Sguardi d’autore
tre donne per altrettante collezioni di occhiali. Che coniugano il rigore geometrico con la creatività pura. Così Max Mara ha dato il via a una nuova saga tra moda e arte
TRE CAPITOLI, tre stagioni, tre collaborazioni artistiche. Comune denominatore: il prisma. Interpretato in un viaggio ideale che unisce il mondo dell’arte a quello degli accessori, in particolare occhiali, firmato Max Mara. Un viaggio che quest’anno ha avuto come destinazione un’isola vulcanica, da cui il nome: Lavaprism. È il terzo capitolo, dedicato alla primavera/estate 2018, del progetto sviluppato dalla Maison insieme al Gruppo Safilo che ha affidato la realizzazione di 1.000 pezzi (qui occhiali da sole) all’artista tedesca Kerstin Brätsch in collaborazione con il collettivo UNITED BROTHERS fondato dal performance artist giapponese Ei Arakawa e dal fratello Tomoo. Al centro dei lavori l’idea della luce e del suo riflesso, ma anche di un elemento naturale importante come il vulcano, fonte di energia prepotente e misteriosa, così come il vetro che deriva dalla lava stessa. Per la prima volta nella collaborazione tra Max Mara, il team progettuale Safilo e un artista il dialogo è stato particolarmente intenso, volto a realizzare un accessorio che letteralmente “sconfinasse” nel mondo dell’arte concettuale. È nato così l’eyewear MM KB/ UB, essenziale e geometrico, composto da una mascherina frontale
flat top con maxi lente che prende ispirazione dagli Anni ’90 con la parte superiore in color silver e quella inferiore grigia piena. Le aste sono in soft rubber, rivestite in pietra naturale in modo da riprodurre la roccia vulcanica, elemento ispiratore del modello. In edizione limitata, MM KB/UB è stato presentato anche durante la Milano Design Week, accompagnato da una speciale installazione degli artisti elaborata ad hoc negli spazi della Galleria Giò Marconi, come parte degli eventi del Fuori Salone. Optiprism, invece, è il nome del primo capitolo datato autunno/inverno 2015/16, che ha visto il poliedro come simbolo distintivo per gli occhiali di Max Mara. Anche qui è intervenuta la mano di un’artista: l’americana Maya Hayuk. Che ha esaltato l’aspetto geometrico del prisma, giocando con le colorate multisfaccettature, a tratti anche punk. Una produzione totalmente artigianale, che ha attraversato tre continenti passando per New York, Pechino e Milano. A Optiprism ha fatto poi seguito Prism in motion. E questa volta a interpretare il look della collezione eyewear per la primavera/estate 2017 è stata la visual artist britannica Shantell Martin. Che ha messo nero su bianco pensieri, parole, disegni eccetera in un’unica grande opera. Riprodotta interamente e poi scomposta digitalmente in 1.000 pezzi per altrettante montature (sempre in limited edition). In questa personale visione, il prisma, nelle sue molteplici facce, ha rappresentato l’equivalente della donna Max Mara: contemporanea e moderna, in equilibrio tra istinto e razionalità. A ogni donna, quindi, la possibilità di possedere e di portare a casa un vero e proprio pezzo d’arte. E di indossarlo a piacimento. O anche solo di immaginare un’opera sparsa per il mondo, appunto in 1.000 pezzi.