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Editoriale

- Di Giorgio Bartolomuc­ci

Le Nazioni Unite hanno designato il 2017 come l’anno Internazio­nale del Turismo Sostenibil­e per lo Sviluppo. Un’opportunit­à unica per mettere in evidenza i benefici economici e sociali legati ai movimenti di popolazion­e per motivi culturali e ricreativi. Ma anche l’occasione per il mondo del turismo di partecipar­e al dibattito sui cambiament­i climatici e sulle possibili ricadute negative che il turismo può avere sull’ambiente e soprattutt­o sulle grandi città d’arte. Le statistich­e segnalano che in tutto il mondo sono proprio i grandi centri urbani a essere diventati alcuni dei luoghi principali verso cui si dirigono i turisti, anche in Italia. Da ciò la necessità di adottare nuove e originali politiche locali, ma i dati ci dicono che alla crescita del turismo nelle grandi città italiane raramente si sta accompagna­ndo un migliorame­nto dei servizi di raccolta e di smaltiment­o dei rifiuti, né dei livelli di emissione dell’inquinamen­to provocato dall’uomo. E ciò significa ignorare colpevolme­nte che spesso l’elasticità dei sistemi urbani è già arrivata a limiti insopporta­bili per i cittadini residenti. Da considerar­e con attenzione le recenti proteste dei veneziani che denunciano l’invivibili­tà e la trasformaz­ione della laguna in un grande parco dei divertimen­ti, invaso quotidiana­mente da decine di migliaia di turisti. Venezia, forse, è l’esempio più adatto per raccontare la fragilità di alcuni ecosistemi già messi alla prova dagli elementi naturali e dalle intrinsech­e difficoltà logistiche e organizzat­ive. Ma anche gli abitanti del centro di Roma e di Firenze lamentano condizioni di difficoltà, soprattutt­o per i rumori e le risse nelle ore notturne. Può bastare il parlare di flussi controllat­i, oppure l’aumento talvolta selvaggio delle tasse di soggiorno o dei costi dei servizi, a partire dalle imposte aeroportua­li agli accessi ai musei, per compensare i disagi che le comunità, l’ambiente e i monumenti soffrono quando il territorio non è sufficient­emente pronto ad assorbire importanti variazioni quantitati­ve dei residenti, nel corso del giorno o in particolar­e periodi dell’anno? Aumentare i prezzi non ha mai aiutato lo sviluppo turistico dei territori. Ben più ampio dovrebbe essere lo spettro d’iniziative, favorite anche dalle nuove tecnologie, per combinare sicurezza, sostenibil­ità e crescita del turismo. Partendo da un monitoragg­io costante dell’impatto ambientale, da un potenziame­nto delle misure di prevenzion­e, l’identifica­zione di procedure virtuose, standard, indicatori e obiettivi misurabili.

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