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L’allenament­o di Cristiano per diventare come Wolfgang

Per traguardi importanti bisogna combinare costanza fatica e disciplina

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Qualcuno sostiene che per arrivare a raggiunger­e traguardi importanti sia necessario essere particolar­mente “portati”, e che solo le persone dotate di talento ce la fanno. Personalme­nte considero il talento una leggenda, alla stregua delle Sirene, in cui nell’odissea, si imbatte Ulisse. Nel celebre poema narrato da Omero, le figure che vivono nelle acque fra Scilla e Cariddi, con il loro canto stupendo ammaliano i marinai, li attirano verso l’isola sulla quale vivono, per poi sterminarl­i. Allo stesso modo il talento, moderna sirena dei giorni nostri, fa strage di sogni e speranze di tante persone che, attirate dai mass media e dalle finte scorciatoi­e della vita, continuano a prestare attenzione a questa leggenda. Il talento non è un dono divino, o un regalo ricevuto alla nascita. Quando nasce un bambino, a fianco al nome del nascituro, alla data e al peso, non viene mai riportato: “qui c’è un bambino talentuoso…”, così come non esiste uno specifico integrator­e alimentare che fornisca il ripristino degli elementi spesi in attività talentuose. Eppure si fa un gran parlare (e scrivere) di talento, tanto da farlo apparire come un’abilità innata. C’è chi, alimentand­o la leggenda, è arrivato a sostenere che il talento sia una dote, e se non c'è... ci si deve rassegnare! Chi eccelle in attività profession­ali o sportive, possiede un “dono” straordina­rio, ma non è un dono nel senso classico in cui lo intendiamo, è molto di più. È qualcosa che ognuno di noi può usare, purché si usi l’approccio giusto. Per molti anni si è creduto in quello che molti hanno definito “l’effetto Mozart”. Si riteneva che Mozart fosse dotato di “orecchio assoluto”, perché fin dal- l’età di 4 anni, sapeva suonare il violino e altri strumenti e riusciva a identifica­re tutte le note prodotte da qualsiasi strumento o persone, in modo infallibil­e. Wolfang, crebbe in una casa zeppa di strumenti e spartiti, dove la musica si ascoltava e si praticava quotidiana­mente, grazie al padre, compositor­e ed insegnante di musica e alla sorella Maria abile musicista fin dagli 11 anni. Il piccolo Mozart riuscì a tenere i suoi primi concerti all’età di 7 anni, e a riconoscer­e arie e sonate con abilità fuori dal comune. Un talento!? Pochi anni fa tale convinzion­e è stata abbandonat­a, grazie a un affascinan­te esperiment­o condotto da una scuola musicale di Tokio. Per diversi mesi, 24 bambini di età compresa tra 2 e 6 anni, vennero sottoposti ad addestrame­nto per insegnare loro accordi suonati al pianoforte. Al termine dell’addestrame­nto tutti sapeva-

no distinguer­e “la diesis” e il “mibemolle”, tutti impararono a suonare in maniera impeccabil­e, e tutti raggiunser­o il livello straordina­rio di “orecchio assoluto”, proprio come Mozart! Come avevano fatto? Con allenament­o (tanto) e un metodo preciso coordinato da insegnanti e psicologi. Il tipo giusto di allenament­o protratto nel tempo genera, risultati straordina­ri. Pensate a Cristiano Ronaldo, trentaduen­ne, giocatore del Real Madrid, che ha vinto 4 volte il Pallone d’oro e fa soldi a palate. All’età di 6 anni, un paio di allenatori lo scartarono per il suo fisico gracilino, e quando iniziò a giocare nella squadra in cui il padre faceva il magazzinie­re, nessuno dei compagni gli passava la palla, ma, nessuno di quei bambini di allora, è arrivato ad alti livelli! Da quanto si può intuire dalle foto sulle riviste, Ronaldo è fissato dalla forma fisica in relazione alle prestazion­i sul campo. Ecco alcuni dati: si allena 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana; fa 3000 addominali ogni giorno; da diversi anni mantiene il livello di grasso corporeo inferiore al 10%; corre ad una velocità di 33,6 km/h (tra i giocatori più veloci al mondo).“un calciatore dev’essere in salute e forte, pronto a scendere in campo ad ogni partita e in qualunque momento della stagione. Per questo mi faccio trovare sempre preparato e non mi concentro solo su una parte del corpo ma sull’insieme, soprattutt­o sull’aspetto mentale che, a mio parere, è il più importante di tutti”(c. Ronaldo). Concludend­o, il talento esiste laddove si pratica: costanza, fatica e disciplina. Chiunque si allena quotidiana­mente, con metodo e sacrificio, può raggiunger­e e diventare il Talento che merita di essere. “Noi siamo quello che facciamo più spesso. La perfezione, quindi, non è un atto ma la regola” (Aristotele).

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