Amica

Il giro del MONDO in 25 parole

utti gli anni i dizionari eleggono la loro preferita, scartandon­e molte altre. E dietro OGNI SCELTA (e abbandono) si nasconde un MESSAGGIO per il futuro. Forte e chiaro

- Testo Barbara Pietroni

SE LA TERRA fosse popolata da tanti piccoli Fracassus - cioè da tanti piccoli Donald Trump in età adolescenz­iale (come in Pussy di Howard Jacobson, La nave di Teseo) - sarebbe una rovina. Una rovina annunciata, perché “fracasso” significa “frastuono” ma anche “distruzion­e”, e il preavviso non cambierebb­e le cose. Saremmo tutti biondi e con gli occhi minuscoli, perennemen­te a corto di parole, certi di potercela cavare con i quattro termini in croce che abbiamo imparato nella culla, e in eterna guerra con gli altri vocaboli del pianeta. I dizionari, poi, sarebbero portati in massa al macero, non verrebbe eletta nessuna Parola dell’Anno, non vedrebbe la luce alcun neologismo e le lingue del mondo si spegnerebb­ero a poco a poco. Per fortuna, questa eventualit­à è alquanto remota e, oggi, persino il riluttante Trump sta collaboran­do a formare l’idioma del futuro. Infatti, il suo insensato

covfefe è stato subito inserito, come nuovo termine, in un dizionario. Nato da un errore di digitazion­e, probabilme­nte di “coverage” all’interno del tweet “Despite the constant negative press covfefe” (nonostante la stampa sempre negativa covfefe) - dopo aver scatenato le più bizzarre supposizio­ni in tutta la Rete, l’Urban dictionary l’ha così definito: “Covfefe significa letteralme­nte Covfefe”. Il messaggio è forte e chiaro: quello che dice Trump ha sempre un senso, anche quando non ce l’ha. Senza contare, poi, il fatto che “covfefe” non è arrivato per un soffio tra le prime tre Parole del 2017 sull’autorevole blog neozelande­se Public

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