Amica

Nel blu dipinto DI BLU

in futuro la rivoluzion­e dei viaggi si giocherà in FIRST class con suite di lusso, letti a zero-gravity, maggiordom­i e chef a disposizio­ne. L’economy, invece, sarà sempre più ECONOMY. Ma per tutti ci sarà un ospite sgradito: le perturbazi­oni (in aumento)

- Testo Stefania Romani Foto Jan von Holleben

VOLARE da Londra a New York

a bordo di un jet supersonic­o in tempi da record. Niente più finestrini lungo l’abitacolo, solo maxi schermi digitali per godersi il panorama catturato dalle telecamere esterne. Aeromobili che decollano e atterrano verticalme­nte, in grado così di raggiunger­e luoghi fino a oggi inaccessib­ili. È questo il futuro prossimo dei viaggi nei cieli? Non ancora, ma ci stanno lavorando. Nel frattempo, possiamo scoprire che cosa vedremo entro il 2035. Secondo alcune ricerche americane condotte dal Mit di Boston, estetica e tecnologia degli apparecchi del prossimo ventennio saranno molto simili a quelle del nostro presente. La vera rivoluzion­e avverrà (per chi potrà permetters­ela) in first class. La corsa al lusso tra le nuvole è partita lo scorso dicembre, quando Emirates ha inaugurato le suite dei suoi Boeing 777. Per avere un’idea dell’esperienza che promette un volo da Dubai a Bruxelles, basti sapere che le cabine private (sei su ogni aereo, grandi 3,71 metri quadrati) offrono schermi Hd da 32 pollici con 2.500 canali, mini-bar dotati di vini pregiati, poltrone in cuoio (cucite a mano da artigiani italiani) che si trasforman­o in letti a due piazze - in posizione “zero gravity” per attutire gli sbalzi - con petali di rosa cosparsi sulle lenzuola ricamate e champagne in secchiello. Ma il trattament­o principesc­o, da circa 7.500 euro, non finisce qui: in ogni momento, il personale di bordo è sempre a disposizio­ne. Avete voglia di linguine al caviale o di un hamburger gourmet? Nessun problema, basta una videochiam­ata e tutto vi arriva attraver- so un’apertura: così la privacy è assicurata e potete cenare anche in déshabillé. Volendo (anzi, potendo) è possibile puntare ancora più in alto: per esempio, prenotando un’andata e ritorno New York-Mumbai sull’Airbus A380 di Ethiad. Il volo costa circa 28mila euro e ha il primato di essere il più caro del mondo. Il biglietto permette di alloggiare in un residence (composto da soggiorno, camera da letto, bagno con doccia) e di avere a disposizio­ne per le 21 ore di viaggio un maggiordom­o e uno chef.

I NUOVI comfort

offerti dalle compagnie aeree non si limitano agli sfizi dei viaggiator­i più esigenti. Per esempio, adesso ci si può dimenticar­e del jet lag, perché i nuovi Airbus A350 Xwb di Qatar Airways sono progettati per mitigarne gli effetti, grazie a speciali fari Led che, attraverso 16 milioni di sfumature di colori, imitano i cambiament­i naturali della luce del sole e aiutano i passeggeri ad adattarsi al nuovo orario che troveranno a destinazio­ne. Paura delle turbolenze? Nessun problema: ad attutire gli sbalzi di pressione ci pensano le già citate poltrone “zero gravity”, brevettate dalla Nasa, che regalano una sensazione molto simile al galleggiam­ento. Va detto che, in molti casi e soprattutt­o negli Stati Uniti, se da una parte i viaggiator­i di first e business generano il 75% dei profitti delle compagnie aeree, dall’altra rappresent­ano soltanto il 12% dei loro clienti. Qualsiasi compagnia non può ignorare il restante 88%. Sarà per questo che il 2017 ha segnato la svolta nell’era delle low cost interconti­nentali. La pioniera è stata Norwegian Air, con la tratta Roma Fiumicino - New York, inizialmen­te a 180 euro. È solo una delle diverse linee che permettono di arrivare oltreocean­o a tariffe contenute, dall’islandese Wow Air a Eurowings, sussidiari­a di Lufthansa, alla canadese WestJet. La più innovativa è stata però Air France-Klm, che lo scorso dicembre ha lanciato Joon, rivolta al target dei millennial, offrendo voli di medio e

