Area Wellness

Liberarsi dei tabù nell’accogliere ospiti che hanno vissuto un cancro

Un metodo scientific­o per la formazione dello staff verso un rapporto in piena serenità

- di Arianna Folgosi

Wellness for Cancer è una realtà statuniten­se che è nata dall’impegno del direttore esecutivo, Julie Bach. L’organizzaz­ione ha sviluppato nei suoi 15 anni di attività tecniche per accogliere all’interno di una SPA o di un Centro benessere clienti che hanno vissuto l’esperienza del cancro: l’obiettivo è proporre un piano formativo per lo staff che permetta di comprender­e le problemati­che e garantisca condizioni tranquilli­zzanti. A metà aprile la UDO SPA di Bologna, già votatal’anno passato fra le migliori Urban SPA italiane, ha ospitato un incontro di due giorni con Julie Bach e Samaara Robbins, terapista esperta in oncologia, per fornire alle proprie terapiste gli strumenti migliori per un approccio coordinato. Sandra Pedreño, esperta titolare del centro felsineo, ci ha raccontato le proprie impression­i sul workshop: “Sono stata molto felice di poter cominciare questo progetto di così lunghe vedute, diventando dei pionieri in Italia. Integrando questo approccio nella formazione del nostro team possiamo definire l’esperienza SPA ancora più personaliz­zata, tanto per la persona sana che per chi ha dovuto affrontare l’esperienza del cancro nella propria vita.” Alla base di questo progetto c’è la convinzion­e che la malattia non debba essere considerat­o un fattore determinan­te per l’interruzio­ne di un percorso teso al benessere, ma piuttosto una sua evoluzione in cui tutti i soggetti coinvolti si muovano con serenità. “Questa esperienza ci ha liberato di molti tabù, valorizzan­do il buon senso. Il massaggio può avere innumerevo­li vantaggi che passano dal sollievo dal dolore muscolare a incoraggia­re la respirazio­ne profonda, oltre a ristabilir­e un’immagine positiva del proprio corpo. - spiega Sandra Pedreño. “Sono ancora poche le strutture che stanno esplorando il legame fra massaggio, cure estetiche e cancro. L’insegnamen­to che abbiamo avuto è che non creeremo un nuovo menù, ma aumenterem­o il ruolo dato al dialogo, implementa­ndo le tecniche di rilassamen­to, massaggio e cura estetica, frutto di ricerca e su basi scientific­he. Non mi vergogno a dire che oggi nessuna di noi ha più paura di parlare di cancro, solo molto più rispetto.”

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