Il giro del MONDO in 25 parole
utti gli anni i dizionari eleggono la loro preferita, scartandone molte altre. E dietro OGNI SCELTA (e abbandono) si nasconde un MESSAGGIO per il futuro. Forte e chiaro
SE LA TERRA fosse popolata da tanti piccoli Fracassus - cioè da tanti piccoli Donald Trump in età adolescenziale (come in Pussy di Howard Jacobson, La nave di Teseo) - sarebbe una rovina. Una rovina annunciata, perché “fracasso” significa “frastuono” ma anche “distruzione”, e il preavviso non cambierebbe le cose. Saremmo tutti biondi e con gli occhi minuscoli, perennemente a corto di parole, certi di potercela cavare con i quattro termini in croce che abbiamo imparato nella culla, e in eterna guerra con gli altri vocaboli del pianeta. I dizionari, poi, sarebbero portati in massa al macero, non verrebbe eletta nessuna Parola dell’Anno, non vedrebbe la luce alcun neologismo e le lingue del mondo si spegnerebbero a poco a poco. Per fortuna, questa eventualità è alquanto remota e, oggi, persino il riluttante Trump sta collaborando a formare l’idioma del futuro. Infatti, il suo insensato
covfefe è stato subito inserito, come nuovo termine, in un dizionario. Nato da un errore di digitazione, probabilmente di “coverage” all’interno del tweet “Despite the constant negative press covfefe” (nonostante la stampa sempre negativa covfefe) - dopo aver scatenato le più bizzarre supposizioni in tutta la Rete, l’Urban dictionary l’ha così definito: “Covfefe significa letteralmente Covfefe”. Il messaggio è forte e chiaro: quello che dice Trump ha sempre un senso, anche quando non ce l’ha. Senza contare, poi, il fatto che “covfefe” non è arrivato per un soffio tra le prime tre Parole del 2017 sull’autorevole blog neozelandese Public