Il territorio come scenario per la Residenza Antica Flaminia
Giovanni Colamedici, nato nel 1933 a Torri in Sabina, in provincia di Rieti, emigrò negli anni ’50 alla volta del Venezuela, iniziando l’attività di costruzione di mobili. Una volta si diceva che gli italiani sono stati santi, poeti, navigatori, ma va ricordato che sono stati anche emigranti, conosciuti fra qualità e difetti per la loro capacità di affermarsi in tutto il mondo, trovando le giuste risorse per la via del successo. “Insieme a nonno Giovanni - racconta la nipote, Claudia Colamedici - furono oltre 200.000 gli italiani che dal 1946 al 1960, raggiunsero quel lontano paese sudamericano, offrendo un contributo decisivo all’industrializzazione del paese e più in generale alla sua modernizzazione, anche a costo di sacrifici fatti per costruire un futuro per sè stessi e la propria famiglia”. “Gli anni passati in America Latina - aggiunge la nuora Antonella Moscioni - furono fondamentali per stimolare la sua capacità imprenditoriale che nel 1967 si concretizzò al ritorno in Italia, quando a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, fondò insieme ai fratelli Pietro e Renato l’azienda Colavene, industria specializzata nella costruzione di mobili per cucina e lavanderia”. Con il passare degli anni l’attività si è ingrandita, godendo delle fresche energie dei tre figli di Giovanni: Lauretta, Gianfranco e Adriana, e muovendosi su investimenti diversificati che hanno teso a rafforzare il legame con il territorio. Negli anni ‘70 fu acquistato
un terreno di 700 ettari, per fondare un’azienda agricola, e valorizzare il prezioso borghetto dell’antico castello di Gargarasi attraversato dall’antica via Flaminia. Le generazioni si sono succedute e oggi, Antonella Moscioni e Claudia Colamedici hanno assunto la responsabilità di trasformare parte dell’area in una struttura ricettiva in grado di attrarre flussi di turisti intenzionati a scoprire le bellezze, un po’ misconosciute, della Tuscia. Poco più di un anno fa, con coraggio e ambizione, è iniziato un lavoro di rielaborazione e organizzazione degli ambienti con il preciso obiettivo di trasformare lo spazio abitualmente vissuto dalla famiglia in una destinazione dove soggiornare circondati da pareti di tufo, giardini curati e un panorama speciale sulla Valle del Treja. Oggi, la Residenza Antica Flaminia è una location che combina il gusto dell’eleganza raffinata delle due titolari con la necessità di mantenere un forte legame con il genius loci e l’identità del posto. Sono tre gli ambienti in cui è possibile soggiornare: la Villa Padronale, incorporata nell’antica torre medievale, si sviluppa su due piani con ben quattro camere con bagno interno, oltre a una sala da pranzo circondata da una terrazza panoramica che affaccia sul Monte Soratte; la Dimora del Giardiniere, riconoscibile per la facciata che espone antiche bifore, più piccola, ha un’unica stanza matrimoniale, mentre la Casa del Guardiano, sviluppata sul grande arco d’ingresso sotto cui passava l’antica via Flaminia, propone tre camere a disposizione degli ospiti. Il soggiorno è arricchito dalla possibilità di godere du-
rante la bella stagione di una piscina inserita nell’antica cava romana, oppure scoprire la bellezza del territorio con una passeggiata a cavallo o in bicicletta, messi a disposizione dalla proprietà. Ancora non è stata costruita una specifica area benessere, ma le idee sono ben chiare considerato che sono stati già individuati gli spazi in cui si potrà raccogliere sauna, doccia emozionale e area relax. Il territorio della Tuscia è ricco di proposte e luoghi in cui gustare un’ampia scelta di cibi, formaggi e verdure a chilometro zero, e forse anche per favorire la crescita economica della zona la Residenza Antica Flaminia ha deciso di non ospitare un ristorante proprio, ma è possibile richiedere la presenza di uno chef locale che si occupi dei pasti degli ospiti. Ipotesi sempre valida, ma sarebbe un peccato rimanere per tutto il periodo del soggiorno all’interno della proprietà, rinunciando così ad esplorare i numerosi presidi enogastronomici e culturali, rintracciabili da Viterbo a Civita di Bagnoregio, passando per Bomarzo e Caprarola. Un territorio ricco di terme, tradizioni e cultura, che attira ogni anno sempre più turisti, difficile da dimenticare per chi impara ad apprezzarlo. Cui vale la pena tornare, anche dal Venezuela...