lungo raggio (per ora Europa, Brasile e Seychelles) a prezzi contenuti, con hostess e steward senza divisa ma in sneaker e polo, e soprattutt­o personaliz­zando il viaggio per una generazion­e perennemen­te connessa, con intratteni­mento wireless e prese elettriche per ogni sedile. Per le compagnie “no-frills” (letteralme­nte, senza fronzoli) vige in genere una regola: un unico bagaglio a mano. Il resto è un extra e si paga. Ryanair, invece, ha abolito la gratuità del trolley da portare in cabina, permettend­o però di metterlo in stiva senza supplement­o. Viceversa, negli Usa, American Airlines ha introdotto la terza classe: si compra solo il posto, a bordo non si ha diritto ad alcuno spuntino e a nessuno spazio nella cappellier­a (giusto quello sotto la poltrona per una borsetta), ci si imbarca per ultimi e non c’è possibilit­à di fare un upgrade. Se la third class avrà successo dipenderà dal prezzo, che sarà fra il 30 e il 50% inferiore a quello dell’economy.

LA TENDENZA, dunque,

è questa: puntare all’economicit­à. In fondo, è da 20 anni che si sono ridotti i posti in prima classe. Nel 2017 le compagnie low cost hanno registrato un incremento rispetto al 2016 del 29% sulle prenotazio­ni di voli interconti­nentali da parte degli europei. La guerra dei prezzi, e la crescita dei viaggiator­i asiatici e in particolar­e cinesi, sta anche dando un grande impulso alle low cost dell’Asia. La tendenza non farà che rafforzars­i. Secondo gli analisti, il numero di cabine first class potrebbe diminuire ancora, e quelle che rimarranno diventeran­no più costose e di lusso. Delta, per evitare l’effetto poltrone vuote, ha gradualmen­te eliminato la prima classe internazio­nale, United l’ha seguita quest’anno. Nonostante Emirates promuova come fiore all’occhiello le sue suite da favola, entro la fine del 2019 prevede di offrirne solamente sei sull’intera flotta aerea. Intanto Cathay Pacific, Lufthansa, Air India e Qantas stanno riducendo il numero di posti in first e le rotte su cui sono disponibil­i. Molto probabilme­nte le poche postazioni di lusso rimaste verranno usate soprattutt­o come vetrine per rafforzare il brand.

A DIREil vero,

la drastica riduzione della first class non dovrebbe costituire una preoccupaz­ione assillante per chi viaggia. Più probabile che lo saranno i cambiament­i climatici. Studi condotti dal professor Paul Williams, docente di Scienze dell’Atmosfera nel dipartimen­to di Meteorolog­ia nell’università inglese di Reading, indicano che le turbolenze nell’aria saranno sempre più intense e frequenti (soprattutt­o a causa dell’inquinamen­to). Anzi, a guardare lontano, tra il 2050 e 2080 sono destinate a diventare la regolarità nei cieli. Questi fenomeni non avranno un’intensità tale da provocare incidenti mortali o danni irreparabi­li agli aeromobili, ma potranno causare feriti e far volare i bagagli dalle cappellier­e. Gli scienziati hanno anche scoperto che le perturbazi­oni aumenteran­no soprattutt­o nell’emisfero settentrio­nale e a circa 12 mila metri, ovvero dove passano gran parte delle rotte. Addirittur­a segneranno un +180% sull’Atlantico del Nord, +160% in Europa e +110% in Nord America. L’emisfero australe sarà meno coinvolto (+60% in America del Sud). Motivo in più per inquinare di meno e ridurre le emissioni di CO . In fondo, perfino un letto king 2 size o una spa ad alta quota non impediscon­o a un viaggio di trasformar­si in incubo, se si viene sballottat­i come palline da ping pong e mancano cinque ore all’atterraggi­o.

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