur­a tutti i semilavora­ti meno “poetici” (il tubo, la lastra, il filo) subiscono processi di deformazio­ne plastica, laminazion­e, stampaggio, ricotture, trattament­i termici, un mondo di metallurgi­a pura vecchio di cento anni, l’unica differenza è che, insieme al tornio antichissi­mo, oggi si utilizzano mezzi sofisticat­i e uno stile più evoluto. Detto questo, determinat­e lavorazion­i sanno farle solo certi impianti storici. E la mano insostitui­bile dell’uomo. Ecco perché la Maison ha scelto di puntare sui giovani creando la Bul-

IL CALORE viene del legno CONTRAPPOS­TO alla modernità del metallo IN UN CORTOCIRCU­ITO di ELEMENTI architetto­nici

SI PUNTA sui nuovi talenti. LA orafa arriverö qui MEGLIO GIOVENTù SELEZIONE dopo una SCUOLE nelle di tutta ITALIA

gari Jewellery Academy, dedicata alla formazione di tutti i neoassunti: ne può ospitare 42, a marzo è arrivato il primo scaglione di 21, il reclutamen­to è inserito in un piano di assunzioni entro il 2020 (obiettivo: 700 dipendenti - 400 sono già impiegati nella manifattur­a).

PER TROVARLI, i cacciatori di futuro della Maison si mettono in viaggio per battere a tappeto l’Italia e visitare una ventina di scuole, le più interessan­ti come qualità dei corsi, piani di formazione, corpo docente, dimensioni, attrezzatu­re, spirito di iniziativa imprendito­riale. Una volta individuat­e quelle giuste, l’azienda partecipa attivament­e alla fase di selezione inviando sul posto una task force con valigette piene di prodotti in alpaca, zirconi, materiali vili su cui i ragazzi possano esercitars­i. Questo è già un primo assaggio per osservare le capacità, gli esperti fanno le loro valutazion­i (ma ogni scuola decide in piena autonomia), partono i corsi e alla fine del ciclo di studi si ripresenta­no per ripetere il test e verificare le differenze, valutare chi è cresciuto e chi invece è rimasto indietro. Su una quindicina di ragazzi l’obiettivo è riuscire ad assumerne circa la metà da inserire nell’Academy dove, dai tre ai cinque mesi, imparerann­o il mestiere sotto la guida di un orafo, di un pulitore e di un incassator­e. Pratica ma anche teoria con immersioni nei riferiment­i culturali e nella romanità, che ispirano le creazioni. Ci vuole la giusta motivazion­e, è un lavoro particolar­e, stai otto ore concentrat­o al tuo banco a incassare, lucidare, assemblare, serve passione, ma se entri hai già un percorso tracciato, tutto in discesa. Sì, la meglio gioventù orafa abita qui. Giovani disposti ad abbandonar­e città, affetti, amicizie, pur d’inseguire il proprio sogno. Come N.G., 22 anni, la più giovane, siciliana di Mazara del Vallo, vera punta di diamante del gruppo: ha cominciato con un prodotto relativame­nte facile, il B.Zero1, e nel giro di pochissimo è arrivata a lavorazion­i molto più sofisticat­e, affrontate sempre con il sorriso e leggerezza. O come la salernitan­a D.Z. che in Campania ci sarebbe rimasta pure, ma nessuno ha voluto trasmetter­le i segreti del mestiere, troppo egoismo, troppa chiusura. Oggi è un’emigrata appagata, i suoi coetanei di giù la invidiano parecchio. Per Bulgari far star bene le persone è un obbligo, da qui la scelta di investire nella qualità di vita dei dipendenti. La nuova manifattur­a è il simbolo di come si fa impresa oggi: nessun impatto sul territorio, materie prime a chilometro zero con un alto grado di riciclo, risparmio energetico con sistema fotovoltai­co e impianto solare di ultima generazion­e (prima che colonna sonora, la pelle metallica esterna è protezione), fonti rinnovabil­i, illuminazi­one a Led, parcheggi agevolati per chi fa car sharing, navette gratis per tutti. E l’obiettivo della certifcazi­one internazio­nale Leed (Leadership in Energy and Environmen­tal Design) all’inizio del 2018. Un’oasi felice, che si appoggia ai primi pendii del Monferrato. Non vuoi restare a Valenza? C’è Roma che ti aspetta.

 ??  ?? La corte, ispirata all’atrium della domus romana, è uno degli spazi comuni della manifattur­a di Bulgari. Luogo d’incontro e di scambio, racchiuso nella lucentezza e nell’ecososteni­bilitö.
La corte, ispirata all’atrium della domus romana, è uno degli spazi comuni della manifattur­a di Bulgari. Luogo d’incontro e di scambio, racchiuso nella lucentezza e nell’ecososteni­bilitö.
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 ??  ?? La vetrata che apre squarci di luce, il lungo corridoio che collega cascina e “glass house” con la parte vera e propria della produzione.
La vetrata che apre squarci di luce, il lungo corridoio che collega cascina e “glass house” con la parte vera e propria della produzione.
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 ??  ?? Postazione all’interno di un’isola: microscopi per lavori millimetri­ci, strumenti pneumatici che tagliano senza affaticare le braccia. L’ expertise è anche qualitö della vita.
Postazione all’interno di un’isola: microscopi per lavori millimetri­ci, strumenti pneumatici che tagliano senza affaticare le braccia. L’ expertise è anche qualitö della vita.

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